Il Cavaliere del Lavoro Mario Boselli è oggi uno dei massimi esperti di rapporti Italia/Cina. E’ infatti alla guida dell’Istituto Italo Cinese che dal 1971 ha l’obiettivo di integrare la normale attività diplomatica con un’azione specifica per la promozione dei rapporti tra i due Paesi.
Presidente onorario della Camera nazionale della Moda Italiana, Mario Boselli è anche Official Ambassador della Shanghai Fashion Week, presidente di Banca5 del gruppo Intesa Sanpaolo, diversi impegni che lo vedono in prima linea nella promozione delle relazioni tra il nostro paese e gli altri stati.
Cavaliere che idea si è fatto della situazione attuale? Come è messo il mercato della moda?
Per quanto riguarda la diffusione del virus sono veramente convinto che se non abbiamo raggiunto il picco ora ciò avverrà nei prossimi giorni, quindi sono ottimista riguardo a un rapido miglioramento della situazione. Per il mercato della moda la situazione è attualmente pessima in quanto l’Italia e gran parte del mondo sono bloccati e la Cina, che sta uscendo dalla crisi, potrà solo lentamente riprendere gli acquisti della moda italiana in modo importante.
Cosa pensa delle prossime sfilate uomo di giugno? Secondo lei saranno rimandate?
Nonostante quanto detto sopra sulla mia visione ottimistica riguardo al miglioramento della situazione con una minore diffusione del virus, ritengo che l’uscita definitiva dall’emergenza avverrà in tempi medi, proprio per scongiurare fenomeni di ritorno che, data la particolarità del Covid-19, sono assolutamente da evitare. Per questo motivo temo che le manifestazioni fieristiche andrebbero posticipate e le sfilate, se confermate, andrebbero effettuate senza pubblico presente.
In base alla sua esperienza che interventi dovrebbe prendere il Governo per la moda e soprattutto le banche come potrebbero aiutare il settore?
Dobbiamo distinguere fra la realtà dei grandi Gruppi, che sono adeguatamente strutturati dal punto di vista soprattutto finanziario e che hanno delle capacità di tenuta molto forti : nel 2020 avranno certamente dei risultati economici poco brillanti ma non tali da mettere in discussione la loro sopravvivenza. Un discorso diverso va fatto per le PMI, soprattutto quelle della filiera a monte del tessile (filati, tessuti e nobilitazione) che sono la spina dorsale del sistema tessile-abbigliamento-moda italiano e subfornitrici dei grandi brand della moda sopracitati. Va inoltre ricordato che l’Italia è il Paese delle PMI, che hanno strutture finanziarie non particolarmente patrimonializzate e che, se in condizioni di normalità o di qualche modesto cambiamento congiunturale negativo sono in grado di mantenersi in equilibrio, a fronte di uno tsunami come quello che sta avvenendo, hanno e avranno bisogno di tutto l’aiuto, sia del Governo che delle Banche, e io aggiungo anche delle Assicurazioni Crediti, per garantire la loro sopravvivenza in attesa di tempi migliori.
La Cina sta uscendo ora dalla quarantena, lei crede che il mercato si riprenderà facilmente?
La mia risposta è affermativa perché la Cina è un grande Paese che ama la nostra moda ma come detto sopra il fenomeno sarà progressivo e quindi si tornerà alla normalità solo nel secondo semestre.
Le aziende italiane che hanno la produzione in Cina torneranno a produrre in Italia? Quale soluzione alternativa?
Ritengo che solo alcune produzioni verranno rimpatriate e che il fenomeno più importante sarà a mio giudizio quello di differenziare, da parte soprattutto dei grandi gruppi dell’abbigliamento, le fonti di approvvigionamento rivolgendosi ad altri Paesi, con costi inferiori a quelli italiani, ma più vicini rispetto alla Cina. Penso ai Paesi dell’est europeo, alla Turchia e ai Paesi nord-africani. Si creerebbe così quella zona Pan-euromediterranea auspicata tempo fa.
A suo parere come si prospettano i prossimi mesi qui in Italia?
Lo scenario che ho descritto sopra, fra riduzione dei contagi, timori per un fenomeno di ritorno, necessità di riaprire le fabbriche ed i negozi, ecc. ecc. sarà all’insegna di una grande complessità che richiederà ai nostri governanti centrali e agli amministratori locali grande impegno ed equilibrio. Speriamo e preghiamo!