Per l’industria francese dell’auto esiste una sola bilancia ma con due piatti : uno,siglato Renault dove sono pubblicati buoni risultati, in particolare una redditività operativa che continua a progredire. Nei primi sei mesi dell’anno il fatturato del gruppo è aumentato del 3,7% a 27 miliardi di euro. La ricetta sviluppata dal ceo Luca de Meo si è concentrata sui volumi che hanno subìto un importante movimento di destoccaggio tra i concessionari indipendenti ( circa 70mila unità in un anno), con scorte totali che oggi rappresentano poco meno di 500mila pezzi (il portafoglio ordini raggiunge circa 3 mesi di consegne), definito da Renault “ un livello molto sano”.
In Europa, pur dovendo affrontare una competizione intensa, la Losanga è ormai entrata nella fase di stabilizzazione dei prezzi, con alcuni cali ben mirati su qualche modello. Alle spalle vi è un continuo movimento di riduzione dei costi, in calo nel semestre, di ben 260 milioni, grazie ad acquisti riflettuti e alla diminuzione delle materie prime. A tutto vantaggio del cliente che trova a disposizione una Clio nuova, più economica della precedente, con un profitto nettamente migliorato. E i recenti lanci di Espace e Rafale, oltre al successo delle versioni super equipaggiate di Dacia hanno completato il margine operativo , arrivato a superare l’8%, sempre nei sei mesi. Questa forma eccellente non si trova nel risultato netto , sceso di 800milioni in un anno, fermatosi a 1,3 miliardi, ma come sottolinea de Meo “ siamo solo ad 1/3 del fatturato”.
Le ragioni, in parte, si devono cercare nella perdita del valore contabile legata alla vendita di azioni Nissan e all’impatto delle società messe in equivalenza. Renault mostra comunque un solido ottimismo per il futuro, il suo utile sarà rafforzato anche dalla nuova entità Horse che con Geely , sviluppa e produce auto ibride per diversi marchi . E’ sempre de Meo, con la sua visione, a confidare al Corriere che “ vogliamo investire in infrastrutture di ricarica in Italia per divenire leader dell’elettrico”. L’altro piatto, invece piange, Stellantis ha comunicato ieri di aver ceduto Comau a un private equity, immediata la reazione della Uilm che chiede l’intervento del governo poiché rischiamo di disperdere un prezioso patrimonio professionale e industriale. La situazione vede un fatturato dimezzato, il margine operativo e il risultato netto sciolti. Stellantis è caduta in meno di tre anni dal suo piedistallo,( il fatturato è crollato nei sei mesi del 14%), accusa la situazione in Nord America dove le consegne sono diminuite del 18% da gennaio, il margine è azzoppato al 11,5% contro il 17,5% di un anno fa. Il volto del ceo Carlos Tavares ha cambiato espressione, oggi è alla ricerca disperata di una svolta per rilanciare le vendite.