Porsche, il marchio gioiello, controllato dal gruppo Volkswagen, ha realizzato, nel 2021, un utile di 5,3 miliardi di euro, un quarto in più rispetto all’anno precedente, dopo aver venduto 302mila vetture (più 11%), il miglior risultato della storia, riportando un fatturato che supera i 33 miliardi di euro e un margine operativo del 16,5%. Come se non bastasse, Oliver Blume, l’amministratore delegato di Porsche, ha annunciato che “ il nostro futuro è elettrico, entro il 2030, l’80% dei modelli sarà 100% a zero emissioni“. La casa di Stoccarda è considerata la parte più preziosa del colosso di Wolfsburg, proprio grazie alla sua redditività, il suo valore è valutato dagli analisti finanziari, in una forchetta tra gli 80 e i 100 miliardi di euro. Anche se, durante la conferenza di bilancio, nulla è stato ufficializzato, Volkswagen ha confermato che “ alcune discussioni sono ormai avanzate” per quotare in borsa il marchio, gli accordi devono essere presi con Porsche SE, la holding di famiglia che detiene il 53% dei diritti di voto e il 31,4% delle azioni del maggior gruppo automobilistico europeo. Volkswagen conserverebbe la maggioranza e Porsche avrebbe maggiore flessibilità, per accelerare la trasformazione, rafforzando ulteriormente la sua potenza sui mercati, “ continuando a beneficiare delle sinergie del gruppo”, ha detto Herbert Diess, il presidente del Consiglio di Amministrazione di Volkswagen Ag. Nello stesso tempo potrebbe entrare in cassaforte altra moneta fresca per finanziare ulteriormente il piano di investimenti di 70 miliardi, annunciati da Diess, entro il 2030, per portare avanti la transizione elettrica ed autonoma di tutti i suoi dodici brand, accelerando ulteriormente la loro trasformazione tecnologica e industriale. Anche se, con quasi 27 miliardi di euro di liquidità, il gruppo tedesco non è certamente a corto di fondi. L’Ipo di Porsche segnerebbe comunque una svolta a 180 gradi, l’operazione che potrebbe avvenire per la fine dell’anno, deve passare attraverso sbrogli legali, per garantire comunque il controllo, all’interno del gruppo, delle famiglie Porsche e Piech, eredi di Ferdinand Porsche, il fondatore.