“Questa volta l’uomo supera la donna”. Mentre mi trovo al bellissimo cocktail in giardino a Villa Necchi per Tod’s sento fare questa dichiarazione da un famoso direttore che la moda la conosce bene. La moda uomo tra Pitti e Milano ha regalato molto entusiasmo tra gli addetti ai lavori anche se, per molti, il calendario che spesso mixa uomo e donna non ha davvero più senso e va ripensato. Ma andiamo per ordine.
A Pitti Immagine Uomo, dove agli espositori è stato concesso di mettere anche collezioni femminili nei loro stand, mi ritrovo al padiglione Cavaniglia una donna in costume da bagno con un copricapo indiano con le piume che solleticano il lato B. Poco più avanti un allestimento in pieno stile Saint-Tropez per presentare i costumi da bagno ed ecco due ragazze in bikini che accolgono i buyers per fare una foto con la polaroid e portare a casa un bel ricordo della fiera, magari la faranno vedere alla fidanzata. Ma come, ma la moda non era quella che le donne non sono oggetti? Ma come proprio in questi giorni dove con la morte di Silvio Berlusconi abbiamo ricordato Drive In e lo sfruttamento dell’immagine femminile? Non mi torna.
Arrivo a Milano e la prima sfilata è quella di Valentino, paladino dell’inclusione. Tema sociale, spettacolo per gli studenti alla Statale di Milano, borsa di studio e, sotto un sole cocente che ha fritto il cervello in partenza un po’ a tutti (lo ha definitivamente carbonizzato Zegna in piazza San Fedele) , ecco l’uomo in pantaloncini e giacca, quella giacca che se il mio uomo l’avesse nel guardaroba io gliela ruberei tutti i giorni. Sotto il sole c’è anche Selvaggia Lucarelli che, acuta e pungente osservatrice, racconta di un battibecco avvenuto durante la conferenza stampa di Piccioli dove il modello in gonna non è andato giù ad una giornalista del Giornale che lo incalza sul tema della mascolinità. Miele per gli addetti ai lavori.
Si perchè il tema dell’inclusione e del genderless, questo andato a sfumare dopo che Alessandro Michele ha lasciato Gucci, è un filone che sembra sconfinare nell’eterna diatriba tra etero e non. Voglio dire è come la discussione sulla pasta in bianco proposta dall’ Hotel Portrait a 26 euro di cui tutti parlano: c’è chi dice che una pasta così buona non l’ha mai mangiata e c’è chi dice che è una presa per i fondelli. Io, pensandoci, la pasta in bianco a casa la servo solo quando ho il frigo vuoto.
Ma si sa che le strategia di vendita e di comunicazione sono infinite. Ognuno ha il suo mercato e il suo consumatore di riferimento. Come Instagram ci insegna i followers vanno salvaguardati e custoditi e quindi mai deluderli. Per questo c’è chi non abbandona la strada vecchia per la nuova e l’ultimo giorno mette il puntino sulla “i” con una bella grande e significativa matita.
Se Mina diceva “prendi una matita e disegna un lago azzurro” , Giorgio Armani la usa per lasciare il segno e confida a Paola Pollo sul Corriere della Sera ” Per cambiare l’aspetto di un uomo in giacca e pantalone non ho fatto bermuda e non aggiungo altro perchè secondo me il bermuda implica di essere su una spiaggia o in giro per vacanza e poi, soprattutto, bisogna avere delle belle gambe”.
Ritornando all’inizio di questa storia vedremo cosa succederà a settembre dove tutti aspettano il debutto di Sabato De Sarno da Gucci, attesissimo anche dal ceo Marco Bizzarri che ci confida “aria nuova ne avevamo bisogno e siamo carichi”.
Detto ciò il plauso va ( e non è una sviolinata) a tutti i ragazzi che lavorano negli uffici stampa. Parlo con loro, si sfogano, si confidano. Sono gli operai del nostro settore, fondamentali per la costruzione di una comunicazione vincente. A volte sono pochi , altre sono sottopagati: tutto il mondo è Paese, anche la moda.
se non ci fossi bisognerebbe inventarti…:-)
Sono io la giornalista de Il Giornale e sono indecisa tra indignazione e sorpresa. A me non piaceva il modello di gonna. Lo trovo lontano anni luce dal principio ispiratore di Valentino che è’ sempre stato donare grazia e bellezza a chi lo indossa. Quando un anno fa Pierpaolo fece fare a misura di uomo un abito da sera giallo per l’alta moda sulla scala di Trinita’ dei Monti non ho fatto un plisse’: era un modello bellissimo. Detto questo la mia inclusivita’ e’ a prova di bomba e io non ho bisogno di sbandierarla per avere audience. Non tutti lo possono dire. Grazie del tuo post Cristiana. La solidarietà tra donne e tra colleghi e’ una cosa importante.
Daniela, ti invito a pranzo… pasta in bianco? 🙂