Una scelta coraggiosa, quella di Lorenzo Insigne, una scelta che sembra andare nella direzione opposta rispetto a quella di tanti altri suoi colleghi. Dire addio a Mino Raiola, il re degli agenti, è stata una decisione tanto clamorosa quanto coraggiosa. Ma non del tutto inaspettata.
Proprio Raiola, che ha nella sua scuderia di calciatori i nomi più importanti del calcio internazionale, da Ibrahimovic a Pogba, da Donnarumma a De Ligt, dall’astro nascente Haaland all’eterna promessa Balotelli. C’era anche Insigne. C’era, appunto. Perché l’attaccante del Napoli da tempo era ai ferri corti con il suo agente, e l’invio della disdetta del mandato da parte del procuratore non ha colto di sorpresa il giocatore, mai del tutto convinto della scelta fatta affidandosi a lui esattamente un anno fa, nell’aprile del 2019.
Perché se dici Raiola metti in preventivo trasferimenti in serie con altrettanto cospicui aumenti di ingaggio. Lo hanno fatto tutti, ormai certe dinamiche non stupiscono più nessuno. Ibra insegna.
Forse ci sperava anche Insigne, che però non ha ricevuto né offerte da altri club la scorsa estate (quando lo scarso feeling con Ancelotti era ormai palese) né il tanto atteso rinnovo di contratto con il Napoli. Non solo, perché Raiola, oltre a portare Manolas, aveva orchestrato l’operazione Lozano, potenziale rivale dello stesso Insigne per un posto in attacco. Lozano, al momento, si è rivelato un flop, ma il fastidio è rimasto.
L’aria di Napoli, a quanto pare, non sempre porta bene a Raiola, che un paio d’anni fa subì lo stesso trattamento da Marek Hamsik, che pur di restare in azzurro diede il benservito al famoso agente e rispedì al mittente tutte le proposte.
Senza la pesante ombra di Raiola ora Insigne potrà pensare più liberamente a ciò che vuole, ovvero rinnovare con il Napoli fino al 2025 e chiudere lì la carriera (il suo attuale contratto scade nel 2022), ricucire i rapporti con un ambiente che ogni tanto lo punge e lo ferisce, diventare la bandiera di una squadra che ha bisogno delle sue giocate e dei suoi colpi di genio.
Lasciare Raiola è stato uno di questi, affidarsi a un altro procuratore (probabilmente Pastorello) la logica conseguenza, liberandosi di una figura ingombrante che non sentiva così affine. Lorenzo Insigne è uno spirito libero, difficile pensarlo in giro per l’Europa da una squadra all’altra a caccia di un ingaggio sempre più alto. Napoli è casa sua, e separarsi niente meno che da Mino Raiola ha messo in luce un lato del carattere fuori dal comune.
I tifosi potrebbero (e dovrebbero) apprezzare.