Auto

Ott 03 …NON È UNA PARTITA DI CALCIO…

di Bianca Carretto

La fotografia degli stabilimenti italiani di Stellantis rileva, nel primo semestre dell’anno in corso, una crescita della produzione complessiva del 15,3% rispetto al 2022, pari a 405.870 veicoli, di cui 291.110 sono autovetture. Sino al 2022 la produzione  è risultata comparabile  gli impianti  italiani efrancesi, entrambi avevano sofferto della mancanza di materiali, ma attualmente sono previsti 13 veicoli, tra il 2024 e il 2026, nei siti dello Stivale, contro i 24 in quelli di Oltralpe che risultano essere  più competitivi per lo sviluppo e il riadattamento di tutta la filiera. Inoltre, nel 2024, la differenza potrebbe essere superiore di 11 modelli, a loro favore. Identica situazione per i componenti che vedono  il coinvolgimento  di un unico nostro sito -Mirafiori- dove sono assemblate parti per i veicoli elettrici e ibridi, contro i cinque francesi , per il futuro ne sono opzionati  3 su 6 in Italia in contrapposizione ai 6 su 6 in Francia. Il processo di riconversione, sempre degli impianti,  è molto più avanzato al di là del Monte Bianco, ci battono per 5 a 1, coinvolgendo naturalmente tutta l’attività di ricerca che vede in Francia 1239 brevetti, contro i 166 depositati  nelle nostre Camere di Commercio. Gli  investimenti in corso consentiranno l’introduzione di tre nuove linee di produzione  – a Melfi per la ricarica delle batterie, a  Mirafiori per le trasmissioni, a Cassino sempre per le batterie – uno scenario da cui sono assenti Pratola Serra, Verrone e Cento. La Francia ha  già realizzato un progetto di filiera corta nazionale,  per produrre, in ogni sito, almeno un componente essenziale  che riguarda  l’innovazione tecnologica e la transazione energetica. Dal 2035 verranno accettate  niente altro che due tecnologie, l’idrogeno (fuel cell) e i veicoli elettrici a batteria, è indispensabile aumentare il numero di veicoli a basse emissioni prodotti in Italia da Stellantis, in linea con le regolamentazioni europee, il 40% del totale delle imprese di componenti dipendono da Stellantis, le sue commesse valgono il 50% del loro fatturato. L’aumento della produzione dei veicoli  che possono contrastare il cambiamento climatico sono utili anche per massimizzare l’impatto sugli strumenti di incentivo alla domanda.  Dall’ acquisizione del 2021 di Fca  da parte di Stellantis  sono usciti dall’azienda, su base volontaria, per pensione, contratti di espansione, incentivazioni, 7500 persone, per fermarsi, oggi a  circa 47mila, a cui bisognerà togliere i 2mila in partenza nel dicembre prossimo e nei primi sei mesi sono stati complessivamente, più di 2500 lavoratori in cassa di integrazione. Il polo produttivo di Torino, considerato un hub,  ha centrale l’assemblaggio della 500 bev, costruita in due turni, senza fermi, in attesa di altre assegnazione. Dal 2025 è ipotizzato un Green Campus Mirafiori che dovrebbe riaccogliere,  10mila dipendenti ora fluttuanti. Sulla linea Maserati, di Modena, un solo turno lavorativo di 200  persone, per le varie versioni della MC20 e lo sviluppo del reparto verniciatura. Cassino è in flessione nonostante  la sua potenzialità sia maggiore, da gennaio sono stati 37 i giorni di sospensione, è partita l’assegnazione della piattaforma Stla Large Bev per l’aggiornamento  della Maserati Grecale e  delle Alfa Romeo Stelvio e Giulia che devono essere totalmente rimodernate e rilanciate. A Melfi la perdita è la più pesante, un meno 27% , nel primo semestre  gli stop sono stati di 32 giorni,  coinvolgendo 1300 lavoratori, per trasferte in-fra-gruppo, portando l’occupazione a meno di 5800 unità. La transizione  di Melfi  dovrebbe essere accompagnata verso la produzione di quattro nuovi modelli sulla piattaforma Bev Stla Medium a partire dal 2024. Oggi tutto il comprensorio è in forte difficoltà, serve un programma di investimenti, rapido sull’area melfitana. Ad Atessa  è stato confermato l’accordo con Toyota per i veicoli commerciali, unitamente ai motori elettrici.  Si chiede il rafforzamento  della reindustrializzazione di Cento di Ferrara  che ha il compito  di realizzare motori marini e industriali. A Termoli, dal 2026,  dovrebbe partire la terza Gigafactory del gruppo, con l’assicurazione di avere la copertura degli ammortizzatori sociali e di tutti gli aspetti  relativi alla tutela contrattuale. Pratola Serra sarà l’unico impianto a fornire i motori diesel Euro 7, idonei ai veicoli commerciali del Gruppo. Tutte le organizzazioni sindacali si sono incontrate l’8 di agosto con il Ministro Urso, che aveva promesso di dare conferme ai primi di settembre, di fatto non è arrivata ancora nessuna risposta.

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