Moda

Gen 10 HABIBI

di Cristiana Schieppati

Habibi è una parola araba che significa “mio amato” ed è utilizzata come termine affettuoso tra persone e nel linguaggio quotidiano, trasmette un senso di calore e connessione . Ho pensato di aprire la prima newsletter del 2025 con questa parola che mi ha accolto il primo dell’anno al mio arrivo a Doha in Qatar. Un viaggio alla ricerca del sole, ma motivato anche dal mio lavoro che trova sempre un modo di dare una ragione alle mie esperienze. Dopo i mondiali di calcio del 2022 sentivo sempre di più parlare di questa città che, a differenza di Dubai dove sono già stata e che è più conosciuta, si sta affermando come nuova frontiera del lusso. E in un momento dove, qui in Europa, proprio il lusso sta vivendo il suo peggiore momento, mi interessava vedere il Paese che sta ridefinendo l’idea di moda e lifestyle in un contesto ispirazionale.

Più che un aereo mi è sembrato di prendere una navetta spaziale e fare un viaggio nel futuro. Doha è una città costruita in soli 5 anni , tutto è nuovo, moderno, pulito; sfarzo e cultura si possono trovare in egual misura. Se arrivi di sera resti affascinato dalle luci dello skyline, simbolo di modernità del paese, così come le strade a cinque.. sei corsie, dentro la città illuminate da lampioni che sembrano palme. Vieni immediatamente catturato da una cultura profondamente diversa che materialmente impara da noi, ma che ci insegna molto della sua civiltà. Non torni dal Qatar con una nuova idea, ma torni pensando a come poter rendere il tuo Paese un luogo migliore, torni con gli occhi pieni di bellezza ed eleganza.

Grande gioia nel vedere che pochissimi italiani hanno scelto questa come meta di viaggio, ne abbiamo incontrati un paio. Il resto turismo internazionale ma tanta, tantissima Italia in ogni dove. Voi lo sapete che esiste Corso Venezia anche a Doha? Una vera e propria riproduzione di Venezia e dei suoi canali fa da cornice al porto di The Pearl, area ricca di ristoranti e piccole boutique. Caffè Milano, Boutique Torino… tutto è un richiamo al made in Italy e ne sono andata molto orgogliosa. La Francia tuttavia ha un ruolo dominante e ben visibile, infatti il Qatar ha effettuato significativi investimenti acquisendo partecipazioni in aziende di rilievo come TotalEnergies, Airbus, Vinci, LVMH e possiede il Paris Saint-Germain per cui i legami tra i due Paesi si sono rafforzati. Sua Altezza l’emiro sceicco Tamim bin Hamad Al Thani che ha una casa che sembra la Casa Bianca … ma più grande… è fissato con gli sport e infatti ospita moltissime competizioni con i campioni più famosi. Il ruolo della famiglia reale è fondamentale in tutto, infatti sembra che Sheikha Moza bint Nasser, icona di eleganza e promotrice della cultura e dell’educazione, abbia attirato i brand del lusso come Chanel, Louis Vuitton e Dior che trovano ispirazione nei ricchi tessuti e nelle atmosfere locali. Oggi attraverso Qatar Creates Initiative vengono organizzati eventi che mettono in luce talenti locali e internazionali. Sheikha Al Mayassa – figlia di Sheikha – co-fondatrice insieme a Tanya Fares del Fashion Trust Arabia, realizzano con il supporto di Sara Sozzani Maino, la prima competizione per talenti emergenti del mondo arabo.

Le esperienze da fare sono molte, vi elenco quelle che ho fatto e che mi sono piaciute. Il Safari nel Deserto al confine con l’Arabia Saudita, Khalid è venuto a prenderci in albergo e ci ha portato fino a sera in un percorso emozionante, ero già stata più volte nel deserto del Sahara, torrido e secco, mentre qui le dune sono circondate dal mare ed ancora si possono trovare conchiglie tra la sabbia. Altra giornata a Banana Island dove c’è il resort Anantara e trascorrere una giornata come alle Maldive. Voto 10 al Souq Waqif, il mercato di Aladino, dove ti puoi immergere nell’artigianato locale. Ho comprato delle pashmine ricamate che a Milano le vendono a 500 euro. Impressionante il Place Vendome Mall dove c’è il Sephora più grande del mondo, e tutti i negozi con una dimensione mai vista nemmeno negli Usa.

Quello che mi ha colpito particolarmente è stato il potere d’acquisto che, anche in un posto di lusso, ho trovato più economico di Milano… tutto dire! La goduria è stato utilizzare Uber per gli spostamenti e pagare 4 euro per viaggiare oltre i 15 minuti. Poi la gentilezza delle persone e, seppure viaggiassi con due giovani ragazze bionde, non ci siamo mai trovate a disagio. Certo il mio compagno donne non ne ha viste…erano tutte velate, ma posso garantirvi che erano loro a dominare la vita sociale della città. Guidavano Bentley, giravano da sole, andavano a mangiare con le amiche o con i figli… soprattutto facevano uno shopping folle. Ovviamente sempre borse griffate per loro, ho visto molte Prada e Valentino al posto delle Chanel ( e questo fa capire perchè hanno scelto un nuovo designer). Anche per mangiare la scelta è vastissima, noi abbiamo provato tutte le cucine internazionali: ottimo ristorante libanese e siriano, poi sushi e anche ristorante greco con tanto di lancio di piatti!

Nella mia testa inevitabilmente continuavo a pensare a come in Europa i mercati del lusso siano saturi e altamente competitivi, cosa che rende sempre più difficile per i brand innovare a attrarre nuovi clienti, mentre qui si respira una visione fresca e futuristica del settore con un lusso esperienziale, che ha un forte legame con la cultura locale. La crisi economica globale e l’evoluzione delle priorità dei consumatori stanno costringendo il settore a reinventarsi e in questo panorama il Qatar offre una visione che fonde innovazione, tradizione e sostenibilità. Qui si sta costruendo un modello unico e aspirazionale che ovviamente è dovuto all’economia solida, grazie alle immense riserve di gas naturale e petrolio, ma la mia impressione è che si stia creando un concetto nuovo. Il lusso qui non è solo un bene materiale ma un’esperienza immersiva che attrae consumatori da tutto il mondo, in particolare Asia e Medio Oriente, dove il desiderio di ostentazione e unicità è ancora molto forte, qui è simbolo di successo e prestigio, mentre da noi è vissuto con discrezione. Insomma ho potuto considerare due facce del lusso: uno radicato nella tradizione e nell’artigianato, l’altro proiettato verso il futuro e l’innovazione, una sfida che l’Europa dovrà affrontare per rinnovarsi e mantenere la sua leadership.

Tutto va rinnovato, lo ha capito anche Natalia Aspesi che ha aperto il suo canale su TikTok dove però pubblica solo musica e dei suoi selfie un po’ sconnessi, lo ha capito Prada che punta a diventare un polo del lusso italiano, magari prendendosi Versace che è sul mercato. Come vi dicevo a fine anno tutti puntano sui podcast e anche Andrea Batilla e Giuliana Matarrese hanno lanciato il loro format con Linkiesta che si chiamerà Front Row…qualcosa di nuovo? Prima ospite Carla Sozzani in live il 20 gennaio al teatro Franco Parenti di Milano.

Il futuro della moda sarà quindi un mix di tecnologia e umanità, dove tessuti intelligenti e design ultraterreni vestiranno non solo i corpi ma anche i sogni di un mondo sempre più simile a un set di Blade Runner. Per ora noi semplici umani andremo a Firenze per Pitti a filare sotto cieli di neon… ci vediamo lì, habibi.

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