Il Natale è uno stato d’animo, non solo una festività. E’ quel momento dell’anno in cui speri che i tuoi sogni si avverino. Se i sogni ci ispirano, la speranza ci tiene in piedi. È la forza silenziosa che ci fa credere che, anche nei momenti più bui, ci sia sempre una luce all’orizzonte. Durante il Natale, quella luce dovrebbe accendersi nei gesti gentili, nei sorrisi condivisi, nelle mani che si tendono per aiutare. È la convinzione che insieme possiamo superare le sfide, che il bene trionfa sul male, che l’amore può davvero cambiare le cose. Un sogno appunto.
L’unica cosa che ha il sapore della speranza sono gli eventi legati alla charity dove, grazie alla raccolta fondi, si sostengono iniziative varie, ogni gesto conta. Cene di Natale solidali per i senzatetto, mercatini di beneficienza, aste e lotterie per la raccolta fondi. Il vero spirito del Natale si manifesta attraverso questi piccoli grandi gesti volti a portare cambiamenti concreti.
Noi giornalisti siamo spesso invitati alle cene di gala per la raccolta fondi, ospiti degli organizzatori o dei brand che acquistano i tavoli alla serata. I costi dei tavoli variano dai 2.500 euro fino ai 10.000 euro e ti permettono di invitare circa 10 persone. C’è chi ospita amici, clienti, vip, influencer: ogni tavolo rappresenta un mix di chi con il suo profilo può in qualche modo promuovere la causa. Il ruolo centrale ce l’hanno gli organizzatori di questi eventi, professionisti e volontari che lavorano instancabilmente per trasformare un’idea in una realtà concreta, ambasciatori di solidarietà che definiscono l’obiettivo, creano l’esperienza, coordinano partner e sponsor, incoraggiano l’iniziativa. Se l’organizzazione tecnica è fondamentale, ciò che distingue gli eventi charity di successo è il cuore di chi si mette in gioco.
Un esempio su tutti sono gli eventi dello IEO, Istituto Europeo di Oncologia che raccoglie fondi per la ricerca e per il supporto dei pazienti oncologici. Emanuela Schmeidler a settembre, ne organizza uno, l’ultimo a tema “Dream of a Late Summer Night” tenutosi al Portrait Milano. “La Schmeidler”, come la chiamano tutti, ha iniziato la sua carriera a 23 anni collaborando strettamente con Gianni Versace e Donatella negli anni di massimo splendore. Io di Emanuela ho sempre avuto un po’ timore, forse per quegli occhi azzurri che ti fissano intensamente quando ti guarda, ma che secondo me hanno un vissuto di un dolore molto privato. Le perdono anche di chiamarmi sempre Cristina, non glielo correggo più, mi dico che se mi ha memorizzata così oramai per me va bene, sempre meglio di quelli che mi chiamano Claudia, non so perchè. Quando le ho chiesto di essere la protagonista della copertina del CHI E’ CHI tre anni fa è stata molto carina ed è subito venuta insieme a parte del suo team e quando la incontro è gentilissima. Perciò, quando mi parlano del suo caratterino e del fatto che ai più non è simpatica a me importa poco non dovendoci lavorare; figuriamoci l’abbiamo anche premiata un bel po’ di tempo fa. Sento sempre parlare male di questo e di quello nel nostro ambiente e poi, per un motivo o per l’altro, vedo gli stessi collaborare amabilmente insieme. Per me l’importante è che le persone che incontro per lavoro siano professionali e certamente Emanuela, che da 30 anni lavora nella moda e nel lusso, ha una profonda conoscenza del mondo della comunicazione e la sua influenza nel settore è ben nota. Lei e Franca Sozzani, con la quale ha collaborato per anni, erano complementari: la prima concentrata sulle strategie di comunicazione e sull’organizzazione di eventi, la seconda leader sul fronte editoriale e culturale. Il loro era un binomio strategico e, a volte, un monopolio nel lusso.
Carla Cordiano insieme al fratello Alessandro ( ho scoperto che c’è un altro fratello ancora …) ha fondato la Ploom PR, che non è la marca di svapatori , ma un’agenzia di comunicazione che offre servizi di consulenza strategica, media relations e gestione di eventi per clienti nei settori della moda, del lusso e del lifestyle. Carla l’ho conosciuta quando ho premiato suo marito Gianni Valenti ai CHI E’ CHI AWARDS Sport & Stile, per il suo ruolo di giornalista a La Gazzetta dello Sport. La precoce morte della madre per un tumore ha portato Carla e Alessandro a curare con ancora più dedizione l’organizzazione del Christmas Gala per la ricerca della Fondazione IEO – MONZINO, che quest’anno ha raccolto grazie alla cena benefica e all’asta silenziosa 415.000 euro a favore della ricerca oncologica e cardiovascolare. Posso solo immaginare quanto impegno ci sia dietro a questi grandi eventi…io 700 persone da invitare non saprei dove prenderle !
I format di queste cene sono un po’ scontati per noi addetti ai lavori, ma credo che chi non è un habitué apprezzi moltissimo far parte di un contesto di questo tipo. Le persone sono più o meno sempre le stesse a dire la verità, alcune molto generose ed è davvero ammirevole.
