Domani apre il Salone dell’Automobile, a Torino, un evento che deve dare anche un senso al passato, rappresenta un complesso stato emotivo per una manifestazione che è iniziata nel 1900, portata avanti, superando guerre e crisi. La capitale piemontese soffre con le sue fabbriche tutte chiuse, con gli operai che si alternano in cassa di integrazione, con gli immensi piazzali vuoti, quando sino a pochi anni fa, era il cuore dell’industria automobilistica italiana. L’importanza di questo ritorno è merito di un imprenditore, Andrea Levy, Presidente Salone Auto Torino, che vuole ridare l’immagine festosa di un settore che, pur attraversando uno dei periodi di maggiore incertezza, continuerà ad essere la spinta di un’innovazione tecnologica, legata alla forza personale, per favorire un contesto economico e sociale vantaggioso per tutto il Paese. Saranno oltre 150 le auto esposte tra novità dei 42 brand presenti, con prototipi, one off dei grandi carrozzieri e modelli del motorsport. Levy ha avuto supporto dalle istituzioni, come la Regione Piemonte e la Città di Torino, che hanno sostenuto l’organizzazione dal primo minuto, così come il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, “ e tutte gli altri ordinamenti del territorio con i quali abbiamo stretto una partnership”. Con tutte le case europee vi sarà una forte presenza dei costruttori cinesi che ormai hanno superato in export la Germania, con cui sempre più un sistema industriale competitivo dovrà confrontarsi e porterà i costruttori del nostro continente a trovare partner di riferimento con i player asiatici, per installarsi, a loro volta, nel mercato più grande del mondo. Lo spiega bene Stefano Lo Russo, Sindaco Città di Torino: “Il Salone dell’Auto torna finalmente a casa. A Torino, dove l’industria automobilistica è nata, si è sviluppata e ha fatto scuola per oltre un secolo e che oggi si pone come punto di partenza da cui guardare al futuro, laboratorio di innovazione e transizione ecologica,l’occasione per approfondire i temi della mobilità del futuro.” Su questo tema si è soffermato Luca de Meo, ceo del gruppo Renault, dichiarando che” non servono solo scadenze e multe, sono necessari regolamenti che consentano di definire strategie a lungo termine. Renault ha deciso che il suo marchio di fabbrica sarà la velocità con cui saremo in grado di rilasciare nuovi modelli.” L’obiettivo previsto vede solo 100 settimane, ossia 23 mesi, il periodo che parte dal momento in cui il veicolo è congelato all’inizio della produzione. Battezzato internamente “leap 100” questo programma è parte di un piano chiamato “ la velocità della leggerezza” per raddoppiare il ritmo di esecuzione dei principali processi dell’azienda. Sarà messo in atto per sviluppare la futura Twingo, indispensabile per arrivare ad un prezzo di vendita non superiore ai 20mila euro. Per rispettare le scadenze de Meo ha usato l’astuzia di subappaltare l’ampliamento del modello ad una società di ingegneria cinese.