Stellantis è nata, la data della partenza effettiva sarà il 16 gennaio, quarto gruppo automobilistico mondiale dopo i tedeschi di Volkswagen, i giapponesi di Toyota e l’alleanza franco nipponica Renault/Nissan. Questa nuova entità si trova di fronte a enormi sfide, con le vendite 2020, nel mondo, che prevedono un calo stimato intorno al 15%. “ Noi siamo pronti”, ha sottolineato Carlos Tavares, l’ad della società, l’unico ad essere in grado di gestire oltre 400mila dipendenti e 14 marchi che dovranno affrontare la rivoluzione in atto – tecnologica e strategica – del settore e gli effetti devastanti dovuti alla pandemia Covid 19. Il futuro vedrà sempre più veicoli elettrici e autonomi, i costi saranno suddivisi, le gamme potranno avere una declinazione meglio frammentata, quelle italo/americane potranno rafforzarsi in Europa, quelle francesi conquisteranno – finalmente – le sponde dell’Atlantico. Servirà il polso fermo di Tavares per rafforzare un legame che rappresenta ancora diverse incognite. Entrambe le parti si chiedono quali sinergie saranno fondamentali, quali conseguenze ricadranno sulla occupazione, da una parte all’altra delle Alpi. In Italia sono stati prolungati gli incentivi governativi per tutto il 2021. Michele Crisci, presidente dell’Unrae, l’associazione delle case straniere presenti in Italia, ha precisato che “ il settore è troppo importante per il nostro Paese, sotto tutti i punti di vista, economico, occupazionale e ambientale. Speriamo si tratti di una manovra ponte di tipo emergenziale e lasci presto spazio a valutazioni ed azioni di Governo ancora più strategiche grazie al recovery fund per preservare e sviluppare in Italia la mobilità sostenibile, con piani pluriennali”. Il Governo, ora, é anche sollecitato ad occuparsi di Stellantis, ha preso posizione Michele De Palma, responsabile automotive della Fiom, che ha dichiarato: “ la fusione tra Psa e Fca é un’opportunità ma per l’Italia vi sono molti interrogativi aperti. Ci hanno rassicurato che gli stabilimenti non chiuderanno ma la maggior parte delle fabbriche Fca resta in cassa di integrazione. Se il Governo non aprirà un confronto ci mobiliteremo.” Anche Roberto Benaglia e Ferdinando Uliano, della Fim Cisl, hanno rilasciato un comunicato dove riconoscono la grande opportunità di Stellantis ma chiedono “ un incontro con Tavares per conoscere il suo piano industriale, per affrontare positivamente i cambiamenti senza mettere in pericolo i posti di lavoro”. Tra i temi aperti, in evidenza, il mantenimento dei siti di produzione, la concentrazione dei centri di ricerca, la gestione dell’abbondanza dei marchi – un compito che richiederà una grande responsabilità etica e sociale – con la grande incognita dell’universo asiatico. In Cina e in India, nessun brand di Stellantis brilla particolarmente, sarà necessario reinventare il marketing per inserirsi con forza nel mercato più importante del mondo. Determinante anche la gestione delle reti commerciali, sia in Europa che nel continente sud americano, in particolare in Brasile.
Il fuoco verde, annunciato, dalla Commissione Europea, a Bruxelles, il 21 dicembre scorso, ha liberato il cammino per l’ufficializzazione del matrimonio tra Psa e Fca. La decisione era attesa ma, essendo avvenuta in anticipo sulla data prevista di febbraio, fa presupporre che l’unione operazionale tra i due costruttori di auto – i francesi Peugeot e Citroen ( Psa) e gli italo americani Fiat Chrysler ( Fca) – possa essere anticipata. L’assemblea generale degli azionisti che è stata convocata il 4 gennaio 2021, per deliberare la nascita di Stellantis, la società destinata a creare il quarto gruppo mondiale, un progetto del valore di 30 miliardi di euro, si terrà a porte chiuse, causa Covid ma verrà trasmessa sul portale di Psa. I due gruppi hanno confermato l’accordo di cooperazione tra Psa e Toyota per i veicoli utilitari, facilitando tutta la rete commerciale per ciò che riguarda riparazioni e gestione delle vendite ed aumentando, contemporaneamente, la produzione in Europa per i modelli della casa giapponese. Stellantis dovrà gestire 14 marchi tra cui alcuni emblematici come Jeep, Alfa Romeo, Maserati, Fiat, Peugeot, Citroen, Opel, importanti come Dodge, Ram e Ds, con la previsione di ridurre i costi, annualmente, di circa 5 miliardi di euro.Carlos Tavares, il capo di Psa e futuro padrone di Stellantis, sta per vedere completato il percorso che ha seguito nei minimi dettagli, sin dal memorandum del dicembre 2019. Il 20 novembre scorso,é stato pubblicato un documento di 372 pagine, in cui è dettagliato il ruolo decisivo svolto da Tavares dall’inizio dell’operazione. Non solo ha convinto gli azionisti delle due parti sulla validità di questo accordo, precisando di avere, sotto di lui, una squadra di manager capaci di condurlo in porto ma è stato determinante nella negoziazione e il 4 gennaio, forse, comunicherà che l’operatività di Stellantis potrebbe partire entro la fine del mese. Tavares ha già parlato, prima di Natale, con i dipendenti di tutto il mondo di Fca, ringraziandoli per l’anno importate che hanno vissuto, per aver saputo affrontare le restrizioni dovute alla pandemia, portando avanti tutte le attività necessarie per arrivare alla conclusione della fusione. Ora dovrà essere così abile nel fondere le due culture, non solo industriali, soprattutto umane, senza opzioni preconcette. Affrontando, nello stesso tempo, le future norme anti –pollution Euro 7 che verranno stabilite nel 2021 ed entreranno in vigore nel 2025, che stanno facendo tremare tutta l’industria automobilistica.
