Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo e “padrone” (tra l’altro) della società produttrice di auto elettriche TESLA, non è in buoni rapporti con i giornalisti. Al culmine della reciproca antipatia egli minacciò, nel 2018, di creare una “piattaforma” digitale per raccogliere l’opinione della gente sulla qualità dell’informazione; e ne aveva già scelto il titolo: “Pravda”. In russo, “pravda” significa “verità” ed era il nome del giornale ufficiale dell’URSS ove comparivano le notizie, ovviamente manipolate dalla dirigenza sovietica. Un’allusione dunque alla pessima qualità, a suo dire, della stampa, pilotata dai suoi nemici (tra cui i petrolieri). Un sondaggio preliminare rilevò che oltre 600.000 persone la pensavano come lui, circa il 90% degli intervistati.
Come esempio del fatto che la gente non crede più a quello che si pubblica, Musk in un twitter (sistema di comunicazione che predilige) fece notare che nonostante le campagne denigratorie dei “giornaloni” nei confronti di Donald Trump, in occasione delle elezioni USA del 2017, questi poi fu eletto presidente. Pertanto, ironicamente, invitava i giornalisti a parlare male delle sue vetture. I rapporti con la stampa non sono migliorati neppure recentemente, visto che durante la conferenza stampa tenutasi al riguardo della costruzione della “giga-fabbrica” TESLA nella Germania brandeburghese, Musk rispose con una risata ironica alla domanda di un giornalista tedesco a proposito delle tutele ambientali. Una delle accuse che il magnate sudafricano rivolge alla stampa è di mettere in cronaca con grande rilievo gli incidenti delle sue vetture, amplificando le responsabilità del costruttore, anche se si tratta di ipotesi da vagliare con le opportune indagini. Ed ecco un esempio.
All’inizio di quest’anno nella contea di Spring (Texas) una Tesla Model S ha “tirato diritto” in una curva finendo fuori strada contro un albero e incendiandosi, provocando la morte dei due che si trovavano all’interno. La polizia ha rinvenuto i corpi uno al posto del passeggero anteriore e l’altro dietro e ha pure trovato un testimone che ha detto di aver visto il proprietario seduto a destra, lato passeggero. La stampa ha dato grande rilievo al fatto, mettendo sotto accusa il sistema di “guida automatica” delle vetture Tesla. Anche questa volta, come in occasioni precedenti, Il costruttore americano ha dovuto precisare che la vettura in oggetto non è dotata di un sistema di “guida automatica”, cioè non prevede che possa viaggiare senza che il guidatore non sia al suo posto e non abbia le mani sul volante. Il sistema di guida “semiautomatica” della Model S utilizza i segnali radar, gli ultrasuoni, le telecamere e il navigatore GPS di cui è dotata, oltre che per il parcheggio automatico, per tenere in carreggiata la vettura e intervenire in caso emergenza su freno e sterzo, qualora il conducente non fosse in grado di agire al meglio.
In definitiva esso non sostituisce il guidatore, ma lo assiste; esattamente come fanno l’ABS e l’ESP di cui sono ormai dotate tutte le vetture, nei rispettivi ambiti della frenata e della stabilità. Penso che nessuno ritardi volutamente la frenata per vedere se l’ABS funziona. La raccomandazione dei costruttori di auto (non solo elettriche) dotate di “guida semiautomatica” è di guidare come se essa non ci fosse. Tornando al caso dell’incidente in Texas, l’indagine svolta dallo NTSB (National Transportation Safety Board, agenzia governativa d’indagine sugli incidenti) che ha esaminato la “scatola nera” di cui sono dotate le Tesla, ha permesso di stabilire che guidatore e passeggero, al momento dell’impatto, erano davanti con le cinture allacciate e che la vettura era in piena accelerazione. La Tesla viaggiava a 108 km/h. Il pilota, ad un esame tossicologico post mortem, è risultato avere un tasso di alcolemia superiore a quello permesso dalle leggi del Texas. La stampa ha dato assai meno rilevanza o ha bellamente ignorato la realtà accertata che scagiona il costruttore dalle supposte responsabilità. Allora diciamo pure che l’eclettico, irascibile, maleducato, insopportabile Musk ha qualche motivo di prendersela con i giornalisti.