Pitti Immagine Uomo chiude i battenti con un soddisfacente sospiro di sollievo. Prima fiera del 2022 a dar vita a nuovi incontri nella moda in un contesto epidemico incerto e in evoluzione ha concluso questa edizione oltre ogni aspettativa: 8 mila visitatori in totale, 548 collezioni di moda maschile presenti (quasi il 30% dall’estero). Tra le tante novità in Fortezza, hanno raccolto feedback molto positivi tra buyer e stampa il nuovo Futuro Maschile al Piano Attico del Padigline Centrale, con la sua proposta fresca di brand menswear tra contemporary classic e sportswear; le collezioni dei 10 designer internazionali di S|Style sustainable style, l’area speciale sul menswear responsabile più innovativo. E naturalmente tutti i progetti speciali, i debutti e le novità che le aziende di Pitti Uomo e Pitti Bimbo hanno scelto di lanciare proprio da Firenze.
Abbiamo intervistato Giuliana Parabiago, pr e marketing consultant di Pitti Immagine dal 2015, giornalista di grande cultura, curiosa ed esperta, che grazie alla sua esperienza nel mondo editoriale ha individuato e messo al servizio del salone nuovi trend e iniziative. A riprova di un lavoro ben fatto è stato che i tre giorni di Pitti Uomo 101 sono stati la risposta migliore che il sistema moda potesse dare in un momento come questo. Positività, voglia di esserci, fiducia e sicurezza.
Gennaio 2022 un’edizione difficile ma determinata a dare fiducia al settore. Come sono state le giornate di Pitti?
Il tempo ‘prima di Pitti’ è stato impegnativo: denso di interrogativi, di scrupoli, di ipotesi. I ‘giorni di Pitti’ hanno funzionato. E’ stato importante essere, ancora una volta, un centro di aggregazione, una forza propulsiva, un punto di riferimento peri settore. E’ stata un’edizione diversa, più ‘slow’, le persone hanno avuto il tempo di incontrarsi, di vedere le collezioni, di valutare, per la prima volta ‘c’é stato il tempo’ e questo ha rappresentato un grande valore.
Che partecipazione c’è stata da parte degli operatori? Quali gli umori?
Grande incertezza prima, ma anche senso della realtà. Nessuno si aspettava un’edizione esplosiva, ma nello stesso tempo aveva grande consapevolezza, si rendeva conto di quanto fosse importante esserci. E’ stato apprezzato lo sforzo di impostare un’edizione che, da una parte doveva ridurre le occasioni di socialità, dall’altra non veniva meno al proprio ruolo di ‘mettere in contatto’ nel modo più sicuro possibile.
Pitti Uomo e Pitti Bimbo continueranno a condividere gli spazi? Può essere un format vincente?
Pitti Uomo e Pitti Bimbo devono riprendere la loro individualità. Il nostro obiettivo è quello di dedicare, a ciascuna manifestazione, la massima energia e la massima attenzione. Si sono accompagnate per un tratto di strada, ma ora devono disgiungersi.
Alcuni operatori hanno notato poche novità sul prodotto tu cosa ne pensi?
Le aziende, pur nel massimo delle difficoltà, hanno cercato di tesaurizzare il loro DNA, di ripensare al prodotto senza stravolgerlo. I cambiamenti a volte sono fatti di piccoli passi, bisogna saperli notare.
La moda bimbo sposta il focus dalla cerimonia a tute e abbigliamento più pratico. Questo succede anche nelle collezioni moda uomo e donna: pensi che finchè c’è la pandemia la moda elegante sia congelata?
Credo che il tempo delle categorie, così come le abbiamo definite: ‘cerimonia’ ‘formale’ ‘active wear’ sia finito. Coesistenza, contaminazione sono parole che ben rappresentano il nostro tempo. Gli interscambi, i contributi, rendono tutto meno noioso e abbiamo bisogno di sorprenderci.
Quali sono stati i progetti interessanti e che partecipazione da parte degli operatori esteri? Quali mercati ?
I progetti interessanti sono stati molti e visibili in questa edizione dove il cuore era il prodotto, senza alcuna distrazione di ‘evento’. Cito Ecoalf, per la forza, la modernità e la concretezza del messaggio. Riguarda uomo e bimbo, parla a tutti. Hanno risposto fisicamente i mercati possibili, ma abbiamo avuto un picco di attenzione su Pitti Connect, a riprova che reale e digitale non sono in antitesi ma si danno reciproca forza. ( dai dati divulgati dall’ufficio stampa risulta che i primi dieci paesi esteri per affluenza compratori sono stati Olanda (138 buyers), Francia (134 ), Spagna (124), Germania (120), Gran Bretagna, Svizzera, Belgio, Turchia, Usa e Russia. Buoni risultati dai Paesi del nord Europa (Norvegia, Svezia, Danimarca e Finlandia per un totale di 60 buyers) e da segnalare alcune presenze di qualità anche da Cina, Giappone, Corea del Sud, Cina Hong Kong e anche dagli Emirati. ndr)
Progetti per giugno? Su cosa bisogna lavorare secondo te?
Siamo già in pieno fermento su giugno, è in atto un processo di forte cambiamento e sono questi i momenti di accellerazione
Il legame con Firenze può ancora rafforzarsi ulteriormente ?
Il legame con la città è forte e straordinario, possiamo ancora scoprire dei tesori nascosti da condividere, la mappatura non si è esaurita.
Sinergie con altre fiere? Spostamenti di date?
Il calendario è attento perché non ci siano sovrapposizioni e per dare a tutti la possibilità di andare ovunque.