Adesso immaginate di organizzare una cena elegante, in cui invitate tutto il vicinato e gli fate pagare anche il biglietto per sedersi al banchetto. Poi organizzate un aperitivo e durante questo aperitivo il pezzo forte del pranzo, in questo caso l’assegnazione del titolo mondiale, viene svelato e assegnato durante l’aperitivo. Poi, dopo le celebrazioni, dovete fare la famosa cena. Che a sto punto viene svilita e passata in secondo piano. E’ quanto successo in Qatar con la vittoria mondiale di Verstappen, il terzo iride, che nella gara sprint del sabato ha conquistato i punti necessari per avere la matematica certezza con 6 gare di anticipo. E qui vale la pena capire se le garette del sabato, impostate in questo modo con l’assegnazione di punti mondiale, non abbia di fatto svilito il piatto forte della domenica con l’attenzione di tutti già distolta verso altro. La ricerca dello show a tutti i costi, la spettacolarizzazione forzata, le regole sportive stravolte e tutto ai fini televisivi e social media, hanno partorito il primo campione del mondo alla vigilia dell’evento principale. Immaginiamo gli organizzatori che pagano fior di quattrini, vendono i biglietti della domenica a prezzi esorbitanti, e poi lo spettacolo offerto è privo di pathos, tensione e sostanza. Questa è la F.1 di oggi e pertanto se ne prende atto. Come del fatto che la Red Bull di Verstappen viaggia su un altro pianeta e dopo le vittorie a ripetizione dell’olandese, non deve stupire se la noia fa capolino, come dicono i riscontri social con una F.1 in picchiata di interesse fra i nuovi fans. E alla fine mancano ancora 5 gare, non osiamo immaginare con che seguito. In Qatar però si è visto qualcosa di nuovo, con l’arrivo sul secondo gradino del podio di Oscar Piastri che aveva vinto la gara sprint del sabato. Una doppietta importante per il giovane australiano, alla sua 18 gara in F.1 e già in grado di suonarle a Lando Norris, terzo domenica, che su quella McLaren aveva fatto ritirare Daniel Ricciardo. Insomma, più che guardare al passato e al mondiale di Verstappen, il Qatar ha mostrato la stella nascente del domani e questa è l’unica cosa positiva. Se cercate altro, magari targata Ferrari, potete mettervi sereni. Sainz non è nemmeno partito per un problema al serbatoio della sua Ferrari, con una perdita che era impossibile riparare nel poco tempo a disposizione. Leclerc ha arrancato come ha potuto, si è difeso da Alonso, sesto, ma è stato superato oltre che dalla solita Red Bull e dalle McLaren, pure da Russell che alla prima curva si è scontrato con il compagno di squadra Hamilton, mandando la Mercedes in sabbia. Ecco, fra rapporti al limite del nervosismo fra compagni di team, ritiri per incidenti e safety car, alla fine pure la Mercedes è finita davanti. Il sogno del dopo Singapore si è infranto in Giappone e Qatar e la speranza è che per il futuro ci sia qualcosa di nuovo all’orizzonte, perché altre 5 gare di sofferenza potrebbero essere davvero troppe per tutti gli innamorati della Ferrari.