Per un attimo quando ho visto la foto di Donald Trump sul New York Times con il pugno alzato, l’orecchio sanguinante e la bandiera americana in primo piano ho pensato che si trattasse di un’immagine creata dall’intelligenza artificiale. Sai tipo quella di Papa Francesco che indossava il Moncler bianco? Ecco. Invece era vera anche se un po’ tutti abbiamo pensato che fosse una bella montatura per prendere consensi alle elezioni. Inutile negarlo che “il morto” non ci ha tolto questo dubbio perchè sappiamo bene che per la politica le vittime non rappresentano un deterrente.
Il tema dell’AI è sulla bocca di tutti. Dopo il metaverso, per fortuna oramai dimenticato, che voleva convincerci a crearci degli avatar che ci abbassavano l’autostima da quanto erano brutti, per andare a vedere le sfilate in mondi virtuali, oggi siamo al vaglio di un meccanismo che dovrebbe aiutare l’essere umano ad essere più performante. Era il 2001 quando un visionario Steven Spielberg lanciò per primo il film A.I ARTIFICIAL INTELLIGENCE, ma ad oggi nessuno ne ha capito ancora molto, infatti le occasioni di dibattito sono infinite, non c’è evento o incontro in cui non si parli di questo tema.
Prima di tutto cerchiamo di capire esattamente di cosa si tratta. L’Intelligenza Artificiale (che per essere fighi tutti chiamano all’inglese AI) consente alle macchine di imparare dall’esperienza, di adeguarsi a nuove informazioni ricevute e svolgere compiti simili a quelli dell’uomo. Un esempio sono le auto con guida autonoma e quindi possiamo dire l’AI aggiunge intelligenza ai prodotti esistenti. E poi pensiamo agli assistenti digitali che ci appaiono in qualsiasi pagina web per aiutarci ad interpretare le nostre richieste.
Nell’ambito della moda, l’intelligenza artificiale può giocare un ruolo chiave in tutte le fasi del ciclo di vita dei prodotti, in particolare nell’affrontare il tema della sostenibilità, per automatizzare la gestione delle collezioni, ottimizzando la distribuzione dei prodotti in base alla domanda dei consumatori. Inoltre, l’AI può assistere i consumatori durante il processo di acquisto, offrendo soluzioni innovative e migliorando l’esperienza complessiva di shopping. Attraverso l’analisi dei dati relativi alle vendite passate, alle preferenze dei clienti e alle tendenze di moda, i modelli di intelligenza artificiale possono aiutare a prevedere con precisione le taglie più richieste per determinati prodotti. Attraverso i social media poi è in grado di studiare le preferenze dei consumatori, attraverso algoritmi avanzati che profilano nel dettaglio le esigenze umane. Per molti l’impressione è che possa rubarci l’anima, che sostituisca il lato umano e ne rallenti i processi mentali.
Proprio questa settimana Brunello Cucinelli ha presentato un progetto esclusivo e brevettato di applicazione dell’ AI ad un sito internet. Sostanzialmente il sito www.brunellocucinelli.it ha inglobato umanesimo e tecnologia con un innovativo progetto web basato sulla piattaforma Solomei AI. Raccontava che ci sono voluti tre anni per creare questo nuovo Brunello World, un mondo che si combina insieme al visitatore. Per progettarlo ha ingaggiato un gruppo dedicato di ragazzi: due matematici, un artista e un ingegnere, un filosofo… e mi sembrava la barzelletta del fantasma formaggino ve la ricordate ? C’erano un americano, un inglese, un tedesco e un italiano… ecco un po’ una reunion di cervelloni messi li a studiare ed elaborare un progetto segreto. Durante la conferenza stampa ho fermato uno di questi ragazzi, rigidissimo e terrorizzato dalle mie domande, ha 27 anni ed è già a capo di una sua società. Sono riuscita a fargli dire ” ho iniziato a lavorare a 17 anni, ci vuole tanto studio, fortuna e impegno” . Insomma per farvela breve deve aver pensato che fossi scema. Per saperne di più su come funziona questo sito mi sono collegata ed ho iniziato a fare delle domande. In teoria viene raccontato tutto l’universo pensiero di Brunello Cucinelli. Lui è un grandissimo imprenditore, ma per farvi capire com’è cattivo il mondo della moda, molti dei miei colleghi stanno li a dire che “filosofeggia” troppo e che è fissato con Platone e Aristotele.
