Mentre scrivo sono ancora in corso le sfilate parigine che sempre di più producono bellezza. Le seguo da Milano perchè, da quando non ho più la casa dei miei genitori a Parigi, soggiornare nella Ville Lumiere è diventato proibitivo. Così mi concedo il lusso di stare nella capitale solo ogni tanto, quanto sento la necessità di capire dove sta andando la moda. Al momento, essendo tutto molto chiaro, guardo attraverso gli occhi dei colleghi che sono li. Leggo ad esempio l’articolo di Daniela Fedi su Il Giornale ( qui il link) in cui intervista Antonio Belloni, anzi Toni perchè lui ci tiene molto. Lo so perchè a settembre 2023 gli abbiamo consegnato il premio alla carriera ai CHI E’ CHI FASHION COMMUNITY AWARDS e lui ha insistito tantissimo affinché fosse scritto così il suo nome. Belloni è il numero due del colosso LVMH, gruppo che negli ultimi anni sta investendo sempre di più nel nostro paese, in particolare modo nella filiera produttiva «Arriveremo presto a superare i 15mila addetti e vogliamo continuare ad assumere perché solo in Italia si trovano e si possono formare degli artigiani dalle mani d’oro. Non è per caso che le manifatture fanno da capofila a circa 5.000 aziende fornitrici distribuite sul territorio nazionale». Si, siamo bravi a fare prodotto noi italiani e non a caso borse e scarpe di brand francesi sono prodotte nel vigevanese e asciugamani e biancheria a Busto Arsizio (una mia amica mi faceva avere gli asciugamani di Chanel e Louis Vuitton ….). Ogni distretto ha la sua piccola produzione, per non parlare di Mantero che produce le sete per tutti i gruppi del lusso.
Quello che ammiro dei francesi è che sono bravi a diversificare ed a spostare l’attenzione su altre iniziative se vedono che qualcosa non è redditizio. Noi invece spesso ci piangiamo addosso. Non è un caso che il gruppo LVMH sia in trattative per acquistare la rivista francese Paris Match e che abbia anche raggiunto un accordo per produrre contenuti tv e cinema a Hollywood con la 22 Montaigne, società creata appositamente per questo scopo. Pensa a quante opportunità per il brand di allargare a macchia d’olio la sua influenza. Su questo noi dobbiamo lavorarci, siamo, e mi dispiace dirlo, dei provinciali. Persino Lucien Pagès che Tim Blanks definisce “The PR Prince of Paris” riesce a riscattare le pubbliche relazioni che da noi sono, per molte aziende, considerate un costo superfluo. Lucien ha una rosa di clienti, dalla moda agli hotel di lusso, riviste, prodotti di bellezza ed ha una sede a Parigi ed anche a New York, è l’artefice del successo di Jacquemus e Beyoncè si è rivolta a lui per farsi consigliare su quali outfit indossare durante il suo tour.
In un’intervista a Brenda Weischer Lucien spiega il suo lavoro ” Il mio lavoro consiste nel rappresentare le persone. Può trattarsi di un marchio, di un designer di un museo o un hotel. Ho calcolato 55 sfilate da gennaio a marzo ed ho imparato a espormi personalmente”. Rivela che in questo momento per i clienti sono importanti i numeri: recensioni, Instagram, momenti virali. E se succede una crisi? “Direi che non sono uno specialista nella gestione delle crisi, ma mi occupo di comunicazione in un mondo di crisi, cerco di capire cosa cerca il pubblico, la cosa migliore è essere onesti. Non si possono dire stronzate, so che molto spesso invece nella gestione delle crisi succede questo, a volte non si può dire la verità per molte ragioni. ” E’ meglio ignorare completamente uno scandalo dal punto di vista delle pubbliche relazioni? ” Dipende dalla fonte del problema. Se la fonte non è un grosso problema, ad esempio se si tratta di uno scandalo ma nessuno si è fatto male, una risposta non fa altro che alimentare il mostro. Ma quando c’è un vero errore, bisogna riconoscerlo, scusarsi e proporre soluzioni. Nel mio lavoro, il primo passo è la calma. Il designer e la casa sono emotivi. Percepiranno le cose come ingiuste. Uno scandalo non è mai un evento singolo. Si tratta per lo più di una sequenza di eventi che portano allo scandalo. È successo qualcosa, qualcuno lo ha scoperto, quel qualcuno non tratta il problema e lo ignora. Poi diventa una galassia di problemi, che alla fine porterà a un crollo. Devo analizzare la sequenza degli eventi per capire dove possiamo agire e dove no”.
