Auto

Nov 04 I MARCHI ITALIANI AVRANNO UN FUTURO?

di Bianca Carretto

La depressione del mercato  automobilistico europeo è un dato di fatto ma, registrando l’evoluzione delle immatricolazioni nuove nel Continente,  nei primi nove mesi del 2024, non si può  non notare il crollo di Stellantis scesa dal secondo posto di qualche tempo fa,  al settimo, con una Toyota cresciuta del 16,4%, seguita da una Volkswagen con un più 1,2% e con  la Bmw, sempre in  segno positivo. Dove sono finite le Fiat, le Lancia, le Alfa Romeo, dove è svanita la storia gloriosa dell’industria italiana? Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, si appresta a bruciare tra i 5 e i 10 miliardi di flussi di cassa per l’intero 2024, quando tutti si aspettavano la conferma  delle sue affermazioni, ossia di un contesto  favorevole di almeno 5 miliardi. La capitalizzazione in borsa crolla giornalmente ( in pratica è stato cancellato tutto il percorso di borsa dalla creazione della società, nel gennaio 2021) ma, nel frattempo gli azionisti  hanno ricevuto più di 21,5 miliardi di euro in dividendi e riacquisti di azioni, anche grazie agli eterni sussidi  che da più di un secolo vengono versati ai padroni del Lingotto. Il costruttore che non aveva mai  pubblicato un margine operativo inferiore al 10% ha annunciato che quest’anno potrebbe generare, nel migliore dei casi, solo un profitto  tra il 5,5% e il 7% . 

La situazione non può rappresentare  solo un incidente di rotta limitato agli Stati Uniti, dimostra che il sistema Tavares  che pratica prezzi alti ma con una compressione costante dei costi e  una azione insistente sui concessionari e sui fornitori, sta crollando, svelandosi un fallimento. Sempre il manager ha parlato  di “errore umano”,  senza assumersene  la responsabilità , anzi colpevolizzando la squadra, senza aver visto, sin dal 2023, la produzione carente nelle fabbriche, un approccio di marketing calibrato e l’improvviso accrescimento delle scorte sui piazzali. In tre anni Stellantis  non ha proposto nessuna auto su nuove piattaforme più tecnologiche, che dovrebbero essere comuni a tutti i marchi del gruppo e, soprattutto,  ha destinato pochi introiti alle sue gamme, richiedendo –inoltre- ancora soldi pubblici. 

Vi è un altro dilemma di non poco conto,  con più di 600mila Citroen C3 e Ds3 interessate allo scandalo degli airbag difettosi Takata, la Codacons, con Adusbef e Assourt,  hanno avviato una class action, davanti al tribunale civile di Torino, contro il gruppo Psa  Italia , per chiedere il risarcimento  del danno subito dai proprietari dei due veicoli.  Pare di vivere in un limbo, dove tutto é permesso: non puntare più sul futuro, ridurre i salari, limitare le spese correnti, non pagare i fornitori e non risarcire i clienti che hanno avuto problemi.  La Fabbrica Italiana Automobili Torino oggi è in discussione, dovuta alla dismissione industriale a cui Tavares ha dato un colpo micidiale.

I volumi di produzione quasi nulli ( da gennaio a  settembre circa  387mila veicoli costruiti ,una diminuzione del 31,7%)  e il numero dei dipendenti  si è ridotto già di 3mila persone, a giugno 2024, ma sono previste ulteriori 3.800  uscite incentivate.  Si parla della Nuova Panda in versione ibrida ( non quella proposta attualmente che è solo un rimpasto) ma sarà in arrivo non prima della fine del 2025.  L’Innovation Lab di Modena, voluto da Sergio  Marchionne per essere il simbolo della Maserati, è svuotato  ed abbandonato, anche il logo del Tridente è sparito dalla facciata.  Per Maserati nessun piano è previsto a breve, se non entro 4/5 anni e il ritardo della realizzazione delle piattaforme per Alfa Romeo  porta direttamente il brand a non avere nessun elemento  di competizione con i marchi concorrenti.

Lo stabilimento di Grugliasco  è ormai una landa desolata e Mirafiori, nelle mattine di nebbia autunnale, ha l’immagine di un fantasma. Sempre Marchionne, nel giugno 2015, aveva  annunciato 5 miliardi di investimenti  per il Biscione, ora si cerca di vendere la Junior, una Peugeot ricarrozzata.  Gli alfisti che vanno in concessionaria escono delusi, per quel frontale schiacciato che pare incidentato, con lo scudetto  in plastica, come fosse un francobollo appiccicato.  In una lunga conferenza stampa Marchionne aveva spiegato il rilancio del brand, presentava la Giulia, il modello  della ricostruzione,   il ritorno sulla scena mondiale per ridare all’Alfa i contenuti e la fierezza che meritava. Era sufficiente seguire il suo itinerario, studiato, da lui, con tutta la sua  squadra che aveva definito “ eroi”.  E quanto è difficile pensare ad un futuro per Lancia, l’iconica griffe, quando si accenna a Delta e a Gamma che parevano in arrivo nel 2026 ma ora  posticipate al 2027/ 2028 ( Stellantis  esisterà ancora ?) basate sulla  piattaforma Stla Medium , in comune con Opel . Non sono ancora chiare le fabbriche a cui potrebbero essere assegnate, come se fossero automobili irrilevanti. 

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