Sono passati 14 mesi e mezzo, ovvero 434 giorni dall’ultima vittoria della Ferrari in F.1. Era il 10 luglio 2022, si era in Austria sulla pista di casa della Red Bull, e Leclerc sembrava avviato al titolo mondiale. Poi sappiamo tutti come è finita. Il 2023 doveva essere l’anno della conquista di quel mondiale che manca dal 2007. Invece si è rivelato come una delle peggiori stagioni di sempre. Fino a Monza, due settimane fa, con Carlos Sainz in pole e terzo sul podio. A Singapore altra pole position ma stavolta lo spagnolo non ha sbagliato niente, ha controllato la gara, ha gestito le gomme, ha difeso coi denti il poco margine di vantaggio su Norris, secondo con la McLaren e ha concluso con un arrivo in volata in cui i primi tre sono giunti nello spazio di pochi secondi, un arrivo al cardiopalma specialmente negli ultimi dieci giri di gara, in cui in 4 hanno dato spettacolo. Sainz, nel difendersi e dire via radio: “ho finito le gomme davanti, non so quanto reggo” dai box che intimavano “vai più forte che puoi” e intanto Norris era a un soffio, Russell e Hamilton in rimonta dopo aver giocato d’azzardo con un cambio gomme in più al 43 giro quando la virtual safety aveva consentito la rimozione dell’Alpine di Ocon ferma col cambio bloccato. In quel frangente si è decisa la gara: la Ferrari non ha fermato Sainz e Leclerc, che da secondo era scivolato indietro per un pit stop lento al 20 giro, Norris seguiva le Ferrari ma la Mercedes richiamava a un doppio pit stop i due piloti. Russell e Hamilton, andando 2 secondi al giro più veloci di tutti, recuperavano. Leclerc era preda facile, subito passato dai due inglesi, Norris no. Si è difeso e la difesa ha permesso a Sainz di mantenere quei decimi sufficienti per tagliare il traguardo davanti a tutti, 434 giorni dopo l’ultima vittoria Ferrari, successo numero 243 per Maranello. Un tripudio di bandiere tricolori e Ferrari, box in festa, Red Bull con la coda fra le gambe per problemi mai incontrati durante l’anno e con Verstappen capace di risalire fino al quinto posto, nonostante una qualifica difficile. La speranza? La racconta Sainz: “Finire la stagione in crescendo, magari vincere ancora qualche gara e prepararsi a un 2024 nelle migliori condizioni possibili. Oggi questo successo dimostra che ce la possiamo fare”. A questo punto la domanda viene spontanea: ma se tutti dicono che Leclerc è più veloce di Sainz, perché lo spagnolo fa le pole e vince e l’altro no? La storia dice che usando la testa e il cervello, si può battere chi è più veloce di te. Lo fece Niki Lauda con Regazzoni e Prost, lo fece Prost con Senna. Sainz è un misto di questi piloti. Non sarà più veloce, ma ha mostrato testa e freddezza per arrivarci.
Foto: Ferrari.com