Andrea Cordovani ha iniziato la sua carriera giornalistica nel quotidiano Il Tirreno. Dal 1997 è approdato alla Conti Editore dove ha accettato la sfida di Autosprint di raccontare di motosport da un punto di vista mai banale. Obiettivo scaldare il cuore dei lettori, in attesa di tornare a scaldare i motori, raccontando speranze e storie da leggere.
Come lavora una redazione motori a motori spenti?
Da lunedì 9 marzo è cambiato anche il nostro mondo. Lavoriamo da casa in remoto. Grazie alle tecnologie e al supporto dei nostri tecnici riusciamo a uscire ogni settimana in edicola con uno sforzo ancora più grande, perché senza contatto umano, tutto è molto ovattato, quasi meccanico. Ma è l’unica cosa da fare adesso. Restare in casa. Ce lo ripetono tutti i giorni e noi ci adeguiamo. Teniamo duro
Che iniziative state portando avanti con il giornale?
Raccontiamo storie e in questo momento quelle della soliderietà trovano ampio spazio nel nostro giornale. Per dire l’altro giorno ci ha chiamato dall’America Mario Andretti. “Tenete duro” ci ha detto l’istriano
emigrato in America. Ne è nata un’intervista che è soprattutto un messaggio: “Italiani tenete duro”. Particolare attenzione abbiamo poi rivolto ai racconti che arrivato dalla zona rossa di Brescia e Bergamo, terra martoriata adesso ma che è un grande serbatoio di piloti e appassionati di corse. Il loro dramma è anche il nostro
Il vostro format è rimasto uguale ?
Ovviamente l’impostazione di Autosprint è totalmente ribaltata. Con lo stop alle corse si è resa necessaria una rivisitazione del nostro timone che adesso oltre all’attualità fatta di opinioni, interviste, storie, propone anche una grande rivisitazione del passato. Autosprint è nato nel 1961 e dispone di un archivio sconfinato. È da lì che andiamo a pescare racconti della passione, quelli che scaldano il cuore e provano a farci
distrarre da un presente difficile e drammatico
Il tuo ruolo come direttore di una testa di motori ha un ancora un peso nell’informazione in questo momento?
Nessun peso. Il direttore di una testata di motori ha un ruolo marginale. Le cose importanti, adesso, sono altre. Abbiamo uno zoccolo duro di lettori che hanno bisogno di speranze e storie da leggere. Il ruolo mio
e del giornale che dirigo è quello di scaldare loro il cuore
Che prospettive hai per i prossimi mesi?
Con lo stop totale delle corse le prospettive sono quelle di continuare a fare informazione e opinione in un momento terribile in attesa che il mondo torni a essere quello che abbiamo sempre conosciuto
Cosa ti manca?
Ovvio il contatto con i colleghi, la vita di redazione. Con la consapevolezza che stavamo meglio quando pensavamo di stare peggio
Questa crisi cambierà definitivamente il mondo dell’editoria?
Cambierà di sicuro e non è detto che sia peggio di prima. Un momento come questo non cambierà solo il mondo dell’editoria, ma avrà grandi ripercussioni anche nel nostro modo di approcciarsi alla vita.
Le prove su strada potranno essere effettuate a breve?
Difficile fare delle previsioni adesso. Come impossibile è poter avere un’idea abbastanza precisa di quando potrà riprendere l’attività agonistica sia in Formula Uno che nelle altre tantissime specialità che compongono l’appassionante puzzle delle corse.
Come usate web e social?
I numeri dell’on line sono cresciuti perché adesso, più che mai, tutti sono attaccati al web. E con i nostri social cerchiamo di mantenere il rapporto diretto con i lettori che cerchiamo di coinvolgere con un caldo
abbraccio virtuale fatto di condivisione.
Un messaggio ai tuoi lettori:
Cari lettori Autosprint è con voi e non vi lascia in questo momento. Torneremo tutti più forti di prima. Siete la nostra forza. E permettimi di lanciare un messaggio anche agli edicolanti che in questo periodo stanno tenendo duro. Li ringrazio di cuore.