Mercati al ribasso
David Pascucci – Analista dei Mercati per XTB
Mercati che affrontano il primo vero periodo ad alta volatilitá dal 2022 ad oggi, un vero e proprio test della tenuta di questo trend long di lungo periodo che sembra voler giungere verso una fine. Ieri, in chiusura di sessione Usa, abbiamo visto un ribasso veramente forte del Nasdaq dopo un tentativo di ripresa altrettanto importante, prima un +2% dai minimi dopo il dato sul Pil e nella serata un movimento del -2,4% in poco piú di 3 ore. I mercati sono arrivati ad un punto di svolta dopo alcune fasi di indebolimento negli scorsi mesi, soprattutto per quanto rigarda l’Europa, quindi ogni giornata ora ha una storia a sé e fare trading intraday é diventato appetibile per coloro che cercano volatilitá e occasioni nel brevissimo.
MERCATI DEBOLI E VOLATILI
La volatilitá e il suo aumento consituiscono il primo grande segnale di una fase di indebolimento strutturale dei mercati, il tutto verrebbe confermato dalla situazione macroeconomica di fondo e da alcuni segnali tecnici provenienti dal passato recente. Osservando i mercati europei vediamo che non riescono ad andare oltre i massimi di marzo, in pratica sono 4 mesi che l’Europa non riesce a performare. I mercati americani provano a tenere la situazione tecnica ma di fronte al peggioramento palese della condizione economica, salvo dati estremamente positivi che stridono palesemente con il resto dei dati e che hanno un impatto solamente nel breve. Il Nikkei ad esempio inizia a formare una condizione tecnica che é estremamente pericolosa con un ritorno al di sotto dei massimi di marzo (come in Europa) dopo una fortissima accelerazione al rialzo vista nelle scorse settimane. Il Vix é in fase di aumento, ovviamente non si escludono ritorni su livelli piú bassi nel breve, ma di fatto c’é un aumento di volatilitá che potrebbe essere determinante nel corso delle prossime settimane alla luce delle prossime decisioni in ambito tassi, componente fondamentale per la direzionalitá di lungo dei mercati.
OGGI IL PCE. FED TAGLIA I TASSI?
Oggi in uscita il Pce, ossia l’inflazione pagata dai consumatori americani prevista passare dal 2,6% al 2,5%, un dato fondamentale per le decisioni della Federal Reserve. Al momento le aspettative di un taglio tassi a luglio sono ovviamente basse, anche se un taglio sarebbe doveroso vista la tendenza del tasso di disoccupazione per il lungo periodo, considerazione che trova concorde l’ex governatore della Fed di New York, Bill Dudley il quale spinge per un taglio dei tassi immediato in quanto proprio il mercato del lavoro sta mostrando segni di debolezza palesi e tagliare troppo tardi sarebbe come andare incontro ad una recessione. Purtroppo storicamente le banche centrali si muovono in ritardo, a giochi fatti, agiscono quando il danno oramai si é palesato. Tenere i tassi alti a lungo in un clima dove il mercato del lavoro mostra chiari segni di debolezza é una follia, un tipo di operato il cui esito finale lo potremmo vedere nel corso dei prossimi mesi, sia sull’economia sia sui mercati. Prossima settimana avremo sia Fed che BoE, molto probabilmente vedremo un taglio da parte della BoE, quello della Fed é atteso per settembre ma non sappiamo ancora l’entitá del taglio.