Un bel ritorno quello del Salone di Ginevra, dalla storia pluricentenaria, che conforta e pare allontanare tutti i venti malevoli che si aggirano sull’auto. Riparte sempre al Palaexpo della città svizzera – dal 27 febbraio al 3 marzo – dopo ben quattro anni di assenza. Agli italiani, in particolare è mancato l’appuntamento con questo evento in cui i manager più importanti, a partire dall’avvocato Gianni Agnelli, un habitué, a Sergio Marchionne o Sergio Pininfarina, ricalcavano i lunghi corridoi, come passerelle. Questa edizione pare, però, come un “cavallo di Troia”, una macchina da guerra che apre la porta d’Europa a tutte le case cinesi, rappresentano più del 40% degli espositori. Il colosso asiatico Cherry è presente con due brand: Omoda e, con un target più ambizioso Jaecoo. Saic mostra la terza generazione della MG3; Byd è uno dei costruttori con la maggiore crescita globale grazie ad una gamma anche elettrica, trasporta le vetture con una nave propria; Geely, parte di un immenso gruppo gode delle facilitazione per accedere a tutte le tecnologie all’avanguardia Vista la totale assenza dei costruttori tedeschi, il gruppo francese Renault pare l’unico a cercare di sbarrare la strada a questi veri antagonisti. Sarà in prima linea il ceo Luca de Meo (rappresenta anche l’Acea, l’associazione dei costruttori europei di auto), crede ancora fortemente in questo modello di esposizione che avvicina il pubblico, accompagnato dal ceo di Dacia, Denis Le Vot, il brand che in meno di due anni è stato protagonista di una vera rivoluzione, l’unico pronto a sfidare i nemici di Pechino. Dacia ha immatricolato, globalmente, nel 2023, ben 658.321 unità, una crescita del 14,7%. In Italia è il brand più venduto ai privati, con un aumento del 25,7%, il doppio rispetto al mercato, generando una quota record del 9,2%.