Filippo Sorcinelli ha una professione che abbraccia diversi aspetti della bellezza. Tutto nasce a Mondolfo, piccolo borgo incantato della provincia di Pesaro Urbino dove Filippo apprende dalla zia l’arte della sartoria e del ricamo, affascinato dal mondo sacro che lo porterà a diplomarsi al Conservatorio di Pesaro diventando organista titolare presso le cattedrali di Fano, Rimini e San Benedetto del Tronto. Nel 2001, ad un amico che doveva prendere i voti, regala la sua prima casula che darà vita a LAVS ( Laboratorio Atelier Vesti Sacre) nome che significa anche Lode in latino. Così Filippo diventa un riferimento per il mondo cattolico internazionale ( ha vestito anche Benedetto XVI e Papa Francesco) per lo studio, la progettazione e la realizzazione di abiti sacri in collaborazione con l’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice. Ma la sua arte e il suo desiderio di esprimere tutto il concetto di bellezza si sono espresse anche nella realizzazione di una linea di profumi che sono vere e proprie esperienze olfattive. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare la sua storia che ancora è tutta da scrivere.
La sua carriera è quasi una vocazione, il mondo sacro l’ accompagna fin dall’infanzia. Come nasce l’idea e l’ispirazione di un laboratorio di alta sartoria per il clero?
Tutto è nato nel 2001, vent’anni fa quando ricevetti una telefonata di un mio amico che non sentivo da tempo. Di lì a poco sarebbe diventato sacerdote e spontaneamente mi offrii di disegnare e realizzare il suo abito. Ho pensato alle parole di mia mamma, ho fatto un bel respiro e ho aperto la partita Iva con cinque euro nella tasca destra dei pantaloni mentre ripetevo dentro di me la frase “pilota” che ha sempre ripetuto mia mamma: “Pensa sempre in alto, che a scendere si fa in tempo”.
Come si progetta l’abito per un Papa?
Un Pontefice è prima di tutto un Sacerdote, che per volontà sovrannaturali ricopre un ruolo di capo della Chiesa universale. Per questo motivo il suo abito differisce da tutti gli altri. Le Vesti sacre invece, cioè gli apparati che vengono utilizzati nei riti da tutta la gerarchia per loro natura sono identici per tutti, perché tutti devono parlare di bellezza e di altezze vertiginose dove abita lo Spirito. Non ci sono misure particolari da prendere ma forse occorre tanta consapevolezza che non si “riveste” un manichino e non si progetta un costume teatrale. Un paramento sacro – lo dice il termine – va oltre la definizione di abito perché dovrebbe aiutarci a vedere quell’Altro in quell’Altrove dove si abbattono tutti i muri del nostro quotidiano. Si cerca l’Assoluto anche con l’esperienza incredibile e misteriosa dell’Arte.
E’ nata anche una linea di profumi che caratteristiche hanno?
L’esperienza olfattiva è come un colore della mia tavolozza espressiva. I profumi sono nati inaspettatamente grazie ai paramenti sacri e oggi, a distanza di sette anni, ci sono sei collezioni che descrivono tutta la mia vita: i deliri che può avere un viaggio emozionale o materiale, le mie fotografie della nebbia, un film che mi ha particolarmente toccato, il mio essere organista, un terremoto, il mio amore viscerale per la Cattedrale di Notre-Dame o il mio rapporto con Mondolfo, la mia città dove sono nato e dove sono tornato a vivere. Tutte queste cose cerco di rappresentarle e perché no, enfatizzarle anche con il culto degli odori, che come la musica non hanno bisogno di figure perché essi stessi figurano le nostre emozioni.
Stilista, naso profumiere, artista …. Come ti descrivi?
Sono un uomo che ha scelto di fare dell’Arte la propria ragione di vita e che “disgraziatamente” possiede molti doni. Ho deciso di schiuderli al mondo, di parlare di con assoluta libertà con ogni mezzo espressivo in mio possesso. Sono un artista? Forse, perché sono lontano da qualsiasi logica politica e di mercato.
Un anno di pandemia… come lo hai vissuto?
Decisamente bene. Ho cercato di non disperdere le mie energie, ma al contrario di canalizzarle attraverso questi momenti difficili che generazioni come le nostre non avevano mai vissuto. Ho assaporato il silenzio, la lentezza e la lontananza e li ho ritenuti un valore fondamentale e quanto mai necessario per indagare dentro sé stessi. Ho lavorato tanto, perché sono riuscito a trasfigurare la materia della debolezza e a vedere nell’Arte l’unico rifugio che salva dai momenti bui. Il mondo prima o poi dovrebbe riuscire a comprendere che valori come Bellezza, Arte, Silenzio e Lentezza, Spirito sono cardini fondamentali per cambiare le sorti di ognuno di noi.
Progetti per il futuro?
In aprile una nuova collezioni di fragranze che penso e spero faccia discutere: indagherò con gli odori su un argomento un po’… tabù. Poi nuovi progetti per il territorio Mondolfo (se l’Amministrazione avrà ancora la bizzarria di ascoltare le stravaganze di un’artista) e l’apertura di un negozio di paramenti sacri nel cuore del Vaticano per celebrare il ventennale dell’atelier. E poi tanto altro spero… insomma, tanti progetti, mai troppi!