Tre squadre italiane agli ottavi di finale di Champions League, l’Inter fuori da tutto. Forse conviene partire proprio da qui, dalla nota più negativa, da quell’Inter nata e costruita per tornare a essere protagonista anche in Europa, e che invece per il secondo anno consecutivo saluta la Champions alla fine del girone. Non solo, perché quanto meno lo scorso anno il terzo posto nel raggruppamento era valso l’Europa League (poi persa in finale contro il Siviglia), quest’anno nemmeno quello. Quarto posto e addio a tutto.
Conte, tutt’altro che esente da responsabilità, nonostante i risultati altalenanti nelle prime cinque gare, aveva comunque la possibilità di superare il turno, a una condizione: battere lo Shakhtar a San Siro. Certo, molto sarebbe comunque passato dal risultato tra Real e Borussia Moenchengladbach, ma a Madrid non c’è stato nessun “biscotto” come temuto. Il Real ha fatto il suo e ha vinto, lo avesse fatto anche l’Inter sarebbe stata agli ottavi. E invece niente, complici le scelte dell’allenatore (Eriksen ancora una volta in campo solo nel finale) e la mentalità di una squadra che doveva diventare grande ma che ancora grande non è. Saranno giorni di processi infiniti, di caccia al colpevole, di polemiche e ripicche, la società dovrà tenere la barra dritta perché, senza le coppe, vincere lo scudetto diventa quasi un obbligo.
Poteva essere grande Italia, considerando che Juventus, Lazio e Atalanta sono andate avanti. I bianconeri lo hanno fatto rispondendo nel migliore dei modi alle critiche (giustificate) per un inizio di stagione molto al di sotto delle attese. Ma vincere 3-0 al Camp Nou contro il Barcellona è impresa vera, e poco importa il fatto che entrambe fossero già qualificate e che dalle parti di Messi il clima è pessimo, in un tutti contro tutti che potrebbe avere effetti deflagranti. La Juventus ha ribaltato lo 0-2 di Torino, e ha conquistato il primo posto del proprio raggruppamento.
Serviva un pareggio alla Lazio, e pari contro il Bruges è stato. Non senza qualche brivido (traversa dei belgi al 92′!), ma con pieno merito per una squadra che nelle prime gare ha dovuto fare i conti con le molte assenze dovute al Covid, e che comunque è riuscita a conquistare un traguardo (senza mai perdere) che mancava da 20 anni.
La grande impresa l’ha firmata, una volta di più, l’Atalanta, che vincendo ad Amsterdam contro l’Ajax (poteva bastarle anche un pareggio) è volata agli ottavi di finale per il secondo anno consecutivo. A Bergamo qualcosa si è rotto, gli screzi tra Gasperini e Gomez sono usciti dallo spogliatoio, il giocattolo non sembra funzionare più come nelle ultime stagioni. Eppure l’Atalanta ce l’ha fatta, riprendendosi dopo il clamoroso 0-5 in casa contro il Liverpool e andando a sbancare Anfield per 2-0, chiave di volta del suo percorso europeo. Si temevano gesti forti da parte di Gasperini, qualcuno parlava anche di dimissioni dopo la partita. Nulla di tutto questo, avanti insieme nonostante tutto. “In tutte le famiglie le discussioni fanno parte della vita quotidiana”, ha detto il presidente Percassi.