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Lug 05 L’ITALIA E LA FORZA DEL GRUPPO

di Francesco Bonfanti

«Immagini che puoi sentire». Il titolo, perfetto e centrato come meglio non poteva, lo ha pensato e scritto Roberto Mancini sul suo profilo Instagram dopo la vittoria sul Belgio, una frase che meglio non poteva rappresentare ciò che è la sua Italia. Un gruppo. Forte, unito e vincente.

Una squadra nel vero senso della parola, moschettieri capaci di esaltare una nazione che adesso sogna davvero alla vigilia della sfida contro la Spagna, ultimo ostacolo tra noi e la finale dell’Europeo.

Un’onda azzurra cresciuta di partita in partita, dal girone di qualificazione alla vittoria sull’Austria, fino al successo contro il Belgio di Lukaku che ha proiettato la Nazionale tra le quattro grandi d’Europa. Non è facile diventare una squadra e giocare come tale, basti pensare alla Francia farcita di campioni che tra gelosie e litigi ha fatto flop, a dimostrazione di quel vecchio principio per cui non sempre chi ha grandi nomi alla fine vince.

Il nostro passato ci dice che sul gruppo si sono sempre fondate le grandi vittorie, basti pensare a Spagna ’82 e a Germania 2006. Ma se la Nazionale di Zoff e Paolo Rossi rispose sul campo a chi ne contestava pesantemente il non gioco, e quella di Lippi e Cannavaro seppe chiudersi a riccio per respingere l’onda di Calciopoli che stava montando, questa Italia no, non ha avuto bisogno di reagire o di difendersi da qualcosa, è nata come un gruppo unito e lo sta continuando a dimostrare (32 risultati utili consecutivi, battuto il primato di Vittorio Pozzo che resisteva dal 1939).

In tal senso l’immagine più bella riguarda l’evento più brutto, l’infortunio di Leonardo Spinazzola. Sul volo di ritorno dopo la sfida contro il Belgio i cori dei compagni erano tutti per lui, l’abbraccio nella sala da pranzo di Coverciano prima che il giocatore tornasse a Roma un momento toccante e sincero. Tutti si sono stretti a lui, tutti hanno voluto salutare il loro compagno che se ne andava, con la promessa di rivedersi presto, lì, sulle tribune di Wembley per la finale.

Vincere anche per lui sarà un motivo in più per battere la Spagna, perché un gruppo ragiona così. L’infortunio di uno diventa stimolo per tutti, non si lascia indietro nessuno.

Un sogno azzurro che vuole andare avanti con la forza di uno spogliatoio che sta trascinando una nazione intera, di nuovo nelle piazze a cantare l’inno, con il tricolore dipinto sulle guance, le bandiere che sventolano e l’orgoglio ritrovato di chi vuole a tutti i costi arrivare fino in fondo. 

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