Maddalena Fossati Dondero è il direttore de La Cucina Italiana, il magazine di Condé Nast dedicato al mondo del gusto che ha celebrato da poco 90 anni ed è sbarcato anche nel mercato statunitense. In questi giorni dove la quarantena ha costretto gli italiani a trascorre molto tempo a casa La Cucina Italiana è stata di grande aiuto per trovare ricette e spunti per inventarsi qualcosa di nuovo tra i fornelli. Grazie al lavoro in smart working ed ad un team affiatato il giornale è stato vicino ai lettori facendoli sentire ancora più italiani.
Come avete organizzato il lavoro in questi mesi , uscite del giornale regolari?
Lavoriamo in smart working da prima del lockdown perché Condé Nast Italia ha voluto saggiamente anticipare la chiusura per tutelare la sicurezza dei dipendenti. Molto del lavoro viene fatto via zoom e siamo riusciti a mantenere una regolarità nell’uscita seppur con un po’ di ritardo.
Ricette, servizi food… come avete fatto?
Per scattare i servizi abbiamo occupato virtualmente la cucina di Joelle che ,per fortuna è anche la compagna del nostro fotografo Riccardo Lettieri. Non vi nascondo che avevamo già prodotto qualcosa, quindi un po’ di “cassetto” ci ha salvato. Tuttavia ho deciso fosse opportuno togliere subito i viaggi e tutti i servizi esterni e ci siamo concentrati sulla cucina di casa.
Gli italiani si sono dati alla cucina in lockdown: come siete andati incontro a questa esigenza?
Per andare incontro agli italiani, abbiamo dato gratuitamente la lettura del giornale digitale (ancora attiva fino al numero di giugno) così come per tutte le altre testate dell’azienda scaricabile sulla piattaforma Condenast4you. E poi i corsi digitali in streaming, le dirette su Instagram, mentre con il sito www.lacucinaitaliana.it abbiamo dato spazio a tutto quello che ci piace realizzare tra le mura di casa, spazio quindi al pane, la pizza, e ricette da cucinare con i nostri figli.
Bar e ristoranti possono finalmente riaprire… quali aiuti concreti per aiutare questo settore ?
Aiutare la ristorazione e i bar è un’operazione complessa perché manca chiarezza e le regole sono molto complicate da applicare. Quanto sarà sostenibile per un ristorante avere così pochi clienti alla volta e quanto sarà sostenibile per i clienti affrontare il conto che per forza di cosa sarà più salato? Con Oradicena, lo spazio quotidiano dove intervisto chef e pasticceri ma anche imprenditori del cibo, ho voluto dare una voce a tutto un mondo che sta soffrendo tantissimo e non parlo solo dei cuochi, ma penso ai camerieri e a tutto il personale di sala e delle cucine meno sotto i riflettori. Poi ci sono i bar e le trattorie, le pizzerie, le piccole realtà sparse per l’Italia. Sul sito parliamo con regolarità di piccole realtà che hanno bisogno di essere valorizzate (e aiutate) perché sono il tessuto non solo della nostra economica, ma della nostra cultura e identità italiana.
Il settore del food come ha reagito in questo periodo? Come avete accolto le esigenze dei vostri clienti ?
Il settore del food e del vino a dispetto delle frasi più ricorrenti che sento pronunciare (tanto tutti cucinano, tutti fanno la spesa e tutti bevono) è in grave difficoltà. Molto di questo mondo fornisce il canale horeca, quindi hotel, ristoranti e bar, e si è trovato a terra. Per il vino da solo, il consumo fuori casa vale 6,5 miliardi di euro. Alcuni brand hanno sicuramente guadagnato da questa pandemia, ma non da compensare le enormi perdite.
Un messaggio per i vostri lettori
Il messaggio che vorrei dare ai nostri lettori è questo: intanto grazie, grazie per aver cucinato con noi e cucinare ogni giorno insieme a noi. Grazie per le vostre domande intelligenti, preparate che mi rendono ogni giorno fiera di appartenere a questo grande e pazzo paese che è l’Italia. E poi ne usciremo da questa crisi. Con la consapevolezza di chi questo Covid ci ha fatto lasciare indietro, un prezzo altissimo da pagare, con la determinazione di chi è sopravvissuto e deve andare avanti. E saremo più forti, più consapevoli e più italiani.