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Dic 18 PERCHÉ I CALCIATORI SI DEPILANO LE GAMBE? I TRATTAMENTI PIÙ EFFICACI

di Redazione

Depilarsi nel calcio è ormai diventata una prassi consolidata. Non solo per moda, con i calciatori sempre più “vanitosi” e legati alla propria immagine, ma anche perché, avere gambe depilate, contribuisce a migliorare la preparazione atletica e le prestazioni agonistiche. Nonostante alcune eccezioni a livello internazionale come Mohammed Salah del Liverpool e il giovane talento ungherese del Salisburgo Dominik Szoboszlai, quasi tutti i calciatori che vediamo scendere in campo hanno delle gambe lisce che esaltano muscoli scolpiti. Bisogna però fare attenzione ai metodi utilizzati per depilarsi: ne è un esempio quanto accaduto al talentuoso giocatore spagnolo Marco Asensio del Real Madrid, il quale ha dovuto fermarsi per diversi giorni a causa di un’infezione causata da una depilazione errata.
Ma perché i calciatori si depilano le gambe? Quali sono i metodi più efficaci?

Il dottor Domenico Piccolo, Dermatologo e Direttore degli Skin Center di Avezzano (AQ), Pescara e L’Aquila, ci spiega che “La sudorazione crea un fastidio e un’infiammazione dei follicoli piliferi, che possono generare prurito alle gambe dei calciatori durante la partita. Le infiammazioni dei follicoli sono dovute anche allo sfregamento dei calzoncini e col terreno di gioco.” Con le gambe glabre si hanno minori rischi di infezioni in caso di abrasioni dovute a cadute o scivolate (soprattutto sui campi in erba sintetica), ed è più semplice eseguire dei massaggi.
Come si depilano i calciatori? Il dottor Piccolo, che conosce da vicino il mondo del pallone avendo avuto un passato da calciatore tra i dilettanti, segnala l’esistenza di molteplici tecniche. “I metodi tradizionali come rasoio, crema depilatoria o ceretta danno dei risultati a brevissimo termine, rischiando così l’effetto contrario: la follicolite da eccesso di epilazione. Il consiglio migliore per un calciatore professionista è quello di far trattare le proprie gambe con il laser (epilazione laser medicale).” Ma perché i metodi tradizionali risultano meno sicuri? “Al follicolo pilifero è annessa una ghiandola sebacea, insieme formano l’unità pilosebacea: è ovvio che se si utilizza un metodo di depilazione ‘cruento’ si può creare un’infiammazione della ghiandola, che produrrà sebo in eccesso e potrà infiammare anche le ghiandole vicine, scatenando un effetto di follicolite a cui si può aggiungere un’infezione batterica, se non vengono rispettate determinate condizioni igieniche.”

Il dottor Piccolo consiglia utilizza diverse tecnologie laser per ottenere una pelle liscia con risultati a lungo termine ed evitare problematiche come quelle che hanno visto protagonista il calciatore del Real Madrid Marco Asensio. “Esistono vari laser per l’epilazione. I più efficaci sono l’Alessandrite, che è anche quello più usato ed efficace e, in casi di pelle scura, il Nd:YAG. Nella mia pratica quotidiana utilizzo il dispositivo Again di DEKA che ha entrambe le sorgenti laser (Alessandrite e Nd:YAG) e che permette di agire su tutti i fototipi ed i peli, dai più chiari e fini ai più spessi e scuri con una velocità di trattamento impressionante.”

Non solo dentro il rettangolo di gioco: calciatori ed ex giocatori professionisti amano mostrare le proprie gambe lisce e scultoree anche sui rispettivi profili social, catturando l’attenzione non solo dei tifosi, ma anche delle loro ammiratrici di sesso femminile. Da Cristiano Ronaldo a David Beckam, sono diversi gli esempi di calciatori ed ex-atleti che hanno calcato il terreno verde e che è possibile citare. A “non perdere il pelo” troviamo pochissime eccezioni: il fuoriclasse del Liverpool Mohammed Salah e calciatore ungherese Dominik Szoboszlai, attaccante del Salisburgo e astro nascente del calcio europeo tanto da diventare uno dei principali uomini mercato della prossima finestra invernale ormai alle porte. Dominik Szoboszlai potrebbe vestire la maglia del Milan, chissà se proprio in Italia potrebbe cambiare le proprie abitudini e decidere di seguire i consigli del Dr. Piccolo.

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