Un cambio epocale, comunicato in Thailandia, su una pista di corse, da Akio Toyoda, ceo da 13 anni del più grande costruttore del mondo Toyota, al suo braccio destro Koji Sato: “vuoi succedermi?”. La risposta non poteva che essere “si”, per cui dal 1 aprile Toyoda – 66 anni, nipote del fondatore – lascia a Sato – ingegnere, 53 anni, finora direttore del marchio Lexus – la sua direzione esecutiva, pur conservando la presidenza del Consiglio di amministrazione, con il compito di aprire la società a tutti i settori legati alla mobilità. Di fatto è un ricambio generazionale come ha sottolineato lo stesso Toyoda, dichiarando a Tokio che “per portare avanti il cambiamento in atto ho ritenuto che fosse meglio sostenere un nuovo ceo dalla mia posizione di presidente, le basi sono solide così ho deciso di passare il testimone”. Il manager ha saputo costruire un’impresa capace di resistere ad ogni congiuntura, spingendo la vendita di modelli di alta qualità con forti margini, affrontando in questo tempo crisi finanziarie, mancanze di approvvigionamenti causati da tsunami e pandemie. Il gruppo nipponico, con i suoi brand Toyota, Lexus, Hino e Daihatsu, costruisce, ogni anno, oltre 10 milioni di veicoli e la sua quotazione alla Borsa di Tokio vale più di 220 miliardi di euro. Oltre a continuare ad investire sull’elettrificazione della sua gamma, non considerata mai come unica opzione, Toyota continua a spingere verso soluzioni ibride, sviluppando, contemporaneamente, vetture alimentate da celle combustibili e migliorando i suoi motori termici.