Barbara Gianuzzi festeggia quest’anno i primi 10 anni della sua agenzia milanese. Un anniversario questo che sicuramente segna anche una svolta lavorativa per lei che si occupa di pubbliche relazioni e comunicazione nel settore luxury. Tra i suoi clienti molte aziende di gioielleria, orologeria e accessori che proprio in questi giorni stanno pianificando nuove strategie di visibilità. In questa intervista ci racconta come il digitale cambierà anche le grandi manifestazioni del settore.
Come hai organizzato la tua vita e il tuo lavoro in questi giorni?
Io e il mio team abbiamo iniziato a lavorare in modalità smart working qualche giorno prima dell’entrata in vigore del lockdown. Utilizzando da sempre solo PC portatili, anche in ufficio, e avendo strumenti virtuali di condivisione dei documenti, abbiamo potuto organizzarci in breve tempo. Questa piccola premessa per dire che le giornate sono prevalentemente dedicate al lavoro che, fortunatamente, ad oggi, non è stato troppo impattato dalla contingenza. Abbiamo quotidianamente tabelle di marcia piuttosto intense con tempi che spesso vanno oltre i canonici orari d’ufficio. Rispetto a prima, nella parte di vita privata, posso svegliarmi naturalmente senza puntare la sveglia, mi godo la colazione e il caffè che per me sono sacri e soprattutto non mi dispiace evitare il traffico e l’auto. A casa sto bene e lavoro bene, resta comunque la speranza di poter uscire al più presto da questa situazione così difficile. Riflettevo in questi giorni che quest’anno ricorrono i dieci anni della nostra attività di agenzia, ma di fatto mi sembra di essere tornata agli esordi, quando ero da sola e lavoravo da casa non per imposizione ma per necessità, questo mi fa un po’ sorridere e mi porta alla memoria bei ricordi.
Pensi che riprenderà il lavoro a maggio? Se si come?
Io mi auguro che le attività in generale possano riprendere dal 4 maggio in poi, con le dovute cautele e magari gradualmente. Credo sia necessario rimettere in attività il nostro Paese e cercare di limitare gli effetti che l’emergenza sanitaria avrà sull’economia. Per noi non è urgente, ma senza dubbio la voglia di riprendere c’è. In Studio c’è una bella armonia, comunque mi mancano alcune vecchie routine e i momenti di condivisione vis-à-vis con il team. Io promuoverò nel nostro caso la massima cautela, potremmo riprendere per qualche giorno alla settimana e mixare l’ufficio con il lavoro agile di cui in questo tempo abbiamo apprezzato il valore. Temo che la parte di eventi e press day dovrà attendere ancora un po’, stiamo comunque riflettendo a proposte alternative e a modalità di gestione differenti che ci possano permettere di mantenere gli appuntamenti di presentazione che coinvolgono la stampa e che magari per qualche mese ancora dovranno essere virtuali o pensati con agende di appuntamenti scaglionati per evitare il troppo “affollamento”.
Il settore dell’orologeria: in base alla tua esperienza come sta reagendo? Che crisi ci sarà?
Non posso davvero fare stime sulla crisi eventuale, il settore dell’orologeria comprende player diversi per posizionamento e strategie e l’impatto di sicuro non sarà lo stesso per tutti. Quello che posso dire in base all’esperienza degli ultimi 20 anni è che l’orologeria, di fronte alle grandi crisi, si è dimostrata capace di rispondere mettendo in campo importanti energie e risorse.
A proposito delle recenti vicissitudini della fiera di Basilea, cosa ne pensi?
Penso purtroppo che in questi giorni sia accaduto quello che molti, da tempo, prefiguravano come scenario per Baselworld. Forse l’emergenza internazionale ha solo di poco accelerato i tempi. Per noi, che da anni siamo coinvolti attraverso i clienti nelle due fiere di settore più importanti (Ginevra e Basilea) è comunque un dispiacere e forse la fine di un’era. La fiera non ha annunciato ufficialmente l’annullamento delle date, che già erano state posticipate a gennaio 2021, ma il management ha dichiarato che prenderà delle decisioni nelle prossime settimane. Le ultime defezioni hanno inferto un colpo molto duro, di fatto svuotando la hall 1.0, la più sontuosa e importante del salone. Chissà, forse l’organizzazione di Baselworld potrà cogliere l’occasione per mettere a punto un nuovo format e magari proporre un approccio differente con espositori nuovi e diversi, per esempio più focalizzati sul gioiello e meno sull’orologeria. In questi giorni ho letto articoli dei nostri giornalisti di settore e post degli addetti ai lavori in cui tutti, pur riconoscendo l’oggettività delle dinamiche, hanno espresso un sincero rammarico per quanto sta accadendo. Di contro, sempre in queste ultime ore la FHH, l’ente che organizza il celebre Salone dell’Alta Orologeria di Ginevra che da quest’anno sarebbe stato Watches&Wonders ha annunciato il lancio di una piattaforma digitale, online dal 25 aprile, una sorta di manifestazione in forma virtuale attraverso un portale che permetterà a 30 brand (tra cui alcuni nostri clienti) di presentare le loro novità e di mantenere aggiornati gli operatori del settore e gli appassionati nel corso dell’anno.
Da quali fonti d’informazione ti sei aggiornato? Tv, radio, social
Ogni mattina, ancora a letto, leggo dal cellulare le edizioni digitali dei maggiori quotidiani nazionali. Nel corso della giornata resto sintonizzata su SkyTg24, durante le call abbasso la TV ma se posso tengo un occhio sui titoli che scorrono. Non usando più la macchina non sento la radio.
Hai cambiato il tuo uso dei social in questo mese? Se sì, come?
Da questo punto di vista nulla è cambiato. Sono totalmente addicted ad Instagram, spesso è la prima fonte di informazione su temi differenti. Utilizzo prevalentemente il profilo dell’agenzia che curo personalmente e che impieghiamo per condividere il nostro lavoro e le informazioni sulle collezioni dei clienti.
Un messaggio legato al tempo
Personalmente sento il bisogno di avere il tempo alleato. A dispetto del lavoro che faccio non amo la fretta, non amo correre, per questo cerco di programmare quando posso, di avere sempre tempo e di valorizzare anche quei minuti che a volte sembrano insignificanti. Non è semplice, ma vale la pena a mio avviso provarci, perché rincorrere il tempo è sempre una battaglia.