McKinsey, società di consulenza internazionale, ha condotto un’indagine su 40mila utenti, in 15 mercati, tra cui l’Italia dove è presente da oltre50 anni, sulle future tendenze della mobilità urbana. Secondo McKensey l’attuale valore di mercato globale della micro mobilità condivisa – in aumento ovunque – si aggira sui 10/15 miliardi di dollari contro i 110/130 miliardi di dollari della mobilità a chiamata ( una forma di trasporto che serve a coprire aree sempre più ampie) e ai 4/5 miliardi di dollari del car-sharing. Michele Bertoncello, partner McKinsey, ha illustrato i dati principali di questa ricerca, partendo dalla differenza che esiste tra micro vettura e micro mobilità, sottolineando che “ la prima è una nuova tipologia di auto adottata per coprire distanze superiori a quella servite dalla micro mobilità che riguardano biciclette e monopattini, sia elettrici che non, servono agli utenti che percorrono tragitti di circa 8 km”. In Italia, i cittadini che compiono, quotidianamente, un tratto di strada costantamente identico, danno ancora le loro preferenze alle auto di proprietà, anche se vogliono ridurre in modo significativo il loro uso e, sottolinea Bertoncello “ le micro vetture stanno ormai diventando sempre più comuni nelle città, poiché grazie alle loro dimensioni contenute, si possono parcheggiare facilmente,non hanno necessità di una importante autonomia e possono utilizzare una batteria economica”. E’ evidente che la ricetta perfetta non esiste e non è valida sia per tutte le città europee sia per quelle italiane, le esigenze cambiano a seconda delle caratteristiche dei centri urbani che differiscono uno dall’altro, in particolare nel nostro Paese. Il trasporto alternativo ha bisogno di soluzioni affidabili, “ a spingere il consumatore italiano – dice Bertoncello – verso questa direzione è il desiderio di ridurre i livelli di inquinamento nei luoghi dove è maggiormente concentrata la popolazione, limitando i costi e lo stress dovuti al traffico e alla congestione delle strade”. Emerge anche da parte del consumatore la disponibilità di piattaforme semplici da usare che presentino un’offerta completa di tutte le procedure di trasporto e “ l’applicabilità di questi modelli dipende dalla densità delle zone rurali e suburbane dove l’auto privata manterrà un ruolo centrale, in attesa dell’avvento della propulsione elettrica e dell’ idrogeno e della diffusione delle reti di ricarica e di rifornimento lungo tutto lo Stivale”. Un secondo studio mostra che il 51% degli acquirenti di auto potrebbe passare, in futuro, a una versione dotata di sistemi avanzati di assistenza alla guida, ossia completamente autonoma, un valore che potrebbe raggiungere i 300/400 miliardi di dollari dal prossimo decennio e in avanti. Il tema della sicurezza è il fattore che ancora tende ad ostacolare l’adozione di questi veicoli, è necessario un processo di familiarità con queste tecnologie ma emerge chiaramente che gli acquirenti sono ormai orientati sulla propulsione elettrica.