Lacrime. Inizierei da qui, da quelle di Naomi che si asciuga furtivamente una lacrima mentre sfila per Alexander McQueen nell’ultima passerella firmata da Sarah Burton. “Questa sfilata è dedicata alla memoria di Lee Alexander McQueen” dice la stilista che per 26 anni ha lavorato per il brand. Asciugate le lacrime ecco che arriva il comunicato stampa sul nuovo direttore creativo, il 35enne Seán McGirr, formato alla Central Saint Martins di Londra. Burberry, Uniqlo, Dries Van Noten e JW Anderson, dove è stato a capo del Ready-to-Wear, queste le sue esperienze precedenti. Quindi si giovane, ma neanche troppo direi.
A Parigi gli addetti ai lavori si sono ritrovati al BoF 500 Gala. Bof è una sorta di CHI E’ CHI ma con molto, molto, molto più budget. Business of Fashion , BOF appunto è una piattaforma di informazione e risorse online focalizzata sull’industria della moda. Fondata nel 2007 da Imran Amed, fornisce notizie, analisi, reportage, interviste e risorse educative per coloro che sono interessati al settore della moda e del lusso. Il BOF 500 Gala appunto celebra i principali attori e influencer dell’industria della moda inseriti in un book annuale.
Il BoF 500 ha quest’anno inserito nell’indice 24 new entry negli Stati Uniti, che continuano a essere il mercato di consumo più grande del mondo e dove si svolge gran parte del business della moda. Ma la composizione di questo gruppo mostra come il sistema moda si stia spostando. Dan Constable, un agente della United Talent Agency (UTA) è stato aggiunto nella categoria Catalysts per tutti i grandi affari che ha mediato tra la moda e Hollywood, in particolare il contratto da 35 milioni di dollari tra Chanel e Timothée Chalamet. New entry anche Brandice Daniel di Harlem’s Fashion Row, sta facendo il duro lavoro per favorire l’inclusione dei designer di colore, mentre l’aggiunta della star del basket Russell Westbrook sottolinea la crescente intersezione tra moda e sport.
Il Regno Unito è rappresentato quest’anno con 14 nomi tra cui la nail artist Ama Quashie, la fondatrice di Corteiz Clint 419 e Trino Verkade che coltiva il talento creativo nel suo ruolo presso la Sarabande Foundation. Ma ci sono anche membri che provengono da tutto il mondo ma che hanno scelto di stabilirsi a Londra, come la designer cinese Susan Fang e il designer bulgaro Kiko Kostadinov.
Parigi domina nel settore del lusso soprattutto nell’Europa post-Brexit. La capitale è diventata sempre più una calamita per i creativi della moda, attirando talenti come lo stilista saudita Mohammed Ashi, i creativi cinesi Sensen Lii e Valentina Li, così come Venya Brykalin, caporedattrice di Vogue Ucraina che si è rifugiata qui. E, naturalmente, c’è anche la star della copertina di BoF 500 Pharrell Williams che ha trasferito la sua famiglia da Miami a Parigi quando ha iniziato il suo nuovo lavoro come direttore creativo della linea uomo Louis Vuitton.
La Cina chiude le prime quattro nazioni rappresentate nella Classe BoF 500 del 2023, con il 9% dei nuovi iscritti di quest’anno, da celebrità superstar come Jackson Wang e Dilraba Dilmurat a imprenditori dei media come Peter Zhong e Chris Wang e dirigenti come Luke Chang, EVP di China Duty Free Group, un potente attore nel mercato Hainan in rapida crescita del paese che, nonostante il Covid e le sfide economiche, continua a prosperare. Nell’indice ci sono anche musicisti superstar con forti legami con la moda (Burna Boy, BTS e NewJeans), ad attori (Mile & Apo e Davika Hoorne), rivenditori (Yinka Ash), designer (Rami Al -Ali e Adeju Thompson) e catalizzatori come Khadija Al Bastaki del Dubai Design District, riflette come la crescente energia della moda in questi paesi stia avendo un impatto globale.
Per l’Italia ci sono tre nuove entrate: Sabato De Sarno Creative Director di Gucci, Luca Magliano Creative Director di Magliano e Camille Miceli Artistic Director di Pucci.
Ma passiamo alle lacrime di Victoria Beckham che si è emozionata durante la sua sfilata. Devo dire che per dirla alla francese “chapeau!” 26 anni di matrimonio con il bel David, e una bella famiglia in prima fila a supportarla. Va bene ci sarà chi dice che è tutta una finzione eccetera eccetera… ma vi posso garantire che anche fingere non è così facile tanto che le coppie scoppiano anche molto prima. Ma più che le sfilate hanno tutti postato tavoli nei bistrot più chic dove si consumavano colazioni e il pain ou chocolat è stato più fotografato dell’ultima borsa di Valentino, la VLogo Moon bag che a me ricorda un fragrante croissant. Insomma a Parigi pieno di gente “faccio cose vedo gente” e fanatici della critica della moda che si sono dibattuti sulla sfilata di Demna per Balenciaga che fa sfilare la mamma e il debutto di Phoebe Philo con la sua linea di prêt-à-porter che debutta a fine mese. C’è gente che se l’è segnato sull’agenda, giuro.
