Debutta la coppia Miuccia Prada e Raf Simons in un passo a due che, come per la danza, crea una collezione creata per la coppia. Un dialogo, come lo definiscono i due designers, che crea una perfetta sincronia, seppur con punti di vista differenti.
La collezione parte dall’incontro tra tecnologia e uomo , unione contemporanea di due mondi opposti che si influenzano e che che vivono in simbiosi.
Prada parte dall’uniforme come capo icona che rappresenta un abito che ha una storia e da li ogni uscita diventa l’emblema di mondi che si incontrano. Le opere d’arte create da Peter de Potter sono strumenti grafici di contrasto , abbinate alle stampe d’archivio del marchio. Il passato si intreccia con il contemporaneo riducendo l’abito all’essenziale.
Dualità e pluralità sono da sempre caratteristiche insite nel linguaggio di Prada che accosta diversi elementi, approcci e discipline per trovare un’armonia paradossale nella dicotomia. L’ambientazione fisica di questa sfilata virtuale – ideata da OMA/AMO – è uno spazio personale, intimo, tattile. La tecnologia è proposta in lampadari che, con monitor e telecamere, uniscono ancora una volta ornamento e utilità e si animano in una sorta di danza al ritmo delle falcate delle modelle. La colonna sonora, composta per la sfilata da Plastikman, il musicista anglo-canadese Richie Hawtin, protagonista della scena elettronica, include i nomi di tutte le protagoniste della sfilata: un cast di modelle che non hanno mai calcato le passerelle e per le quali questa è una sfilata di debutto.
Dal dialogo tra l’uomo e la tecnologia emergono i concetti di istinto e di logica che, anche se diametralmente opposti, formano comunque un dialogo funzionale alla creatività. Entrambi rappresentano la quintessenza di Prada, una considerazione sul mondo e una reazione naturale a questo stimolo. Un altro dialogo paradossale che riflette la realtà.