Tutti ci chiediamo come saranno le città del futuro, senza pensare a visioni di fantascienza, con auto volanti e robot che ci accompagnano, con risorse energetiche in fase di esaurimento, dove tutto potrebbe essere automatizzato. Il convegno The Urban Mobility Council, il think tank della mobilità, presentato a Milano, presso la Fondazione Feltrinelli, organizzato dal Gruppo Unipol, patrocinato dal Ministero della Transizione Ecologica e della Commissione Europea, ha cercato di dare delle risposte concrete. Un modello che deve associare l’uomo alla natura e l’uomo all’uomo, per affrontare i molteplici problemi interconnessi come quello dell’inquinamento atmosferico, delle risorse, della conservazione della rete idrica, dell’energia e degli alimenti, per ultimo, assolutamente non trascurabile, quello dell’edilizia abitativa. Noi, dovremo adattarci, nell’ambito di una pianificazione urbana che combini densità e nuove tecnologie, come ha precisato Carlo Cimbri, presidente Unipol: “le abitudini delle persone cambieranno in funzione delle facilitazioni sulla mobilità che deve essere affrontata con maggiore professionalità. Abbiamo cercato di costruire un centro di discussione poiché i progetti nascono sempre dalle idee”. Il coinvolgimento del Politecnico di Milano ha fatto emergere realtà nuove, tanto da prevedere che, tra vent’anni, un’auto condivisa ne sostituirà almeno dieci di proprietà privata e che già ora, il 20% delle vetture in Italia, potrebbero essere permutate subito con elettriche pure. “Una mobilità che ha più voci rispetto a qualche tempo fa – ha sottolineato Stefano Genovese, responsabile delle Relazioni Istituzionali del Gruppo Unipol – stanno cambiando le fonti di energia per i mezzi di trasporto, si modificheranno le relazioni individuali con i veicoli, sta crescendo un nuovo ecosistema di prodotti e di servizi che erano sconosciuti solo fino a qualche anno fa. Il Gruppo Unipol ha investito da decenni nella telematica di bordo, sino ad arrivare a posizioni di leadership: è tempo di connettersi e condividere esperienze con questo vasto movimento per realizzare, assieme, la seconda motorizzazione di massa degli italiani”. Per questo è stata creata la piattaforma “think-tank” in cui sono rappresentate tutte le istituzioni, politiche e amministrative, insieme alle filiere industriali. Massimo Nordio, Vice President Government Relations and Public Affairs di Volkswagen Group per l’Italia, ha immediatamente sposato l’iniziativa “fondamentale per fare finalmente squadra, solo uniti potremo affrontare questa trasformazione così importante per l’Italia. Non abbiamo nulla da temere, il nostro Paese deve partire all’attacco, dimostrare di essere sempre il migliore anche nel costruire auto elettriche, nel rispetto di una tradizione che ci ha visti protagonisti in questo settore. La nostra industria deve recuperare il divario che ha accumulato, questa è una sfida che l’Italia deve vincere”. È sempre Genovese ha evidenziare che: “think-tank servirà ad inquadrare anche le normative che la nuova mobilità richiede, compresi i tanti temi etici. Pensiamo alle conseguenze – anche morali – della guida autonoma o a quello che sta già accadendo sulla disciplina dell’uso dei monopattini, ai parcheggi riservati alle auto elettriche o ibride. Stimoleremo un confronto, offriremo un contributo di conoscenza applicato sul campo, per esplorare nuove frontiere”. Città dunque connesse, sostenibili, autosufficienti dal punto di vista energetico, gli edifici potranno essere in grado di generare elettricità attraverso turbine eoliche integrate e pannelli solari, un sistema di geolocalizzazione ci consentirà di spostarci, con la possibilità di consultare in tempo reale i parcheggi a disposizione. Il Politecnico di Milano, capofila con il suo centro di mobilità sostenibile, una partnership pubblica/privata, con 50 attori distribuiti sul territorio nazionale, di cui 25 università e relativi centri di ricerca, ha promosso la sua missione, tanto da far dichiarare a Sergio Savaresi, professore di automazione nei veicoli del Politecnico di Milano che:” il big-bang di questa rivoluzione sarà l’automazione del guidatore che spingerà verso la mobilità a servizio che, a sua volta, genererà il flusso di completamento dell’elettrificazione. Dobbiamo individuare le direttrici di sviluppo più rapide ed economiche per facilitare questa mutazione, sia con veicoli tradizionali sia con guida autonoma”.