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Giu 17 IL RILANCIO DEI BIG GIAPPONESI

di Bianca Carretto

Si sono presentati con il piglio  degli antichi samurai, di chi non aveva mai creduto   a una rapida conversione del mercato  alla propulsione 100% elettrica.I ceo di Toyota, Mazda e Subaru, hanno annunciato  che hanno pronta, al lancio, una nuova generazione di motori termici ma con una tecnologia in grado di ridurre  le emissioni di Co2 dei loro veicoli. “ Confermo a nome dei miei colleghi  – ha detto Koji Sato, il ceo di Toyota- che raggiungeremo  la neutralità di carbonio attraverso differenti strade”. Atsushi Osaki , il capo di Subaru ( la società è detenuta per il 20% da Toyota), ha precisato che “ pur continuando a  lavorare sullo sviluppo delle auto completamente elettriche non trascuriamo il miglioramento  delle prestazioni dei nostri motori endotermici”. E, Masahiro Moro , il capo di Mazda ( Toyota possiede circa il 5% del capitale) ha voluto ribadire che  “i motori a combustione  avranno un ruolo chiave nel processo di elettrificazione di tutta la mobilità”. Per cui Mazda mantiene l’installazione dei motori rotativi, aumentando le  prestazioni in termini di potenza, incrementando  la depurazione dei gas di scarico, l’efficienza del carburante e la sua durata. Subaru insiste  nella configurazione a cilindri orizzontali contrapposti ( Boxer), per assicurare il piacere di guida e grazie al baricentro più basso, offrire maggiore stabilità. Toyota  avanza su tecnologie più convenzionali ma, i tre gruppi, hanno promesso  di collaborare, sempre più  uniti, sulla via dell’elettrificazione progressiva. “Ognuno di noi vuole vincere  la sfida ma se lavoriamo insieme  possiamo velocizzare l’evoluzione dei processi”. In effetti oltre ad essere più efficienti  dal punto di vista energetico, i nuovi motori  saranno meno voluminosi delle versioni attuali, per essere facilmente integrati  nei modelli ibridi, lasciando così più spazio alle batterie che potranno alimentare  gli elettrici  con maggiore autonomia. I giapponesi vedono dunque  più futuro  nei veicoli ibridi  plug-in e, pur concentrandosi sull’energia elettrica, non trascurano la combustione interna, con la promessa di utilizzare inedite miscele decarbonizzate. Da qui nasceranno accordi con  gruppi petroliferi per rifornire , nei prossimi dieci anni, le  vetture con biocarburanti, benzine sintetiche  o anche idrogeno liquido. Le tre case offrono già una vasta gamma  di auto ibride ma propongono ancora un numero limitato di modelli 100% elettrici . Una situazione che li pone  in difficoltà nelle vendite in Cina, dove ormai  il 50% delle immatricolazioni si basa  sui veicoli a batteria anche se rimangono sempre forti  nelle aree  dove l’elettrificazione è ancora balbettante.  Volkswagen Group  sta seguendo  una identica strategia,  non avendo nessuna intenzione di abbandonare il settore delle auto a combustione. Attraverso la Reuters, ha rivelato che  continuerà ad investire,  almeno un terzo dei 180 miliardi destinati a finanziare il futuro del gruppo, nei motori tradizionali. Questo per controbattere l’espansione, proprio nell’impero Celeste, dei veicoli elettrici locali che  si confermano sempre più agguerriti. (Corriere della Sera)

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