Tra i miei sogni, oltre a quello di vincere un gratta e vinci milionario, c’è sempre stato quello di vivere a Natale la storia di Charles Dickens, non che io sia cattiva e tirchia come il protagonista della novella, ma semplicemente per rivivere in un sogno il Natale passato, quello del presente, e quello futuro. Nel mio passato troverei i ricordi di una Cri Cri felice, che aspettava questo giorno per tutto l’anno. Ero talmente eccitata che il calendario dell’avvento, allora fatto con solo immagini e niente regali di lusso, era per me una tentazione ed aprivo in anticipo le caselline e poi (furba eh!) le incollavo per non farmi scoprire da mia madre.
Ricordo che andavo a letto e nel buio guardavo le decorazioni appese ai vetri della finestra ghiacciata, quando a Milano faceva freddo a Dicembre, e cercavo di sentire i rumori della casa per scoprire se stava arrivando Gesù Bambino. E poi si andava a Torino da mia nonna una volta noi, una volta veniva lei. Ricordo quando ho scoperto che non esisteva Babbo Natale, eravamo in Africa in uno dei tanti viaggio organizzati da mio padre. La mamma aveva usato la stessa carta da pacco per i regali agli amici in viaggio con noi e per i regali arrivati nella notte, non poteva essere che Babbo Natale fosse andato nella stessa cartoleria!
Passano gli anni e sono io a fare la mamma e organizzare le sorprese per le mie figlie: i biscotti e il bicchiere di latte vicino al camino, la letterina di risposta di Babbo Natale con tanto di raccomandazione di fare le brave con me “mamma ma come fa Babbo Natale a sapere tutte queste cose?”, l’emozione di essere svegliata alle sei di mattina con le urla “mamma è arrivato è arrivato!” e noi li tutti addormentati in vestaglia a godere della loro felicità. E le recite: una faceva la Madonna e l’altra la stellina, le vere star della giornata! Poi ricordo le cene di Natale a Casa Coveri, con Maria Fichera ed Elisa Marano. Quanta emozione la prima volta che ricevetti quell’invito. Oltre a mangiare ribollita e delizie che Silvana e Francesco ci facevano trovare, ci divertivamo a fare la tombolata con la finocchiona da portare a casa. E anche quando il Signor Armani ci ricevette per una cena da lui e controllava i tavoli a uno a uno e prendeva le sedie e le spostava. E il buffet di Dolce & Gabbana che era un regalo poterlo gustare! E poi le feste di Natale del CHI E’ CHI, quando c’era Lucia Serlenga, quando veniva Pupi Solari ad abbracciarmi.
Poi arriva il Natale di oggi, fatto di tante mancanze. Il mio papà prima di tutto che ha lasciato le sue donne sole, le figlie grandi che hanno smesso di credere a renne ed elfi e a quella magia che non c’è più, anche se la notte io resto nel letto e cerco sempre di sentire i rumori della slitta che arriva, ma è solo il vicino di casa che rientra tardi.
Il Natale del futuro lo vorrei con tanti nipoti e le mie figlie che vengono a casa dicendomi “mamma ci prepari le lasagne !” ed essere magari al mare, via da Milano, dove il tempo ritrova il suo giusto ritmo. Vorrei continuare ad essere circondata da amore e affetto, quello di chi non ti dimentica anche se non servi più lavorativamente.
Quello che sento è di voler costruire un futuro che non sia fatto di ansie, corse contro il tempo, persone negative, invidia. Ma che sia una scoperta di gentilezza, di valori, di amore. Il mio augurio è quindi che ognuno possa cambiare il suo destino in meglio, con piccoli passi, piccole scelte quotidiane. “La via che gli uomini seguono presagisce una fine sicura se essi vi perseverano ma, modificando sulla via, anche la fine deve cambiare” Charles Dickens.
Vi lascio un po’ di foto dei ricordi, in copertina una piccola me la mattina di Natale mentre ricevo un maxi orso di peluche.