Arriva in edicola il 7 ottobre il numero di Vogue Italia dedicato ai nuovi inizi. “Voglia di futuro” è infatti il messaggio della storia di copertina che ha come protagonista Chiara Ferragni, mai prima d’ora sulle pagine del magazine.
Vogue Italia è sempre riuscito a tenere alto il dibattito internazionale su temi controversi, e oggi è pronto per affrontare una nuova sfida: portare storie, idee e nomi italiani in un circuito globale che conta ben 27 edizioni. Il denominatore comune è proprio Vogue: un contenitore autentico e trasversale capace di includere generazioni diverse e differenti punti di vista.
«Chiara è la protagonista ideale per interpretare questo nuovo corso», scrive nel suo editoriale Francesca Ragazzi, Head of Editorial Content di Vogue Italia. «Lei, una donna che ha la mia stessa età e che lavora incessantemente, cercando sempre di raggiungere il giusto equilibrio tra il ruolo di mamma e quello di imprenditrice di successo. Oscillando tra sfera pubblica e privata».
Ad intervistare Chiara Ferragni per le pagine di Vogue Italia la nota scrittrice Michela Murgia che ha accettato con entusiasmo l’invito a confrontarsi con lei «per l’importanza che la sua figura riveste nel piccolo, timido processo di cambiamento che le donne stanno vivendo in questo paese». L’intervista è un’occasione per parlare di femminismo, empowerment femminile e famiglia. Ma soprattutto di un grande tema di attualità, la privacy, che per Chiara è un concetto soggettivo: «Tra la mia vita privata e la mia vita lavorativa il confine non è netto, ma non lo è neanche il concetto di privacy, che è soggettivo».
Il filo conduttore del numero è infatti il tema della privacy. Così oltre a Chiara Ferragni, simbolo della visibilità totale nel mercato dei social network, c’è un ritratto inedito di Mina, artista che vive ormai da sempre lontano dai riflettori e che fa ragionare sul valore dell’assenza in un mondo di costante presenza. Poi ancora, una carrellata di artisti, musicisti e scrittori contemporanei che vivono nell’ombra o coprono il viso per proteggere la loro vita privata, raggiungendo il risultato opposto: mettersi in luce.
In contrasto ci sono poi le storie di chi ha dovuto lottare per farsi vedere: il team di Vogue Italia ha intervistato e fotografato le cinque designer BIPOC che hanno aperto, con le loro collezioni, la settimana della moda milanese. Le “Fab 5” per far valere la loro identità devono lottare tutti i giorni: «Siamo sempre state qui, ma nessuno ha mai voluto vederci», hanno detto. Queste designer (Sheetal Shah, Nyny Ryke Goungou, Romy Calzado Celda, Zineb Hazim e Judith Saint Jermain) sono il simbolo di un’Italia che sta cambiando e Vogue Italia, insieme a loro, racconta questo cambiamento.
Il numero si completa con un forte accento su living e design e con alcune nuove sezioni come la rubrica Bloc-notes curata da Federica Salto in cui si raccontano gli eventi e gli appuntamenti clou della moda; le sezioni Moda e Beauty si rinnovano con le pagine dedicate allo shopping e il Beauty si arricchisce con The Clean Page, pagina dedicata alle novità nell’ambito della bellezza sostenibile e responsabile.
Ma quante idiozie, le donne lavorano da anni e fanno figli. Poi questa Ferragni sempre in mezzo