Una volta tanto si può ben dire: abbiamo vinto a casa nostra. Di solito lo si diceva quando la Ferrari vinceva a …casa loro, leggi i successi di Vettel nei tempi andati. Invece stavolta la rossa è stata profeta in patria, con una vittoria che è stata costruita con l’azzardo, la testa e quella fortuna che se manca non completa il quadro. Leclerc dopo Montecarlo ha vinto il secondo GP di casa, quello di Monza dove 335 mila spettatori nel week end hanno riportato ai fasti del passato una gara che è sempre in bilico e che aveva bisogno di una scossa. Che la vittoria Ferrari ha dato e riportato il sorriso e l’ottimismo in tutti. Vincere a Monza è sempre speciale, la vigilia di gara non era proprio delle migliori visto l’andamento delle prove. Poi in corsa arriva il fattore C, quello sotto forma del duello fra i due polli della McLaren, con Piastri che infila Norris alla seconda curva e consente a Leclerc il primo sorpasso sulla McLaren. Poi la gara, con le soste dei Papaya mentre Leclerc si lamentava via radio sulla scelta di fermarsi dopo. Ebbene, a fine corsa è stata la mossa giusta. Perché le McLaren andavano di più ma chi si ferma meno vince. Perché a Monza i 22 secondi di sosta al pit non vengono compensati da un andamento più veloce in corsa, per cui quello che perdi fermandoti non lo recuperi del tutto nei giri che mancano.
La Ferrari ci ha provato e ha fatto benissimo. Leclerc ha saputo gestire le gomme che erano degradate ma senza sbavature, con un andamento di oltre 1,5 secondi più lento dei rivali, è riuscito a concludere davanti a tutti. Non lo dice il giornalista, ma lo dicono i numeri: Leclerc ha vinto chiudendo il GP in 1 ora, 14 minuti e 40 secondi. L’anno scorso la Ferrari arrivò terza in 1 ora, 13 minuti e 52 secondi. Ovvero, quest’anno in totale hanno impiegato 48 secondi di più per fare la gara ma hanno vinto. E lo dicono i tempi sul giro, con Leclerc che ha il miglior crono in 1.23’’226 contro 1.21’’943 della McLaren più lenta. Ma la differenza sta tutta in quei 22 secondi di pit stop non fatto che alla fine contano. Perché la McLaren non ha fatto lo stesso? Perché il degrado della gomma anteriore sinistra, quella in appoggio, era maggiore. Se avessero fatto la stessa scelta Ferrari, si sarebbero fermati per lo scoppio dello pneumatico. Ergo, è una F.1 dove vince chi va piano e va lontano. La gestione gomme determina il risultato finale e a Monza, con una Ferrari prima e quarta con Sainz, il detto è stato confermato. All’appello manca Verstappen, che l’anno scorso aveva vinto a tempo di record (1ora 13 minuti e 41 secondi) come dire che se avesse usato la macchina vecchia, avrebbe vinto anche quest’anno. Invece alla Red Bull hanno perso il libretto delle istruzioni e sono finiti nei guai. Ma va bene così, una vittoria Ferrari a Monza è quello che ci voleva e puntualmente arrivata. Il resto non conta.
(foto sito Adnkronos)
No comment, of course! Il racconto della meritata vittoria di Leclerc, con il concorso audace e decisivo dell’intero team,, scritto da Paolo, è un esempi di cronaca del giornalismo sportivo!
Bravo Paolo, il tuo preciso commento ha migliorato ancor di più la bella vittoria di Leclerc, ben gestita con intelligenza ancor più che con fortuna!