Più volte definita fusione tra pari, l’operazione Stellantis è stata sin dall’inizio giudicata da molti analisti una vera e propria acquisizione di Fiat-Chrysler da parte di Peugeot. La conferma dell’acquisto francese, perlomeno ai fini contabili, arriva ora dal prospetto depositato dalle due case in vista delle rispettive assemblee dei soci. Il principio contabile internazionale Ifrs 2 dispone che per ogni aggregazione aziendale una delle due entità partecipanti debba essere identificata come acquirente. Ebbene, nel caso di Stellantis, la casa del Leone viene definita tale alla luce di tre fattori. Anzitutto, si legge nel prospetto, la maggioranza del board sarà ad espressione francese: sei degli 11 membri del cda saranno nominati dagli azionisti o dai dipendenti di Psa o sono attualmente amministratori di Psa. Il primo ceo di Stellantis, poi, sarà Carlos Tavares, attuale numero uno del costruttore francese, mentre John Elkann ne avrà il ruolo di presidente esecutivo. Ai soci di Fiat-Chrysler, infine, sarà riconosciuto un premio. Questi tre indizi sono sufficienti a caratterizzare Psa come compratore di Fca nell’operazione Stellantis.
Va detto però che il principale azionista del nuovo gruppo sarà Exor che deterrà il 14,4% del capitale di Stellantis, seguita dalle holding della famiglia Peugeot Epf e Ffp con il 7,2%, dalla banca d’investimento pubblica francese Bpi con il 6,2% e i cinesi di Dongfeng con il 5,6%. Nel complesso, quindi, gli attuali azionisti di Psa avranno il 19% di Stellantis contro il 14,4% detenuto da Exor. Gli accordi di fusione prevedono comunque che Dongfeng debba scendere nel capitale vendendo entro fine anno 20,7 milioni di azioni a Psa, che proprio per questo ha già stanziato 451 milioni di euro, oppure cedendo un ammontare corrispondente di titoli Stellantis a terzi entro la fine del 2022.
La famiglia Peugeot potrà invece salire nel capitale del nuovo gruppo del 2,5%, acquistando azioni da Dongfeng o da Bpifrance che simmetricamente avrà facoltà di ridurre la sua partecipazione del 2,5%. Al di là di queste eccezioni, i soci di Stellantis si sono impegnati a non vendere azioni per un periodo di tre anni (lock-up) a meno che nel frattempo una società terza proponga di acquistare la maggioranza di Stellantis anche al fine di integrarla in un gruppo di maggiori dimensioni. Ulteriori aggregazioni, insomma, non sono da escludere, benché allo stato siano difficili da immaginare.
In ogni caso, il prospetto di Stellantis prevede un meccanismo di voto multiplo in grado di blindare il controllo del gruppo a favore degli attuali azionisti di Fca e Psa. Al termine del lock-up triennale, infatti, i soci riceveranno azioni speciali che nell’insieme conferiranno a Exor, famiglia Peugeot, Bpifrance ed eventualmente Dongfeng la maggioranza dei voti nell’assemblea di Stellantis.
Ora gli azionisti di Fca e Psa saranno chiamati a esprimersi sulla fusione il prossimo 4 gennaio in assemblee il cui esito appare comunque scontato. La fissazione della data per l’assise dei soci testimonia poi la fiducia dei board delle due case nell’esito favorevole delle indagini dell’antitrust europeo che potrebbe esprimersi sulla fusione già prima della fine del 2020. Le concessioni offerte da Fca e Psa sembrano infatti aver soddisfatto la Commissione Ue che era preoccupata per un’eccessiva concentrazione di mercato nel segmento dei veicoli commerciali. L’intenzione dei due costruttori in ogni caso è di concludere la fusione entro la fine del primo trimestre del 2021. Dopodiché i manager, Tavares ed Elkann, dovranno concentrarsi sull’ottenimento delle sinergie promesse che a regime dovrebbero toccare i 5 miliardi all’anno a fronte dei 4 miliardi di costi necessari una tantum per conseguirle. Le sinergie immaginate non dovrebbero derivare dalla chiusura di impianti produttivi. Quanto all’Italia, invece, Fca si è impegnata a investire 5 miliardi di euro, anche sulla scorta dei 6,3 miliardi di euro erogati nel giugno scorso da Intesa Sanpaolo, con le garanzie di Sace. Ieri a Piazza Affari il titolo Fca ha chiuso in rialzo dell’1,9% a 13,1 euro, mentre a Parigi Psa le azioni Psa trattano a 19,8 euro (+1,9%). Stellantis sarà quotata a Milano, Parigi e New York. (riproduzione riservata)