Maria Greger ha visto cambiare molte cose da quando è entrata in Mazda nel 1995. Prima di andare in pensione quest’annno, la responsabile di Colori e Materiali nel Centro europeo di design Mazda, con alle spalle oltre un quarto di secolo di progetti per gli abitacoli, condivide le sue idee su tendenze del colore, mobilità del futuro e sulla considerazione che Mazda ha per l’artigianalità. Come si fa a creare nell’abitacolo di un’auto uno spazio accogliente e di design? Con la qualità e la competenza. Come azienda giapponese, Mazda adora l’importanza posta tradizionalmente in Giappone sull’artigianalità. Si tratta di una meticolosa attenzione ai dettagli. Al giorno d’oggi, dobbiamo abituarci al fatto che le superfici in abitacolo stanno scomparendo. Dove prima c’erano il cruscotto e la consolle centrale con interruttori e manopole, ora abbiamo grandi display montati a filo. Non ci sono angoli, bordi e ornamenti. Il punto, ovviamente, è migliorare la fruibilità, ma ciò rende più difficile il lavoro come designer di colori e materiali. Come designer, sono contenta se riusciamo a mantenere manopole o interruttori e trasmettere un senso di fascino, sia ottico che tattile. Per me sono come piccole gemme, e li creiamo con una cura speciale. Forse il conducente non se ne accorgerà subito, ma questi dettagli contribuiscono al senso di qualità a bordo e a una piacevole atmosfera. Qual è la visione di Mazda? Mazda dal 2010 è impegnata nella filosofia di design Kodo. Kodo, che in giapponese significa “anima del movimento”, rappresenta la potenza e la bellezza del movimento. Come viene tradotto in pratica? Mazda sa che i macchinari non possono sostituire l’esperienza e l’abilità artistica della mano dell’uomo, e questo vale per ogni parte del processo di sviluppo del veicolo. Soprattutto quando si tratta di modelling. I modelli in argilla sono fatti a mano. Gli artigiani Takumi – il massimo nel loro mestiere – possono levigare il metallo come un rasoio, e gli ingegneri mettono le persone al centro di tutte le loro considerazioni. Poi c’è il Kodo, che su Mazda3, ad esempio, risveglia impressioni di movimento attraverso il gioco di luci e ombre lungo le superfici. Come è cambiato il design degli interni nel corso degli anni che hai vissuto in Mazda? I materiali e l’artigianalità sono diventati ancora più importanti di quanto già non fossero, e gli sforzi dei designer di Colori e Materiali nella scelta dei materiali per l’abitacolo sono aumentati di concerto. Le caratteristiche e i dettagli, e di fatto la qualità degli interni nel loro insieme, sono cambiati molto nel corso degli anni. Basta guardare le finiture metalliche, in legno e in pelle, che abbiamo oggi. Raccontaci di più sul processo di progettazione in Mazda Research Europe. Al MRE di Francoforte siamo focalizzati sul mercato europeo, cercando e selezionando tendenze che siano di interesse per Mazda, che poi usiamo come base per i nostri progetti. Prendi un futuro modello come la prossima Mazda6. Immaginiamo come dovrebbe apparire un’auto che ancora non esiste, proponendo materiali e colori e interni completi, e i nostri colleghi designer negli Stati Uniti e in Giappone fanno lo stesso. I risultati vengono presentati alla sede centrale, che in ultima analisi è la responsabile del prodotto finale. Tra l’altro, stanno facendo un ottimo lavoro. Ma voglio anche ricordare che alcuni progetti nati a Francoforte, come la Mazda CX-30, sono stati adottati così com’erano. Hai sempre voluto progettare gli interni delle auto? Stavo pensando di diventare designer d’interni quando ero in seconda superiore, ma alla fine del ciclo scolastico ho invece deciso di studiare design tessile. Ho approfittato delle mie amicizie: un compagno di studi lavorava per un’azienda di Treviri [Germania] che produceva tessuti per l’industria automobilistica. Ho fatto domanda e sono stata assunta. All’inizio non avevo idea di quanto il lavoro avesse effettivamente a che fare con il design tessile. Ma quando mi sono trasferita in Mazda, in verità tutto è stato più eccitante, dal momento che progettiamo ambienti dallo