“La moda non può non essere politica perché è un linguaggio universale. Ha una voce forte, un’audience infinita, la capacità mediatica ed economica di formare l’opinione pubblica quanto e – secondo alcuni studi – persino più dei governi. Comunica molto, certo non tutto porta significato, ma se lo fa contribuisce in modo non irrilevante a spostare di qualche passo più avanti la nostra società“. Con queste parole Emanuele Farneti presenta il primo numero del nuovo d, in uscita sabato 19 marzo con due cover differenti . Si apre così un nuovo capitolo della storia del femminile allegato a Repubblica, con l’arrivo alla direzione di Emanuele a novembre del 2021 con la condirezione di Simona Movilia.
La prima cover è scattata da Paolo Roversi, che ha ritratto le creazioni di alta moda indossate da un casting non binario a sottolineare, con la poesia delle immagini, la necessità della moda di farsi autenticamente inclusiva. La seconda vede protagonista degli scatti, firmati dalla fotografa olandese Carlijn Jacobs, la top model e attivista polacca Anja Rubik. “Anja, come migliaia di suoi concittadini, è corsa al confine con l’Ucraina per aiutare i profughi”, scrive Farneti nel suo editoriale, “In pochi giorni è passata dalle passerelle parigine agli ospedali da campo: l’immagine del contrasto è brutale, persino disturbante, ma rende l’idea di quanto spaventosamente distanti eppure incredibilmente vicine siano le nostre vite, i nostri impegni quotidiani, i mestieri che facciamo, le piccole e grandi cose cui diamo importanza, a quello che sta succedendo a poche centinaia di chilometri da noi”.
“Give peace a chance”, le note della canzone di John Lennon, fanno da titolo alla cover, citazione di un celebre scatto di Richard Avedon: “Abbiamo voluto mettere a disposizione la cosa più preziosa che ha un giornale, la sua copertina, per far risuonare quelle parole insieme al ritratto di lei, senza trucco, con una colomba bianca“. In aggiunta, per portare un aiuto concreto alle popolazioni colpite dalla guerra, anche d – insieme alle altre testate del Gruppo GEDI – ha deciso di sostenere l’iniziativa lanciata dalla Fondazione Specchio d’Italia per proteggere e assistere i profughi in fuga dalla guerra in Ucraina. Per aderire e avere maggiori informazioni sull’iniziativa, che ha appena superato il milione di euro raccolti: https://specchioditalia.org/
Il restyling firmato dal direttore creativo svedese Thomas Persson e per la parte moda dal creative director at large Jacob K , ha riguardato non solo il formato che diventa quadrato, ma anche il logo con una nuova “d” minuscola che guarda alla contemporaneità dei linguaggi digitali e social, per simboleggiare come “non serva alzare la voce per essere ascoltati quando si hanno argomenti forti da comunicare”.
Grandi interviste, racconti, inchieste e nuovi formati giornalistici, molti dei quali dedicati ai temi dell’empowerment femminile, un argomento che “d” ha sempre seguito nel corso dei suoi 26 anni con impegno e attenzione ed espansione anche sul piano digitale rinnovato per l’occasione, con un potenziamento delle pubblicazioni sulle principali piattaforme social (in primis il canale Instagram@drepubblicait), il sito d.repubblica.it e la sempre maggiore integrazione con il content hub Moda e Beauty.