Guardandomi intorno in questa settimana della moda, da spettatrice spesso in sordina per motivi personali , sono rimasta sorpresa di come gli operatori del settore abbiano avuto la freddezza di ricominciare la fashion week esattamente da dove l’avevamo lasciata, prima della pandemia. Lo penso io, ma ne hanno scritto anche i colleghi Michele Ciavarella, Antonio Mancinelli e anche Miuccia Prada ha esordito dicendo ” Dopo tutto quello che è successo, come si può far finta di niente e tornare alla normalità?” .
In questi giorni ho visto tagliare fotografie dove apparivano colleghi sgraditi per non dare visibilità , gente litigare per una prima fila, assembramenti in entrata e uscita alle sfilate sotto gli occhi vigili della polizia, macchine intasare e inquinare le strade (pochissimi i veicoli elettrici coinvolti), pr e stampa discutere per inviti non recapitati, mancanza di rispetto anche con appellativi verbali da parte di pr nervosetti, cene e feste con un numero di persone oltre il concesso anche al chiuso dove le mascherine non erano nemmeno contemplate e, soprattutto, tanta, troppa mancanza di riconoscenza.
Mi è così tornata alla memoria una frase del “Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa, mai dimenticata dagli studi di ragazza, dove c’è una verità tutta italiana: tutto cambia perché nulla cambi. Ossia: se tutto cambia esteriormente, tutto rimane com’è; se tutto rimane com’è, tutto può cambiare interiormente. L’enigmaticità di quella che è la frase-simbolo del romanzo: «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi», la pronuncia Tancredi, nipote prediletto del principe Fabrizio Salina.
E infatti la moda è cambiata esteriormente per far restare tutto tale e quale. Siamo passati dal cozy style alla moda hot, il meglio dei party, delle tavole e dei ristoranti chic. Oro, diamanti e lussuria, più che un nuovo rinascimento sembra una nuova Versailles, quando sotto gli occhi di un mondo che soffriva la fame, Maria Antonietta si preoccupava di acquistare diamanti e dare feste leggendarie.
Poco importa quel che succede nel mondo, l’importante è farsi fotografare, avere materiale per i propri social, fare vedere che tu c’eri e l’altro no, confermare la propria appartenenza a un settore per pochi, nel quale in troppi esistono non per capacità, ma per conoscenza con il pr che diventa il lasciapassare per la celebrità.
Il mondo è uno specchio che a ciascuno restituisce la sua immagine , così si conclude la Milano Fashion Week come la Fiera delle vanità.
Bellissimo pezzo e il titolo rappresenta esattamente quello che è il mondo della moda.
Grande pezzo. Ho letto anche gli altri di Michele Antonio etc. Nulla è cambiato. Che tristezza. Grande Cristiana