Ieri l’uscita del dato sull’inflazione Usa ha sicuramente dato una scossa ai mercati che hanno visto dei movimenti molto interessanti dal punto di vista delle dinamiche del rischio. Via il rischio dalle Big 5, si punta sull’obbligazionario e sull’oro, si vendono dollari e si ricomprano Yen dopo diverse settimane. Aumentano di poco le aspettative di un taglio dei tassi a settembre ma qui sará cruciale sempre il mercato ed del lavoro Usa che potrebbe cambiare le carte in tavola circa un aumento dell’entitá dei tagli dei tassi. L’ombra della recessione sembra non essere calcolata dal mercato, un evenienza che potrebbe risultare decisiva nell’ambito della gestione della politica monetaria e dell’andamento dei mercati nel loro complesso.
L’inflazione scende al di sotto delle stime. Il dato di partenza era di un 3,3% contro il 3,1% delle stime, il dato esce al 3%, il dato piú basso da 3 anni a questa parte e che apre di fatto la pista ad un taglio dei tassi giá a partire dalla riunione del Fomc del 18 settembre. Al momento quindi é scongiurato il pericolo circa un taglio per il 31 luglio, data della prossima riunione della Fed e che di fatto sembra essere una riunione di transizione prima del taglio effettivo di 25 bps. Bisogna fare attenzione a piú fattori in questo contesto, ossia il fatto che l’inflazione reale misurata da Truflation, societá indipendente di econometria che utilizza un campione di studio ben piú ampio di quello del Bls, afferma che l’inflazione si trova ben al di sotto del 2%, circa al 1,84%. In sostanza l’inflazione potrebbe scendere ancora piú del dovuto e questo metterebbe sicuramente pressione alla Fed. Altro elemento é il mercato del lavoro che sembra non essere un elemento di forte preoccupazione per la Fed che di fatto vede una disoccupazione ancora molto bassa e sotto controllo. Stando ai numeri e alle tendenze di fondo, non é cosí. La disoccupazione sta aumentando, si trova al di sopra delle sue medie storiche a 18 mesi, seguono questa tendenza anche le richieste iniziali e continue di sussidi di disoccupazione che sembrano voler seguire il tasso di disoccupazione. Queste grandezze, quando iniziano a tendere al rialzo, non si fermano, anzi accelerano ancor di piú verso numeri “peggiori”, pertanto la situazione del mercato del lavoro dovrebbe preoccupare la Fed. La stessa Sahm Rule, sviluppata dall’economista Clauda Sahm della Federal Reserve, si trova ora a 0,43, molto vicina al limite dello 0,5 che segna l’inizio di una recessione economica, il tutto in piena correlazione con quanto visto nel 2000 e nel 2007, dove abbiamo visto la strutturazione di un bear market durato parecchi mesi. In sostanza, possibili aumenti delle richieste di sussidi di disoccupazione, unita al peggioramento dei NFP o del tasso di disoccupazione, potrebbero essere cruciali nello stabilire un taglio dello 0,25% o dello 0,5% (o piú) per le prossime riunioni.
Obbligazioni ben comprate dopo i dati di ieri che alimentano il taglio dei tassi. Taglio dei tassi equivale ad un minor rendimento delle obbligazioni, questo fa apprezzare i titoli di Stato che come ieri hanno avuto una riduzione interessante dei rendimenti. A questo punto vediamo anche un proseguimento dell’apprezzamento dell’oro e l’apprezzamento dello Yen che con il cambio UsdJpy riesce a prendere 3 figure al ribasso facendo inizialmente presagire un intervento della BoJ. Ieri é stata una giornata dove abbiamo visto un vero e proprio Flight to Quality, ossia un “volo” verso la qualitá e un ritorno alla protezione dai rischi. Questa dinamica potrebbe essere la dinamica che caratterizza l’andamento dei mercati nel corso delle prossime settimane e che potrebbe fungere da motore per i prossimi anni.
Molto probabilmente il crollo visto ieri sullo yen non é dovuto alla Bank of Japan in quanto i precedenti interventi sono stati caratterizzati da movimenti da 5,5 figure. Ieri il mercato ha fatto un movimento di circa 3,5 figure, ben 2 figure in meno che appunto suggeriscono statisticamente che l’intervento BoJ non c’é stato. Alla fine l’idea secondo cui la BoJ aspetta un taglio dei tassi da parte della Fed potrebbe essere una realtá in quanto il movimento di ieri, un movimento di mercato vero e proprio, ha giovato sia lo Yen che il comparto obbligazionario giapponese che ha visto un apprezzamento anche delle obbligazioni a 10 anni che ritornano sotto i massimi di 1,10% e si portano a 1,04%, un movimento che favorisce l’immobilitá della BoJ. Staremo a vedere nel corso delle prossime sedute come il mercato andrá a digerire questo movimento tecnico dello Yen che sembra essere ben improntato per un apprezzamento per le prossime settimane.