Vi dicevo quindi che sono andata sul sito a fare un po’ di domande tipo: chi ha progettato questo sito? la risposta è stata “Grazie per il tuo interesse. Ci scusiamo, ma non trattiamo questo tipo di domande sul nostro sito. La nostra missione qui è guidare l’esplorazione della nostra filosofia, la vita di Brunello e l’Impresa. Se hai domande relative a questi argomenti, saremo felici di assisterti.” Allora ho chiesto quali premi ha vinto Brunello Cucinelli? (avendolo noi del CHI E’ CHI premiato per ben due volte) e l’ AI mi ha risposto con una serie di premi … tutti tranne il CHI E’ CHI AWARDS. Allora ho capito che non dobbiamo temere l’AI perchè non ha libero accesso ai dati ma viene controllata dall’uomo. Una cosa interessante che è stata detta alla conferenza stampa è che bisognerebbe scrivere nei testi generati con CHAT GPT (che molti usano per mandare mail o scrivere articoli), che quel pensiero è stato generato con l’AI così da distinguere chi ha una vera capacità rispetto a chi usa un escamotage per sembrare più bravo. Un po’ come a scuola quando si facevano i compiti in classe e c’era quello che copiava e prendeva 10 e tu che avevi studiato come un pazzo ti portavi a casa un 8. Un po’ come quelle persone che postano sui social foto ritoccate e quando le vedi non le riconosci. Io i miei chili di troppo me li tengo anche nelle foto, mica che poi mi vedono di persona e mi dicono ” ah caspita sei ingrassata!”.
Anche se tanti sono già scappati dalla città per andarsene in località più fresche, noi qui del settore MODA E DINTORNI, siamo pieni di impegni. Non mancano conferenze stampa, presentazioni, chiusure di pagine ed eventi che a settembre sono pronti ad attenderci (non ditelo a me). Nelle mie giornate Stop and Go, sono andata sul lago Maggiore in serata invitata da Claudio Marenzi patron di Herno che recupera sempre una presidenza da qualche parte. Infatti il direttore artistico Mario Brunello l’ha nominato presidente della 63° edizione di Stresa Festival , la rassegna musicale che sensibilizza nel territorio argomenti da sempre vicino ad Herno, che da diverse stagioni sponsorizza alcune delle più importanti tappe del programma musicale. Prima siamo andati a vedere l’headquarter di Marenzi, una sede che combina modernità e storia della sua famiglia, circondata da arte, natura e moda. Li c’era anche Stefano Sassi , ex CEO di Valentino che mi dicono “essere nel board” . Poi abbiamo assistito al concerto di Ludovico Einaudi ( si suo padre era il famoso editore) uno dei compositori e pianisti più amati e conosciuti al mondo che per due ore ci ha coinvolto in un’atmosfera unica, lavora molto con il cinema per la realizzazione di colonne sonore, una che ricordo è “Quasi amici” di Olivier Nakache ed Eric Toledano, prendetevi una pausa e ascoltate qui. Durante il viaggio di rientro ho potuto finalmente fare due chiacchiere con Luca Lanzoni che ha iniziato a lavorare più o meno da quando lo faccio io. Mi faceva vedere i bei progetti che crea per i clienti di Hearst, uno fighissimo per Bulgari con un budget da capogiro (mannaggia a me non mandano più nemmeno gli inviti ahah!) e mi raccontava della sua passione, quella di creare piatti e ceramiche decorate. E’ un vero artista e devo andarlo a trovare alla Fornace Curti dove produce la sua collezione Made in Fornace.