spazio relativamente piccolo e con molte superfici e colori differenti. I tessuti per gli abitacoli sono tra i più strenuamente testati al mondo, ma anche fra i meno costosi, a differenza dei materiali per l’arredamento. Il che ne fa una sfida continua a dar vita a progetti davvero eccellenti. Come si superano queste sfide? Noi del team Colori e Materiali di Francoforte ci teniamo costantemente aggiornati. Partecipiamo a eventi di moda, arredamento e design, scandagliamo il mercato e individuiamo le tendenze. Come le tendenze previste da Li Edelkoort¹? L’hai vista dal vivo? È molto carismatica, ha un grande intuito e riesce ad affascinare il pubblico. È una luminare quando si tratta di cogliere e anticipare le tendenze. Assistiamo regolarmente alle sue conferenze. Parliamo di colori. Sembra che siamo bloccati sempre sulle stesse tinte per la carrozzeria. Cosa ti aspetti dal domani? Penso che il bianco sia un buon esempio. Negli anni scorsi il bianco era di moda, e lo è ancora. Il fatto è che il valore di rivendita rimane un fattore importante nelle scelte cromatiche delle persone, quindi molti acquirenti tenderanno a scegliere argento, nero o bianco. Mazda è andata per la sua strada con il rosso, creando rossi iconici per il design Kodo. Sono orgogliosa di dire che in questo abbiamo creato una tendenza, avviando un rilancio del rosso, e non solo per le auto sportive. Per quanto riguarda il futuro, c’è un generale movimento verso colori più caldi, quindi potremmo averne di più. Mi aspetto anche più auto verdi, dal momento che il verde sta tornando nel settore della moda, ma non è detto. In ogni caso, vedremo ancora molte sfumature dell’argento. Quali sono le maggiori sfide per il tuo gruppo? Dobbiamo fare i conti con le nuove tecnologie e le nuove forme di mobilità. Le auto stanno anche diventando più semplici e dotate di più display. Pertanto, la domanda per noi designer è: nonostante tutto questo posso creare una bella atmosfera interna? E deve essere non solo piacevole, ma anche intuitiva. Inoltre, stiamo anche cercando di utilizzare materiali e forme che migliorino la concentrazione di chi guida. Quindi è effettivamente piuttosto elettrizzante lavorare sugli interni. Qual è il problema fondamentale della mobilità? La cosa è complessa. Nell’industria automobilistica ci sono tante idee a breve termine. Sul mercato stanno arrivando sempre più veicoli elettrici, e penso che le auto a idrogeno non siano poi così lontane. Ma credo che dobbiamo concentrarci sulla mobilità e poi stabilire di conseguenza il tipo di veicolo da realizzare per soddisfare i requisiti di questa mobilità – non il contrario. Dobbiamo guardare a cose come quanti giovani in futuro vorranno ancora guidare. Gli urbanisti e chi pianifica la mobilità devono collaborare più da vicino, lavorando di pari passo. In ogni caso, è un argomento affascinante che ci accompagnerà sicuramente per un po’ di tempo. C’è un’auto che sogni di progettare? Non proprio. Sono molto soddisfatta della CX-30. Il piccolo SUV si è rivelato perfetto; è forse il veicolo più bello su cui abbia mai lavorato, specialmente nella tinta Soul Red Crystal. Non è troppo grande, ha sedili comodi e materiali e finiture di altissima qualità. La taglia mi si adatta alla perfezione, dato che di solito mi muovo da sola. La MX-5 è un’altra vettura che mi entusiasma. Anche se di fatto è più una seconda auto, per me è sempre una piccola auto da sogno e molto divertente da guidare. Quale aspetto della tua lunga carriera risalta di più? Far parte di un team internazionale insieme a tante culture diverse. Abbiamo persone che arrivano da tutta Europa e oltre, è stato affascinante lavorare con giapponesi e asiatici così come con americani e colleghi di altre nazionalità e conoscere le loro culture. Questa per me è stata una grande esperienza. Che consiglio daresti a una te stessa più giovane? Goditi qualunque cosa tu faccia e motiva e ispira gli altri a fare lo stesso. Guardando indietro alla mia carriera, io devo ammettere che sono stata molto soddisfatta del mio ruolo. Colori e materiali sono il mio mondo! |