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Apr 08 LUDOVICA SERAFINI E ROBERTO PALOMBA PROTAGONISTI DI DOPPIA FIRMA

Lo studio Palomba Serafini annuncia la sua partecipazione al progetto Doppia Firma, promosso dalla Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, sviluppato con Living, magazine di interior, design e lifestyle del Corriere della Sera, con il patrocinio della Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship. 

Giunto alla sua ottava edizione, Doppia Firma è un evento della Milano Design Week che celebra l’unione tra l’innovazione del design e la tradizione dei grandi maestri d’arte, creando un connubio tra un designer/artista e un artigiano o una manifattura d’eccellenza. 

Ludovica Serafini e Roberto Palomba – architetti e designer di fama internazionale, ma fortemente legati a Milano e al Made in Italy – incarnano perfettamente il focus di questa edizione: un’analisi della “Grande Milano”, non solo capitale mondiale del design, della moda e dell’arte, ma anche culla dei mestieri d’arte e delle arti applicate: storicamente sede di importanti attività di alto artigianato, con livelli eccellenti nella manifattura dell’argento, del legno, della pelle, della tappezzeria, dei metalli, del vetro, della ceramica.  

Per l’occasione, gli architetti hanno collaborato con la ceramista e restauratrice Anita Cerrato, esperta di tecniche artigianali orientali come il kintsugi o l’urushi, il processo che utilizza vernici colorate per la riparazione di oggetti. 

Proprio a partire dallo studio di questa tecnica, è nato il progetto realizzato per Doppia Firma, intitolato “The Architectural Care”. Gli architetti e Anita Cerrato hanno portato alla luce le somiglianze tra l’architettura come pratica e la tecnica dell’Urushitsugi, analogia basata sul concetto di riparazione e rinascita. Mentre l’Urushitsugi trasforma ceramiche rotte in nuovi oggetti grazie a uno smalto, dove i segni della rottura rimangono visibili e arricchiscono il risultato finale, l’architettura adotta una filosofia simile nel processo di stratificazione storica: rinnovare, modificare e far evolvere un edificio piuttosto che demolire, mantenendo elementi esistenti, che si integrano con il nuovo. 

In questo modo, gli autori hanno collaborato insieme nel processo creativo, apportando la propria visione e le competenze dei rispettivi campi: tre vasi in ceramica di dimensioni diverse – progettati da Ludovica Serafini + Roberto Palomba – sui quali è stata provocata una rottura, riparata secondo la tecnica dell’urushidi Anita Cerrato.

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