Un uomo molto caritatevole in termini di budget è Philipp Plein, stilista e imprenditore, noto per il lusso audace e provocatorio che contraddistingue le sue creazioni. L’ho incontrato a Milano in occasione dell’inaugurazione del ristorante vegano all’interno del Plein Hotel, aperto a settembre in via Manin 19. Quando vai ai suoi eventi ti sembra di essere la comparsa di una puntata di Beautiful, non vi dico quando è apparso come una star insieme alla compagna Andreea Sasu e al figlio Hurricane Thor Thunder (eh già), sembravano creati con l’AI. Il Plein Hotel offre un’esperienza deluxe, le camere non sono ancora aperte per ora, ma ognuna sarà dotata di sauna privata e ci sarà una terrazza con una piscina con vista mozzafiato. “Voglio dare una ragione ai milanesi per stare in città durante il week end” ha detto il designer. Mission impossible?
Daniela Fedi, al mio tavolo, raccontava aneddoti divertenti su quando andava alle cene organizzate da Krizia, in quanto l’hotel si trova proprio nello storico palazzo Melzi d’Eril, ex sede del brand, chiamato così in onore dell’illuminato esponente dell’aristocrazia milanese scelto da Napoleone a ricoprire la carica di vicepresidente della Repubblica Italiana. Mariuccia Mandelli scelse il nome Krizia ispirandosi ad un dialogo incompiuto di Platone dedicato alla vanità femminile. E’ stata una delle prime stiliste a portare gli shorts sulle passerelle negli anni ’70, un gesto provocatorio che rappresentava il suo spirito pionieristico come prima designer a proporre lo sportswear di lusso. Non aveva un carattere facile, era una bella tosta. Una volta dichiarò “Io non creo moda, creo cattiverie” riferendosi al fatto che le sue creazioni non erano mai scontate e spesso sfidavano le aspettative. Una bella storia quella di Krizia, dopo l’acquisizione del marchio da un’imprenditrice cinese nel 2014 il brand ha provato a rilanciarsi ma senza grande successo.
Pensate: se Apple Martin, figlia ventenne di Gwyneth Paltrow e Chris Martin, che ha fatto il suo debutto in società partecipando al prestigioso Le Bal des Débutantes a Parigi, invece dell’abito di Valentino Haute Couture disegnato da Alessandro Michele avesse messo un abito di Krizia, sarebbe stato un super rilancio del brand! Invece “mela” (che non è Carmela Boccomino) ha scelto un abito realizzato in chiffon plissé di seta blu cielo che ha richiesto oltre 750 ore di lavorazione, attirando l’attenzione di tutti i media internazionali. Lei, mamma e papà, tutti vestiti da AM, hanno fatto l’ingresso ufficiale nel mondo dell’élite sociale. A quanto pare cinema e musica non erano sufficientemente chic.
A volte quando scrivo queste cose mi rendo conto che se le racconti alla maggior parte delle persone ti vedono come una che vive in un altro mondo. Noi giornalisti creiamo uno storytelling su quello che succede e lo facciamo diventare un sogno aspirazionale, un desiderio.
Lo storytelling è proprio un ponte tra quello che siamo e ciò che speriamo di diventare, attraverso le storie rendiamo i sogni tangibili e li condividiamo con il mondo. Ne parlavo con Luca Ricci e Stefania Arcari, entrambi hanno lavorato per Prada per diversi anni, che mi hanno presentato la chef Barbara Agosti al ristorante Eggs che, nato a Trastevere, ha aperto quest’anno a Milano in via Solferino. Un viaggio gastronomico intorno all’uovo ma non solo, infatti il menù offre piatti per tutti i gusti. Barbara mi raccontava che trova ispirazione per la creazione di nuove ricette nei colori e nei profumi che accendono la sua fantasia. Ora voglio vedere se il nuovo pantone Mocha Mousse le farà elaborare un dolce speciale dentro un uovo di cioccolato… chissà. ( io la targa Mocha Mousse modestamente l’ho fatta già per il CHI E’ CHI AWARDS Fashion & Taste…. )
Ognuno ha un sogno nel cassetto da realizzare, un percorso che richiede coraggio, pianificazione e perseveranza. Santo Versace il 16 dicembre ha organizzato una festa romana per i suoi 80 anni e con l’invito ha comunicato il progetto che porta avanti con la Fondazione Santo Versace per creare in Kenya il suo primo disegno internazionale, la realizzazione di una casa nella baraccopoli di Nairobi dove sono accolte donne che vivono per strada insieme ai loro bambini. ” Cara Cristiana questo è il progetto a cui è dedicata la festa, se riesci a promuoverlo mi fai un grosso regalo”. Caro Santo, non potrò essere a Roma a festeggiare con te ma sai il bene e la stima che ho per te e per tua moglie Francesca, ti faccio tanti auguri!
Un sogno chiaro è una bussola, ti guida anche nei momenti più difficili, ma senza azione è solo fantasia. Ogni passo, ogni ostacolo, ogni piccolo successo, ti rende più forte, più consapevole, più vicino alla tua vera essenza. I sogni da soli non funzionano a meno che non li facciamo avverare noi.