Oggi inizia un trimestre, il quarto dell’anno, importante per l’industria dell’auto. L’agenzia Jato Dynamics, specializzata in ricerche di mercato, ha annunciato i dati di vendita europei di auto nuove, del mese di luglio, scese solo del 3,6%, equivalgono a 1,28 milioni di veicoli. Un netto miglioramento rispetto ai crolli a due cifre dei mesi precedenti, un risultato ottenuto grazie alla ripresa del Regno Unito che a luglio ha visto l’apertura dei concessionari dopo il lockdown e della Francia che ha fatto partire immediatamente gli incentivi governativi, bloccandoli ad agosto, infatti il mercato è nuovamente crollato del 20%. Sergio Marchionne è sempre stato contrario agli incentivi, diceva “drogano il mercato” ma, in questo anno di pandemia di cui non si conosce ancora la fine, dove il Pil di tutte le nazioni è sceso a doppia cifra (solo la Germania si è fermata al 9%), la domanda va sostenuta. Stasera i dati italiani dovrebbero confermare la tendenza, in agosto, alla crescita, un più 4/5%, portando, inoltre, in dote un buon pacchetto di ordini. Le case devono smaltire gli stock che gravitano sui loro bilanci, solo così possono far ripartire pienamente le produzioni. La crisi sanitaria ha accelerato la mutazione del turismo. Crisi, nell’ideogramma cinese significa “pericolo ed opportunità”, l’auto è stata il mezzo più scelto per andare in vacanza, considerato più sicuro, l’unico in grado di garantire il distanziamento sociale, più di qualsiasi trasporto pubblico, treno o aereo, anche per lunghe percorrenze. È stata utilizzata non solo la propria, anche i noleggi hanno registrato un balzo di prenotazioni, si è riscoperto il piacere di viaggiare senza una meta specifica, con il solo scopo di assaporare la libertà che solo un automobile può offrire, con le mani sul volante, guidando la nostra vita.