Qui tra premi, polemiche ed eventi, c’è chi se la fa sotto dalle risate. Forse è il caso di comprarmi i jeans effetto pipì del brand italo-inglese Jordanluca di Jordan Bowen e Luca Marchetto, si quelli che fanno l’effetto bagnato sul pube. Anzi, non me li posso comprare perchè sono andati sold out e questo significa che qualcuno ha avuto la mia stessa idea. Forse li ha comprati tutti Enrico Mentana dopo che Lili Gruber l’ha accusato di incontinenza, io fossi in lui lo farei solo per presentarmi così al Tg di La7 .
Ma iniziamo a raccontare che tra un po’ le note che segno sul cellulare mi mandano a quel paese per tutto quello che continuo a scrivere, che è dai David di Donatello che ho sulla punta della lingua un po’ di acido. Un po’ perchè Alessia Marcuzzi me l’hanno messa vicino a Carlo Conti che è misogino come un certo Josef Gorres che in pieno romanticismo formulò una teoria dagli strambi riferimenti cosmologici che attribuiva ai maschi “natura spirituale, luce e libertà”, mentre al mondo femminile veniva riservata la sfera “materiale, gravitazionale e di necessità”. Era li poverina che cercava di prendersi dello spazio e sorrideva, sorrideva… certo meno male non l’ha mandata nel sottoscala come Sergio Ballo, il costumista del film RAPITO di Marchio Bellocchio che, insieme a Daria Calvelli, ha ricevuto i premio per i migliori costumi “Come Wanda Osiris. Avremmo preferito condividere la sala con i colleghi, purtroppo il nostro lavoro di costumisti e scenografi viene visto come le vetriniste e le domestiche. Cosa che non deve succedere Daria, credo tu sia d’accordo“, ha detto Ballo. Applauso.
Ecco questa cosa mi ha proprio fatto pensare alla moda ed ai suoi meccanismi. Ossia se sei nelle corde del PR o dello stilista sei super coccolato e messo nel gruppo A, se non lo sei vai nel gruppo B. E questo vale per tutto, dai viaggi stampa alle sfilate, cene, regali, possibilità di interviste o di notizie in anteprima. A questo punto non penso sia nemmeno il valore della testata, tranne qualche eccezione, perchè a volte vedo della gente che non scrive per nessuno o non avere una professione essere presente agli eventi più fighi e allora mi chiedo, caspita deve essere proprio una persona simpatica!
Niente inviti per Condè Nast Italia al MET Gala di New York (almeno che io sappia) e gli unici italiani a rappresentare l’Italia sono stati Damiano David con la sua nuova fidanzata Dove Cameron entrambi con un look creato da Glenn Martens per Diesel, ma quanto erano belli! Poi c’era Roberto Bolle che, vestito dal compagno Daniel Lee, era con impermeabile Burberry e poi la nostra Vittoria Ceretti che oramai è americana per amore. Ah si c’era anche Pierpaolo Piccioli con la figlia Benedetta (a proposito di Benedetta mi hanno detto che ha fatto uno stage in L’Orèal e che è super brava e gentile) vestita da Donatella Versace che a lei piace giocare un po’. Il Met Gala è sempre un bel circo, a voi quale abito è piaciuto di più? Di sicuro il grande protagonista è stato Jonathan Anderson per Loewe che ha vestito da Anna Wintour al mio amico Jonathan Bailey ( nota per gli appassionati il 16 maggio tutti collegati per la terza stagione di Bridgerton!).
Si vede che sto invecchiando, sono diventata come le vecchie zie che ti mandano messaggi sul telefonino se succede qualcosa. Per dire: giro canale e vedo Alena Seredova a Verissimo che parla della separazione con il figlio e subito le scrivo un messaggio di solidarietà, vedo sui social Gisele Bundcken che piange inseguita dai paparazzi e via che la messaggio su IG. Ma ci credete che ho visto Chiara Ferragni e le ho detto ” Sai Chiara io ogni tanto ti mando messaggi su Ig, non so se li leggi ma anche a me è successa la stessa cosa e quindi volevo dirti che so cosa si prova“. Lei carina mi ha detto ” Supererò anche questo” … ma io poi ho pensato non è che non ha capito che mi riferivo al divorzio e pensa che sono stata anche io indagata? Il dubbio mi rimane …
Ebbene si, Chiara c’era. Dove? Al Camera della Moda Fashion Trust. Carlo Capasa è stato di parola, a febbraio aveva detto «Resta nel Fashion trust. Fiducia nella giustizia» e quindi nulla ha vietato che la Ferragni fosse alla consegna dei Grant l’altra sera a Garage21. Mamma mia, ogni volta che sentivo Grant mi veniva un tuffo al cuore, era il nome del mio Golden Retriever che ho amato così tanto che ogni volta che lo penso mi salgono le lacrime agli occhi. Quella del Fashion Trust è una bella storia. Vi confesso quando è iniziata nel 2017 l’avevo identificata come il “salotto” di Warly Tomei e Umberta Gnutti Beretta, mi sembrava che fosse il loro modo per essere presenti come protagoniste nel mondo della moda, non solo come ospiti alle sfilate e che fosse l’occasione per coinvolgere le tante amiche (e i mariti facoltosi) per raccogliere fondi e farli investire nel fashion business.
