JW Anderson presenta la collezione donna SS23.
Una sala giochi: un luogo di altre realtà, false o alternative, dove cadere e tuffarsi, a capofitto. Un mondo parallelo di persone intrappolate nei loro computer, mescolati con tastiere e screensaver, mentre esplorano altre dimensioni. La natura filtrata dall’ego digitale, diventa una garanzia personale. L’arcade, nonostante tutto, non è solo per i giocatori.
Proporzioni che vestono larghe, la tecnologia che diventa degradata e che luccica e scintilla. Oggetti intrappolati all’interno di capi di abbigliamento e screensaver che atterrano sul corpo, su borse e accessori: questo è ciò che accade nella sala giochi. Il messaggio è un messaggio di realismo – per quanto di reale si possa palare oggi – diffuso con un linguaggio riduzionista che carica ogni singolo pezzo con lo status di una dichiarazione diretta.
Seguendo un viaggio che va dall’alba al tramonto, il percorso enfatizza le forme essenziali, i dettagli esagerati, l’ovvietà semplice ma complessa. T-shirt stropicciate con giganteschi etichette di lavaggio; camicie grandi, una coppa di reggiseno diventa un top; il girovita si sposta verso la scollatura; i tasti giganti di una tastiera come decorazioni, un piccolo tasto come un pavé su tutto il top. Gli abiti sono completamente astratti nella loro forma a palloncino: un sacchetto di plastica, con un pesce rosso intrappolato all’interno; uno specchio scolpito; coperto di stampe degne di una sedia da giardino. Il tempo libero è importante, cosi un’amaca si trasforma in un vestito, mentre maglioni e magliette sono appesi a grucce da lavanderia. Un focus sulla spalla, scavata dall’interno; sartoria e abiti cangianti. Magliette, letteralmente, come tavole da surf. Infine, il tramonto su una seconda pelle. Tutto questo su stivali, pantofole e borse che occasionalmente, diventano minuscole.