Moda

Nov 15 HANGOVER

di Cristiana Schieppati

Nel mondo della moda l’hangover può essere visto come una perfetta metafora: un mix di eccessi, emozioni e la necessità di ritrovare l’equilibrio dopo il caos. La moda, come una serata indimenticabile, è fatta di momenti di gloria, scintillio e audacia, ma ogni grande show o stagione frenetica lascia il suo segno, proprio come un hangover. Ogni collezione nasce dall’eccesso, ore interminabili di lavoro, ispirazioni visionarie, materiali innovativi e quella corsa frenetica contro il tempo per stupire. Ma, quando si spengono i riflettori, rimane il “post-sbornia creativo”: la necessità di trovare la calma, fare il punto sulla situazione e prepararsi per il prossimo capitolo. Quando le luci si spengono resta quella stanchezza dolceamara che si mescola alla soddisfazione, ci si rende conto di aver spinto al massimo, ma è proprio questo il fascino del gioco. Dopo il picco di adrenalina arriva il momento della riflessione e del reset, in quel momento nascono le idee più pure e genuine.

Tra cene aziendali, party, incontri con colleghi e partner chi lavora nel mondo della moda sa che è iniziato il Christmas Month, un vortice di appuntamenti, vestiti scintillanti… ogni occasione è una vetrina e ogni evento un’opportunità di networking e mantenere alta la propria energia è fondamentale. Se penso che quando ero all’università andavo la sera a fare gli shottini con le mie amiche Barbara e Silvia per portare a casa qualche extra. Andavamo allo  Shocking la discoteca che ha segnato molte delle notti milanesi, era sotto il teatro dove oggi sorge Eataly in piazza XXV aprile e ci invitava Chicco Como insieme a Francesco Piccioli un bel giro per noi che frequentavamo la Statale di Milano. Al mattino, anche se ero rientrata alle tre di notte, ero bella fresca come una rosa, oggi resto rimbambita per almeno una settimana.

Mi sto quindi preparando ad un mese intenso dove il Natale è sempre più in anticipo. Così ho fatto una ricerca e sembra che la prima regola per affrontare gli “hangover” da party è l’idratazione. Non c’è infatti abito di lusso o trucco perfetto che possa coprire i segni della disidratazione, bisogna alternare un bicchiere d’acqua a ogni drink alcolico durante gli eventi e iniziare la giornata la mattina dopo con un bicchiere d’acqua calda e limone per rimettere in moto il metabolismo. Per fortuna ho le maschere di Filorga, si quelle che vi ho regalato ai CHI E’ CHI AWARDS che sono perfette per idratare la mia pelle insieme ai sieri magici e alla vitamina C di Bakel che mi manda Francesca Picciafuochi.

Agli eventi si trova da mangiare spesso finger food raffinati e leggeri ma raramente nutrienti, quindi a volte fare uno spuntino prima di uscire di casa conviene, ma soprattutto è bene ricordare che partecipare ad ogni singolo evento non è sempre necessario, saper dire no a qualche invito non solo permetterà di godervi di più i party selezionati, ma vi darà anche l’energia per essere al meglio dove conta.

Settimana scorsa sono stata alla cena organizzata da Coccinelle per il lancio della borsa C-Me che praticamente sembra personalizzata per me dato che ha una bellissima C in oro impressa davanti. Al mio tavolo parlavo con Daniela Palazzi, la fondatrice insieme a Cristina Parodi del brand Crida, la collezione iper femminile che le due socie hanno lanciato proprio l’anno del covid ma che, grazie alla chiusura forzata, le ha portate sempre di più a creare un business one to one con la loro community. Mi raccontava che spesso si mettono in macchina con il loro carico di vestiti e viaggiano tra una città e l’altra dove organizzano delle presentazioni con inviti selezionati tra le signore alle quali offrono un’esperienza di shopping unica e se posso dire vorrei anche io avere Cristina e Daniela come consulenti, perché sono veramente sempre elegantissime e rappresentano due donne dai grandi valori, si parla di moda e di figli (Daniela ne ha quattro!), di genitori non più giovanissimi e di voglia di sentirsi bene per noi stesse.

Lavorare in prima persona significa mettersi in gioco ogni giorno, assumersi la responsabilità diretta di un progetto impegnandosi con il massimo coinvolgimento. Occorre dimostrare la credibilità nei tuoi confronti e verificare e garantire che ogni aspetto del lavoro sia gestito con cura e attenzione. Ovviamente c’è sempre il rischio di essere troppo coinvolti e questo può portare a stress ed affaticamento. Per questo mi è piaciuto l’approccio di Giampaolo Sgura che da 4 anni firma la campagna pubblicitaria di Coccinelle che mi raccontava che sta per volare a Miami per Paul & Shark e che, avendo vissuto li per diversi anni, si prende anche qualche giorno di vacanza. Sebbene viaggi molto per lavoro e anche lui ammetta che ci sia un calo di business rispetto a prima del 2019, ammette di poter scegliere quello che gli piace senza selezionare in base al target di prodotto, e quindi lavora per brand di lusso e anche di fascia media senza problemi, poi torna nella sua amata Puglia dove ritrova i ritmi di vita normali. Stesso pensiero per Anna Dello Russo che gira il mondo e poi torna nella sua amata terra pugliese per trovare le giuste energie.