Nel frattempo a Milano la redazione di Grazia trasloca nei nuovi uffici e lascia la Mondadori dove resta per ora Chi e le attività editoriali. Un ricordo di Giorgio Levi leggetelo qui.
Federico Marchetti ha scritto un libro o meglio, ha raccontato la sua storia a Daniela Hamaui che ha sapientemente messo insieme la vita e le avventure lavorative del fondatore di Yoox Net-a-Porter. “Le avventure di un Innovatore” edito da Longanesi nasce per infondere coraggio a chi vuole cambiare vita, un messaggio ai giovani che devono avere fiducia e non avere paura perchè il vero fallimento è non provarci. Marchetti lo abbiamo premiato con il CHI E’ CHI AWARDS nel 2011 proprio per essere stato il primo a portare la moda sul web ( quell’anno insieme a lui c’era anche Brunello Cucinelli … un segno del destino, poi vi spiego…) e ci confida che questo libro lo ha scritto per sua figlia Maggie e per sua madre che per molto tempo non ha capito che lavoro facesse il figlio. Nato a Ravenna da una famiglia semplice ha dormito nella stanza dei genitori finché non è uscito di casa. Il suo talento poliedrico lo ha portato a Milano alla Bocconi e poi a New York alla Columbia University. L’america ha cambiato la sua visione sul successo che grazie al web gli ha permesso di far debuttare la moda su internet in un periodo in cui non esistevano né Facebook né l’iPhone e Amazon operava solo negli Usa da pochi anni. Gli ultimi a farsi convincere ad entrare nell’era digitale sono stati Prada ed Hermes. Tra le cose divertenti che racconta nel libro il suo incontro con Bill Gates, invitato ad un party a casa sua si è messo a cercare il codice di Leonardo Da Vinci oggi di proprietà del magnate che lo acquistò nel 1994 e pagò la somma più alta mai sborsata per un manoscritto: 30,8 milioni di dollari. Altri aneddoti divertenti sul suo incontro con l’allora Principe, ora Re, Carlo dove tra dress code sbagliati e sostenibilità il rapporto si è rafforzato tanto da aver creato una Task Force sotto il patrocinio di Re Carlo III che accompagna la moda verso una cultura del pianeta terra che ci porta tutti ad essere attivisti. Nella squadra appunto sono entrati Brunello Cucinelli , Giorgio Armani (che ha anche scritto la prefazione del libro), da Burberry a Chloé, Eon, Gabriela Hearst, Johnstons Of Elgin, Moda Operandi, Mulberry, Selfridges, Stella McCartney, The Dubai Mall, Vestiaire Collective e Zalando e molti altri. Il libro racconta una bella storia di ispirazione ma anche di valori che sono perduti. Ad esempio quello di portare un regalo al padrone di casa quando si viene invitati, usanza questa della Milano bene che è anche un elemento fondamentale della buona educazione e che troppe volte viene dimenticata. Pensate che ha regalato a Re Carlo uno spremi dentifricio di Lorenzi risparmiando ore di lavoro al suo maggiordomo. Perchè occorre sempre informarsi sui gusti della persona a cui si fa un regalo, soprattutto con questi grandi personaggi è un atteggiamento di riguardo non indifferente, anche ironico, ma che offre attenzione.
Altro Marchetti, Simone, che esce con un numero celebrativo dei 20 anni di Vanity Fair. «Dalla sua nascita a oggi, Vanity Fair è sempre stato un ponte tra passato e futuro che con irriverenza, passione, ironia e profondità ha raccontato il mondo. Un ponte che, però, va in una sola direzione: avanti. Ti fa guardare indietro, è vero, ma ti costringe ad andare avanti, verso il domani, verso il futuro» racconta Simone mentre il giornale esce fresco dalla rotativa (che emozione vedere tante pagine e tante copie cartacee). Un numero dedicato a Michela Murgia che descrive il giornale il luogo dell’effimero, un posto che proprio per la sua natura leggera è uno dei pochi in grado di capire fino in fondo la portata della rivoluzione in atto. “Un ponte effimero ma saldissimo che porta solo avanti, nel futuro” scrive il direttore nel suo editoriale.
Il futuro sarà quello che iniziamo a riscrivere oggi, dove presente e passato si confrontano senza più combattersi, dove l’Intelligenza artificiale avrà sentimento e si tornerà ad avere un senso di speranza sull’ignoto. ( si lo so sembra la frase di Terminator, perfetto per questa finale).