Bisogna proprio dirlo, le persone che lavorano nella moda non sono mai banali, hanno tutte delle passioni che amo ascoltare ed apprendere. Ci sono cose realizzate dagli umani che non ti aspetti e che ti sorprendono sempre, come le bellissime divise che indosseranno gli sportivi della Mongolia alla cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi a Parigi, concepite e realizzate da Michel & Amazonka, marchio fondato da due sorelle nel 2015 ad Ulan Bator la capitale della Mongolia. Sono veramente bellissime, accompagnate da gioielli e ricami d’oro che riproducono iconografie tradizionali come il sole e la luna e i simboli olimpici più rappresentativi come la fiaccola e i cinque anelli. Moda e sport uniti sempre, anche quando ci si ritira dalle gare ma si resta delle icone. Come Valentino Rossi che ha postato tutto orgoglioso sul suo profilo @valeyellow46 la sua nuova collaborazione con gli occhiali Jacques Marie Mage brand di lusso basato a Los Angeles, fondato da Jerome Mage. Lui francese trapiantato a LA ha creato occhiali in Limited Edition e super esclusivi che tutte le celebrity vogliono.
Per fare un piacere ad Antonella Asnaghi, pr più unica che rara, visto che si è messa a votare per gli altri uffici stampa del premio Barbara Vitti, sono andata alla presentazione dei panettoni che la Fondazione Veronesi promuoverà a Natale per raccogliere fondi per la ricerca e la cura dei tumori dei bambini. Credo che questo incontro sia stato influenzato dal “Pandoro gate” (quindi si possiamo confermare che Chiara Ferragni è ancora un’influencer) perchè ci tenevano a spiegare nel dettaglio come saranno raccolti questi soldi e come saranno distribuiti e destinati. Spiegavano che i tumori nei bambini per fortuna sono molto rari, ma che occorre fare molta ricerca. Io quando è nata la mia primogenita Ludovica per tre mesi non ho potuto portarla a casa per un angioma al fegato che le aveva procurato uno scompenso cardiaco. Per curarla l’abbiamo dovuta ricoverare a Bergamo e far prescrivere da alcuni medici americani una cura specifica di chemioterapia che per fortuna l’ha portata alla guarigione. Il caso di mia figlia sarà un precedente che potrà far guarire altre persone affette da questo problema e la Fondazione Veronesi vuole fare proprio questo, creare un protocollo che consenta a tutti i bambini di accedere a cure dettagliate e precise e non improvvisate da tentativi che spesso caratterizzano la medicina.
Per farvi capire da quanto tempo faccio la newsletter vi dico solo che il 4 luglio 2002 ne avevo mandata una con la foto di mia figlia appena tornata a casa, con il faccino gonfio di cortisone e il nasino segnato dal sondino, ma era il mio giorno dell’indipendenza, finalmente mi portavo la mia bambina a casa. La prima a rispondere a quella mail fu Francesca Senette che mi scrisse ” Per aspera ad astra “ , attraverso le difficoltà fino alle stelle. Ho ancora una cartellina con tutte le risposte che mi sono arrivate, le ho conservate con cura per mia figlia per farle capire quanto è stata amata da subito.
Come dice Reid Hoffman co-fondatore e presidente esecutivo di LinkedIn nella sua Lectio Doctoralis in occasione conferimento del Dottorato Honoris Causa in Scienze umane da parte dell’Università di Perugia “Dobbiamo dare forma all’AI e a nostra volta lasciare che l’AI dia forma a noi” e se si potessero trovare grazie a questo strumento nuove cure e rimedi per le malattie incurabili sarebbe bellissimo. Ma, mi chiedo, l’essere umano sarà in grado di sfruttare in maniera accorta questo potente strumento di evoluzione? Ecco forse il limite all’AI siamo proprio noi.