Geely, il gruppo cinese che ha sede a Hangzhou, nel sud del paese, da dieci anni, sta tessendo la sua tela, in modo silenzioso, per assumere, piano piano, il controllo dei più importanti marchi europei dell’auto. Nel 2010 ha acquistato da Ford la Volvo Cars, subito dopo diventa proprietario dei taxi neri londinesi e della società malese Proton che a sua volta detiene le prestigiose auto da corsa Lotus. Come non gli bastasse entra al 50% nel capitale di Smart, sino al 2019 della sola Daimler, precedentemente prodotte nella regione della Mosella, in Germania ed ora costruite in Cina. Nello stesso tempo è diventato azionista per il 9,69% di Mercedes Group. Ha finanziato Volvo per dare più lustro alla sua divisione di auto da corsa Polestar, diventata un brand di lusso, 100% elettrico, collaborando, nel giugno scorso, al suo ingresso nella Borsa di New York, otto mesi dopo all’Ipo di Volvo Cars, a Stoccolma. Una strategia che ha visto Geely al loro fianco, senza sopraffarli, salvando l’eredità storica della società, rispettando l’origine della stessa, ridando vigore agli stabilimenti e all’occupazione. La presa di Volvo ha indubbiamente proiettato Geely tra i maggiori attori globali dell’auto, pur lasciando piena autonomia di azione sia ai vertici che ai dipendenti, senza imporre nessuna squadra di super manager cinesi. Volvo Cars, lo sorso anno ha venduto 615mila veicoli, il doppio rispetto al 2010, con un utile netto di 1,5 miliardi di euro, su un fatturato di circa 30miliardi di euro, un incremento del 17%, superando tutte le previsioni degli analisti. Per il 2023 è prevista una crescita a doppia cifra e la casa svedese punta a passare alla completa elettrificazione entro il 2030. Il discreto fondatore di Geely, Li Shufu (adesso si fa chiamare Eric), non ancora soddisfatto, vuole dare una mano anche a Renault per lo sviluppo dei motori termici ed ibridi che continueranno ad essere utilizzati fuori dall’Europa ben oltre il 2035 (la data stabilita di fine vendita nel nostro Continente). In base ad un accordo, i due costruttori deterranno il 50% cadauno delle quote azionarie di una nuova società che produrrà sistemi di propulsione ibrida di nuova generazione, con tecnologie prive di carbonio, in cinque centri di ricerca globali. Gestirà ben 17 siti in tre continenti, in grado di assemblare 5 milioni tra propulsori e trasmissioni, impiegando oltre 20mila persone. Durante lo scorso Capital Market Day del gruppo Renault, è stato proprio Luca de Meo, ceo del gruppo Renault, a precisare che “mentre stiamo accelerando la nostra trasformazione per acquisire valore sull’intera catena automobilistica, abbiamo concordato con Geely un’ambiziosa partnership per sviluppare le tecnologie dei motori a combustione e ibridi che rimarranno una parte fondamentale del settore per i decenni a venire”. I cinesi hanno rilevato il 34% della filiale coreana di Renault (che detiene il 53%), lanceranno, nel 2024 dei veicoli ibridi in Cina, prodotti localmente, in cambio il francese produrrà vetture con il marchio Link&Co (entrata anche nel car sharing) nel suo stabilimento coreano, con il suo partner locale Samsung.