Poi secondo me Carlo Capasa ha messo un po’ d’ordine ed hanno capito che bisognava fare la cose per bene, perchè se ad oggi sono stati raccolti quasi un milione di euro, capite che sono opportunità per tanti giovani ragazzi. E quindi credo che la strategia vincente sia stata coinvolgere Sara Sozzani Maino, che per me è una delle più competenti a giudicare i nuovi talenti e non lo dico per piaggeria, non a caso è coinvolta in quasi tutti i concorsi per scovare designer emergenti. Fermi: che nessuno pensi che ce l’ho con Warly e Umberta per cortesia, che qui sono tutti sempre pronti a creare la polemica. Figurati, con Warly siamo anche uscite a pranzo qualche volta, credo una decina d’anni fa, mentre Umberta la stimo moltissimo sia per come ha gestito la ex nuora, che per i suoi modi eleganti e per come riesca, in un mondo dove le armi fanno sempre più paura, ad allontanare da lei ogni pregiudizio.
Sono stata felice di essere andata alla cena di consegna dei premi, su Andrea Adamo, uno dei vincitori, ci avevo preso subito. Felice perchè ho visto Francesca Ragazzi al suo ultimo appuntamento prima del parto con un pancino bellissimo (mancano tre settimane), da questo fine settimana torna dalla sua famiglia a Bologna dove farà nascere la bambina e la rivedremo a settembre pronta a celebrare i 60 anni di Vogue Italia. Poi ho rivisto LeaT con la quale non parlavo da quando l’avevo premiata nel 2019 e ci siamo messe a parlare di Genova, dove vive, dei treni che sono un disastro e di come vorrebbe trasferirsi più nell’entroterra. Poi mi sono fatta due belle chiacchiere con Paola Giannini di Karla Otto (specifico prima che me la scambiate per la cantante) che lei sembra tutta rigida, ma io sono riuscita a farla ridere quando ho detto che il tavolo ad onda era una vera “cagata” perchè per una cena di lavoro non riesci a parlare con chi hai davanti e mangi tutto storto. Io e Andrea Caravita eravamo allo stesso tavolo ma praticamente lui mi dava le spalle perchè era nella curva sud, io alla curva nord (dai Andrea che lo so che mi stai leggendo e stasera mando il pezzo solo per te!). Queste cene io le amo perchè riesci a parlare di un sacco di cose, tipo che io e Nicoletta Ferrari ci siamo messe a parlare dei figli e poi ho chiesto notizie di Karla Otto e ho saputo che ora vive a Saint Moritz ( in prevalenza) e finalmente se la gode da quando ha ceduto tutta l’azienda. Beata lei. E poi vedi un sacco di gente, come Cristina Parodi che tu la vedi in video o di persona ed è sempre elegante, con quei vestiti Crida in seta frusciante che li vorrei tutti, ma secondo me stanno bene a lei ed alla sua socia Daniela Palazzi perchè sono due gran belle donne.
Sono riuscita anche ad andare alla consegna del premio Loro Piana Knit Design Award dove i francesi ( sapete vero che Loro Piana è stato comprato dal gruppo LVMH?) hanno premiato il progetto I Cavalieri A History of innovation dell’Ecole du Perre di Parigi, realizzato da due giovani creativi che sembravano Timotee Chalamet e votati da una commissione composta da Loro Piana, tra cui l’Amministratore Delegato Damien Bertrand in qualità di Presidente, e personalità di spicco quali Sara Sozzani Maino, Direttore Creativo di Fondazione Sozzani ed International New Talent and Brands Ambassador; Alexander Fury, Fashion Features Director di AnOther Magazine e Men’s Critic del Financial Times; Gilles Denis, Direttore di Le Point; Anders Christian Madsen, critico di moda e consulente creativo; Beka Gvishiani, fondatore di StyleNotCom; Pauline Dujancourt, fondatrice e di- rettrice creativa del marchio Pauline Dujancourt; infine, Anna Dello Russo, consulente creativa, fashion stylist ed ex redattrice di Vogue Giappone. A fotografare giuria e vincitori c’era Stefano Guindani e io, che non so stare zitta come vi dicevo e in più sono abituata a gestire la foto finale del mio CHI E’ CHI AWARDS, ad un certo punto ho detto a voce alta “YOU CAN SMILE!” così sono scoppiati tutti in una risata che erano un po’ imbalsamati.
Ho finito? E no ! Perché non vi ho raccontato i premi miei! Martedì mattina ho fatto la riunione con la giuria dei CHI E’ CHI FASHION COMMUNITY AWARDS che si terranno a settembre, per la prima volta una giuria di solo giornalisti ma ve la presento settimana prossima. Mercoledì invece ho consegnato i CHI E’ CHI BEAUTY AWARDS, i premi della bellezza insieme a Danda Santini e Cristina Milanesi di iO Donna che sono sempre tanto affettuose con me e posso dire che sono delle donne che restituiscono amore, merce rara. Sono stata molto contenta perchè prima di tutto non ha piovuto che se no al Senato Hotel Milano finivo a fare il premio nella suite e mi scolavo tutto il Franciacorta e poi perchè io amo dare i premi perchè credo che “La vita ricompensa l’azione”. Far felici gli altri e gratificare il loro lavoro, dopotutto è un atto d’amore non credete?
E di amore ne sa qualcosa Piero Piazzi che ha presentato la sua capsule realizzata con Oratio, brand di abbigliamento maschile, ed ha rinunciato al compenso che verrà destinato alla onlus To.Get.There. Lui si stupisce di tutte le persone che sono andate a baciarlo ed abbracciarlo. Io sono corsa dopo il mio evento a fargli un saluto e lui che mi tira su urlando “Bunny” ( mi chiama così che dice che assomiglio ad una coniglietta di Play Boy …lasciamo stare). Devo ancora chiedergli con chi ce l’aveva che c’era una signora che girava e lo fotografava e a lui stava antipatica… chissà chi era? Forse una della banda del panino che prima aveva provato pure ad entrare da me.
Ricordatevi che domenica è la festa della mamma, non servono regali, basta un po’ d’amore. A me servirà una maschera per il viso, sono distrutta.