Il mercato auto europeo (30 paesi più Regno Unito e Efta), anche a giugno, è rimasto impantanato, a un livello che potremmo definire disastroso. L’Unrae, l’unione dei costruttori esteri in Italia, ha comunicato un calo delle vendite del 16.8% rispetto al 2021 (1.066.137 veicoli immatricolati) che, sommato agli altri cinque mesi, fa registrare una contrazione, nel primo semestre, del 13,7% , con 5.597.656 immatricolazioni. L’Italia registra, a giugno, un declino del 15% (nel semestre è fanalino di coda con un meno 22,7% e ultima nelle vendite di elettriche causa dell’arretratezza della rete infrastrutturale), la Francia del 14,2% (nel semestre meno 22,7%), la Germania del 18,1%, la Spagna si limita ad un meno 7,8% e l’Inghilterra, fuori dall’Unione Europea, porta a casa un crollo del 24,3%. Si cercano le ragioni nella debole offerta causate dalla mancata produzione per mancanza di semiconduttori e dalla guerra in Ucraina che ha condizionato l’arrivo di diversi componenti. Le case costruttrici vedono corrose le loro parti di mercato, il gruppo Volkswagen, leader da sempre nel continente, ha perso 1,3 punti di quota, è passato dal 26 al 24,7%, con vendite diminuite del 18,5%, Renault limita i danni (nel semestre ha perso l’8,1% delle vendite) grazie a Dacia che si avvicina alla soglia del 5% del mercato europeo e Alpine, il brand di lusso che è esploso ma rimane fortemente di nicchia. L’altra francese Stellantis conta una perdita di 2,3 punti di quota, attestata al 21,5%, a giugno le vendite sono scese del 17%. Gli unici due gruppi ad essere cresciuti – da gennaio a giugno – sono i coreani di Hyundai/Kia che hanno realizzato un più 9% , conquistando il 9,6% del mercato europeo, gestendo in modo ottimale la carenza di chip, con una strategia orientata all’accessibilità di tutta la gamma, posizionandosi davanti a Toyota (7,2% di quota) e i giapponesi di Honda che si è portata casa un più 18,2%. Questi risultati catastrofici non incideranno sui risultati semestrali dei costruttori, ogni casa monitorizza regolarmente prezzi, margini, l’aumento dei costi delle materie prime, tenendo in considerazione il potere d’acquisto più che mai al centro delle preoccupazioni dei clienti che si stanno orientando verso modelli elettrificati o auto usate ricondizionate, che conciliano un consumo responsabile ad un budget limitato.