Quando si parla di moda si parla spesso di lusso, la si associa un’idea di ostentazione e apparenza. Eppure il vero lusso non risiede nella semplice esibizione di ricchezza o status, ma nell’essenza stessa di ciò che lo definisce: qualità, autenticità e unicità. Per le persone non si tratta di possedere qualcosa , ma vivere un’esperienza che possa emozionare, godersi il tempo ed avere la libertà di scegliere la qualità della vita invece che il rumore del mondo. Ecco perchè l’attrazione per i marchi di lusso continua a diminuire, lo afferma l’Osservatorio Altagamma che esamina lo stato del comparto dando la colpa all’incertezza macroeconomica e al continuo aumento dei prezzi dei marchi che hanno portato i consumatori a ridurre gli acquisti e anche la Gen Z, che è stata oggetto di tutto il marketing di questi ultimi anni , ha scelto altre esperienze, come i viaggi. Eppure i ladri che hanno svaligiato il negozio di Valentino a Roma ( un bottino da 140.000 euro) e a Parigi quello di Louis Vuitton a Saint- Germain sfondando la vetrina per portare via migliaia di euro di borse, avranno pensato che quelle borse un mercato devono ancora averlo no?

Leggendo il libro di Tommaso Ebhardt , direttore di Bloomberg News, che ripercorre la storia di Prada (Prada Una storia di Famiglia edito da Sperling & Kupfer) si comprendono le ragioni del successo di come, un piccolo negozio nel salotto di Milano sia diventato un brand globale da miliardi di euro quotato alla Borsa di Hong Kong. Come ha fatto Miuccia Prada a trasformare il negozio del nonno in centro in uno dei brand del lusso di maggior successo? Fa strano che a scrivere un libro sulla moda sia un giornalista che di solito si occupa di altro e ancora di più leggere la sua intervista sul Corriere della Sera fatta da Ferruccio de Bortoli che ammette “Sa poco di moda, chi scrive ancora meno, ma molto di finanza ed è oramai un narratore del tutto originale delle economie di scala, con qualche cronaca del sottoscala”. Secondo l’ex direttore del Corriere sembra che Miuccia Prada e Patrizio Bertelli stiano progettando un gruppo che faccia da polo aggregatore della moda italiana per tentare di contrastare il potere dei francesi LVMH e Kering, un’operazione difficile visto che Prada Group fattura 5 miliardi contro il 20 del gruppo di Pinault e addirittura gli 80 di Arnault. Vedremo. Tommaso l’ho conosciuto grazie a mia madre, insieme erano spesso i pochi giornalisti invitati da Sergio Marchionne alle cene a casa sua a Detroit tanto che ha scritto un libro di grande successo proprio sul manager Fiat. Lo sapete che la moglie di Ebhartd, Anna Crema è una bravissima illustratrice? Io l’avevo coinvolta per creare il disegno dell’angioletto per lanciare il brand di bijou Angelina e per alcune copertine del CHI E’ CHI dell’ Auto. Così per dirvelo.

Insomma per farla breve i tempi sono complessi tanto che anche Anna Wintour è corsa ai ripari e per la prima volta Vogue Usa ha un “guest editor”, la direttora più temuta del mondo della moda ha affidato a Marc Jacobs la direzione del numero di dicembre del magazine Condé Nast, in vendita dal 26 novembre. Dolce & Gabbana ha siglato una capsule con Skims il brand di Kim Kardashian, quello che fa le guaine nascondi pancia più fighe in circolazione per intenderci anche se poi vogliamo dire che fa abbigliamento inclusivo ecc ecc… , Damiano David estende il suo ruolo di brand ambassador globale di Diesel co-creando per la prima volta una capsule collection esclusiva con il direttore creativo Glenn Martens. Lo stesso stilista ha siglato una collaborazione con H&M per una capsule collection , Sofia Coppola dirigerà il primo Bal d’Été al Musée des Arts Décoratifs di Parigi la cui prima edizione si terrà il prossimo 6 luglio 2025 durante la Couture Week di Parigi. Un evento che celebrerà la moda e l’arte di vivere alla francese, con lo scopo di sostenere il museo e le sue collezioni. Insomma il messaggio è che nessuno si salva da solo !

Anche gli eventi di raccolta fondi, che in questo periodo saranno all’ordine del giorno in quanto il Natale è un’ottima occasione per unire lo spirito delle festività alla solidarietà, sono alla ricerca sempre di idee creative anche se la cena di gala con asta benefica e lotteria sembra essere il format più utilizzato. Convivio ha chiuso l’edizione 2024 con una raccolta complessiva di 1.800.000 euro a favore della lotta contro l’AIDS dimostrando come negli ultimi decenni la lotta all’AIDS sia diventata anche un movimento globale per i diritti civili sviluppando strategie di marketing assicurate ad un’immagine glamour che attirano donazioni di fascia alta. Mi chiedo come mai in un momento in cui la ricerca medica e le risorse sanitarie sono messe a dura prova la moda non scelga di devolvere più fondi alla lotta contro il tumore, una malattia che colpisce milioni di persone ogni anno e che rappresenta una delle principali cause di morte nel mondo , una malattia che ci riguarda tutti, una battaglia non solo per chi è malato ma che tocca famiglie, amici e comunità intere. Penso a Bianca Balti che oggi più che mai è la testimonial di un percorso di cura difficilissimo. Cercare visibilità in cambio del proprio sostegno o mobilitare fondi da investire per il futuro? Scegliere di contribuire per lasciare un segno tangibile e positivo per le generazioni future è un atto di responsabilità, la moda deve prendersi degli impegni tangibili e questo vale per tutti i progetti, dalla sostenibilità all’etica del lavoro.

Per trovare un equilibrio il mondo della moda deve ritrovare sobrietà, deve svegliarsi dal suo hangover e chiedersi “ E adesso? Cosa posso fare di nuovo che superi questo?” E’ giunto il momento in cui si guardi al futuro e si crei una consapevolezza più profonda, il post-sbornia della moda è arrivato, l’eccesso ha un costo e bisogna cambiare rotta, ciò che rimane dopo determina il suo vero valore a costo di qualche foto in meno.

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