La Motor Valley Fest 2024 è stata un momento di riflessione sul futuro dei marchi italiani che operano ancora nel nostro Paese. Solo l’immensa fabbrica della Ferrari, a Maranello, può assistere, impassibile, all’assalto dei tanti tifosi, molti stranieri, che vengono solo per fotografare la leggenda, il mito, per toccare quel cavallino rampante nero, con la coda all’ingiù, simbolo di coraggio, di potenza, di bellezza e di successo, il brand esporta, ancora, la magia del Made in Italy. L’altro pugno di aziende rimaste, dell’automobile italiana – Lamborghini, Ducati, Maserati, Pagani e Dallara – è raccolto quasi tutto qui, in questo lembo di Emilia Romagna, narra e interpreta le aspirazioni di chi continua a credere nel futuro della nostra industria. Lo si comprende perfettamente dalle dichiarazioni di Claudio Domenicali, ceo Ducati Motor Holding e Presidente Associazione Motor Valley Development, che parla a nome di tutti: “In uno scenario sempre più dinamico, la Motor Valley con le sue aziende, continua a confermarsi come punto di riferimento in diversi campi, che spaziano dalla formazione all’industria, fino ad includere il turismo e il settore culturale. Tale successo è il risultato di un impegno costante da parte di tutti coloro che sono profondamente coinvolti nell’ecosistema della Motor Valley – imprenditori visionari, tecnici e ingegneri altamente specializzati e appassionati di motori – che, con il loro genio, la loro dedizione e il loro talento, contribuiscono a valorizzare e promuovere la straordinaria ricchezza di questo territorio senza pari”. Unica la Maserati, parte del gruppo Stellantis, ad apparire sfumata, dopo la chiusura della fabbrica di Grugliasco, nell’impianto di Modena, si ricorre ormai con cadenza, mensile, alla cassa di integrazione, un ulteriore periodo di sospensione era stato richiesto sino al 3 maggio e non vi sono ancora assicurazioni sulla completa ripresa produttiva per il mese di giugno. Chi, invece, tra le più grandi, dimostra una salute eccellente è Lamborghini che dopo il debutto al salone di Pechino, in Cina e a New York, negli Stati Uniti, ha esposto al Motor Valley Fest, la nuova Urus SE, il primo super suv ibrido della casa di Sant’Agata Bolognese, vive un momento magico. Continua a rafforzare il suo legame con l’Italia, aumentando i posti di lavoro, i dipendenti superano le 2400 presenze, anche il restyling del museo é stato affidato ad un equipe del nostro Paese. Umberto Tossini, Chief People & Culture Officer, membro del board of management di Automobili Lamborghini, ha sottolineato come “Ognuna delle aziende presenti funge da traino reciproco con l’obiettivo di accrescere il valore del comparto. La trasformazione in atto richiederà nuove competenze e nuove figure che dovranno essere accompagnate anche dalle istituzioni che avranno il compito di supportare tutti gli attori coinvolti in questo processo. Noi abbiamo già intrapreso questo percorso, definito nel programma Direzione Cor Tauri, la strategia che porterà alla progressiva decarbonizzazione, entro la fine dell’anno tutta la nostra gamma sarà completamente elettrificata, tenendo conto delle richieste del cliente e dei valori che il brand incarna”. Per rafforzare il movimento é stato introdotto il Motor Valley Accelerator, un programma della Rete Nazionale Acceleratori CDP Venture Capital dedicato a startup che sviluppano soluzioni rivolte ai settori automotive e mobility. Le startup italiane e internazionali che intendano aprire una sede in Italia, potranno inviare la propria candidatura sul sito www.motorvalleyaccelerator.com. “Oltre agli imprenditori già attivi in Italia, vogliamo sempre più raggiungere e sostenere quei founder italiani che hanno creato le loro società all’estero e che vogliano aprire una sede anche in Italia per assumere, fare ricerca e sviluppare nuovo business.” dichiara Enrico Dente, Direttore di Motor Valley Accelerator e Plug and Play Tech Center.