Mercedes-Benz Italia ha presentato il bilancio del 2020 che, a dispetto dell’emergenza causata dal covid, con 44.000 vetture e 9.500 vans immatricolati, tra gennaio e la prima metà di dicembre, il marchio ha guadagnato quote di mercato. Radek Jelinek, presidente e ceo di Mercedes-Benz Italia, ha dichiarato: “In un anno così difficile a livello sanitario, sociale ed economico abbiamo ottenuto risultati che mai ci saremmo aspettati nei primi mesi della pandemia. Il bilancio finale, che ci ha visto guadagnare quote di mercato e contenere la flessione di diversi punti percentuale rispetto al calo del mercato stesso, è il risultato di una reazione pronta ed efficace ai repentini cambiamenti di scenario, alla capacità di pianificare in modo flessibile nuove strategie ed accelerare processi già in atto.”Sull’analisi è intervenuto Gianluigi Riccioni, direttore vendite Mercedes-Benz Cars Italia, che ha precisato:”Se proviamo ad immaginare il 2020 come una gara di Formula 1, il mercato ha subito gli effetti dell’ingresso di due safety car, due grandi blocchi che, ad oggi, hanno fatto registrare un calo di circa il 30%. In questo scenario, la nostra flessione si è contenuta al 24%”. Un risultato positivo dovuti a più fattori, in primis a un’attenta politica di offerte commerciali e al debutto di modelli strategici per il mercato quali Gla e Glb, un successo distribuito su tutta la gamma, dalle compatte ai suv, passando per le berline e arrivando alle sportive. Merito anche dei modelli 100% elettrici della famiglia, la piccola smart (cresciuta del 50% rispetto al 2019) e l’Eqc, primo prodotto 100% elettrico della Stella che, lanciato durante il lockdown, ha già visto i primi 188 clienti.
Un dicembre per l’auto che le tre associazioni di settore – Unrae, Anfia, Federauto – hanno definito ” amaro” , infatti si è chiuso con un calo del 15%, neppure 120mila immatricolazioni conto le oltre 140mila del 2019. Il 2020 verrà ricordato come “l’anno più difficile dal dopoguerra”, così lo ha definito il presidente dell’Anfia Paolo Scudieri, per non dire drammatico per l’intera filiera che è in ginocchio. Si sono perse oltre 535mila vetture rispetto al 2019, un crollo che sfiora il 28%, fortunatamente ” il Parlamento ha recepito, in larga parte, quanto da noi auspicato – ha precisato Michele Crisci , presidente di Unrae – ha riconosciuto l’importanza degli incentivi pubblici per il 2021, favorendo così l’acquisto di autovetture nuove in sostituzione di quelle fortemente inquinanti”.I concessionari hanno il compito di gestire ogni formalità burocratica legata all’Ecobonus, anche alle pratiche relative ad un eventuale pagamento rateizzato. Per acquistare un’auto dal prezzo non superiore a 50mila euro, con emissioni inferiori da 0 a 20 g/km di Co2 in Wltp – sicuramente auto elettriche, ibride o vetture con qualsiasi tipologia di alimentazione pur che rispettino la soglia richiesta, ossia in tutte le varianti Euro6 – si potrà beneficiare di un bonus massimo, di 10.000 euro con rottamazione ( 6.000 senza ) che sarà applicato come sconto sul costo della vettura. In caso di acquisto di un modello con emissioni da 21g/km a 60 g/km di Co2 in Wltp, il bonus ammonterà a 6.500 euro con rottamazione (3.500 senza), da 61 g/km a 135 g/km, bonus di 3.500 euro solo con rottamazione, valido entro la fine di giugno 2021 mentre le altre agevolazioni durano tutto l’anno.