Usare scandali per creare rumore. Lo so che state pensando tutti a ….Fabrizio Corona…. (haha…mi sono ripromessa che non farò il nome di chi pensate voi in questo articolo!), no io pensavo invece a quanti scandali monta la stampa senza pensare alle conseguenze. Mi ha fatto tenerezza Melissa Satta che ha fatto causa al Daily Mail che ha scritto “Italian tennis star Matteo Berrettini has split from his sex addict supermodel girlfriend Melissa Satta after an ‘intense’ relationship.“. Lei si è difesa sui social dicendo che farà causa a tutti quelli che da ora in poi la offenderanno. Ma cavoli ha ragione, ma si può? Che poi se vogliamo parlare di dipendenti dal sesso qui mi sembra che di uomini fissati ce ne siano abbastanza! Io sto con Melissa!
Tornando alle sfilate di Parigi mi sono piaciute queste cose: 1) The Row delle sorelle Olsen ha sfilato ed ha impedito l’uso dei cellulari ( ma ci pensate che queste due ragazze hanno iniziato a fare cinema e tv fin da quando erano in fasce e nel 2013 hanno vinto il premio come migliori disegnatrici di capi femminili ai CFDA e sono e giovani donne più ricche dell’intera industria dell’intrattenimento!) 2) Ho adorato l’invasione in passerella alla sfilata di Chloé del figlio di Chemena Kamali, la nuova designer che ha strappato applausi anche per la sua collezione 3) Il coraggio di Maria Grazia Chiuri nel fare abiti con logo DIOR gigante quando siamo nell’era “no logo”. Lei va sempre controcorrente 4) Gli abiti in tessuto dei collant di YSL , ho pensato alla felicità dei produttori di calze che stanno affrontando una grave crisi a causa delle temperatura alte che oramai hanno drasticamente ridotto l’uso dei collant. 5) L’invito di Balenciaga che ha inviato agli ospiti un omaggio acquistato su Ebay. C’è chi ha ricevuto degli orecchini, chi dei bicchieri, chi un alzatina in sheffield. 6) Quella stilosa di Victoria Beckam che anche con le stampelle ha affrontato la passerella ed è andata a baciare il suo David. 7) Il nero di Piccioli per Valentino e lo ringrazio perchè se mi creava un altro colore Pink PP io lo denunciavo per oltraggio “al colore”.
Se volete fare un acquisto chic sappiate che la casa d’aste Dreweatts nel Regno Unito è stata incaricata di vendere la collezione privata del conte Manfredi della Gherardesca, che purtroppo è morto inaspettatamente (all’età di 60 anni) nella sua casa di Castagneto Carducci. Era un collezionista, esperto di antiquariato/arte, interior designer (ed ex presidente di Sotheby’s Italia) e aveva case sia in Italia che a Londra. L’asta sarà battuta il 24 aprile e il catalogo è stato scritto dal cantante dei Rolling Stones Mick Jagger amico del nobile defunto.
Questa settimana ci sarà anche la festa delle donne che io non amo particolarmente, ma solo perchè vorrei che ci fosse anche una festa per gli uomini cosi saremmo veramente tutti uguali. E poi cosa abbiamo da festeggiare? L’unica qui a dover far festa è Rihanna che ha incassato 9 milioni di dollari per andare a cantare alla festa di fidanzamento (nemmeno alle nozze!) di Anant Ambani, erede del nono impero economico del pianeta, e Radhika Merchant. Ospiti star planetarie da Zuckerberg a Ivanka Trump, invito di 9 pagine tra indicazioni su abbigliamento e programma, 1200 piatti preparati da 100 chef nella raffineria di famiglia. Che dire, io ho partecipato ad una lezione di cucina presso la Scuola della Cucina Italiana invitata da Pentole Moneta che a questo punto mi aspetto che me ne arrivi una batteria intera. Ognuno fa la sua scalata in classifica come può, mi chiedo che musica ascoltasse Iris Apfel per arrivare a 102 anni.