Mancano 15 settimane alla fine del periodo di transizione della Brexit e i leader dell’automotive dell’Unione Europea e della Gran Bretagna si sono riuniti per chiedere un accordo per un piano di libero scambio, senza il quale si mette a rischio la produzione di 3 milioni di veicoli, le perdite potrebbero ammontare fino a 110 miliardi di euro nei prossimi cinque anni. L’industria chiede ai negoziatori di raggiungere un accordo senza dazi entro il 31 dicembre, con le stesse regole per l’Europa e per la Gran Bretagna, per evitare di nuocere ancora a un settore che impiega 14,6 milioni di persone. Ed è già duramente provato. Da sempre le crisi si sono superate favorendo le industrie, gli interscambi, la cooperazione tra stati, ora pare di essere tornati alla carrozza con i cavalli. L’ex governatore della Bce, Mario Draghi, ha dato il suo autorevole parere: “i governi dovranno abituarsi, in tempi brevi, a sopportare debiti pubblici più alti, cancellando quelli privati.” Gli esempi ci sono, dopo la depressione americana del 1929, le tre sorelle di Detroit furono le uniche ad uscire rafforzate, nel 2009 , sempre l’auto americana, venne salvata grazie ad 85 miliardi di dollari elargiti con finanziamenti. Ricordiamo che Sergio Marchionne, nel 2011, quando salvò Chrysler e Fiat, restituendo il prestito con sei anni di anticipo, si lamentò di aver dovuto sborsare cifre esorbitanti determinate da tassi esosi. Il Presidente degli Stati Uniti di allora, Barack Obama, lo ringraziò pubblicamente, riconoscendo che “ l’azienda aveva ripagato tutto, anche di più di quello che doveva. Se non avessimo salvato l’auto, avremmo assistito ad un disastro, perdendo almeno un milione di posti di lavoro.” Questa è vita vissuta direttamente, forse qualcuno dovrebbe riaprire i libri della sua storia, investendo il denaro ricevuto nel proprio paese, rinunciando, di conseguenza, alla cassa integrazione, poiché le fabbriche, grazie al sostegno economico, ritornerebbero subito a produrre. Si eviterebbe così l’ironia del detto “avere la botte piena e la moglie ubriaca”.