Luca de Meo, il ceo del gruppo Renault, ha presentato la sua “Renaulution”, il piano industriale che a noi piace definire simile ad una “nouvelle vague”, quel movimento francese degli anni 50 che parlava ad una generazione che stava cambiando, dopo anni bui, iniziava a lavorare e a vivere con un entusiasmo sconosciuto. Anche l’auto si trova ad una svolta, ha bisogno di impulsi, di credibilità, di idee e di coraggio. De Meo vuole produrre meno, ridurre le vendite con prezzi più equi al prodotto che offre, applicare una stretta disciplina in materia di costi, affrontando solo i mercati più qualificati per alzare i suoi margini, come l’America Latina, l’India, la Corea, rinforzandosi in Spagna, in Marocco, in Romania, in Turchia e in Russia. Renault è pronta ad impegnarsi a fondo nella transizione ecologica del settore, adattandosi alle nuove abitudini degli automobilisti. Prima di comunicare, pubblicamente, la sua strategia, de Meo, con il presidente di Renault Jean-Dominique Senard, si è confrontato con il ministro dell’economia francese Bruno Le Maire, poiché lo Stato è azionista del gruppo. Pur trovandosi sulle spalle una perdita netta di 7,3 miliardi di euro , de Meo si è posto l’obbiettivo di economizzare 2,5 miliardi di euro entro il 2023, che dovranno divenire 3 miliardi nel 2025. Ridurrà la capacità industriale passando dai 4 milioni di unità del 2019 a 3,1 milioni nel 2025, razionalizzando piattaforme ( da sei a tre) e motori ( da otto a quattro), per raggiungere il 5% di margine. Una organizzazione che consentirà di creare un portafoglio prodotto più equilibrato, dove troveranno spazio, almeno 24 lanci ( una vera offensiva), la metà nei segmenti C e D, oltre a dieci veicoli elettrici, sempre entro il 2025. Il brand Renault incarnerà la modernità e l’innovazione, il suo futuro è l’elettrificazione, con una grande offerta di ibride abbinate a motori a benzina e veicoli commerciali leggeri ad idrogeno. Come per magia, è rinata, sul palcoscenico, la Renault 5 ispirata alla star degli anni 70, un ”coup de coeur” a zero emissioni, firmata dal direttore del design Renault , Gilles Vidal. Sarà sicuramente la porta bandiera del marchio della Losanga che, di colpo, ha imboccato la svolta della prossima era , dovrebbe uscire il prossimo anno, in occasione dei 50 anni della storica R5. Dopo Zoe, l’auto 100% elettrica più venduta in Europa ( 100.660 unità immatricolate nel 2020), arriveranno una Twingo ed una Megane elettriche. Dacia e Lada ridurranno la tipologia delle carrozzerie ( da 18 a 11), verrà proposta una Dacia Spring, completamente ecologica,sarà la meno cara del mercato, continuando ad investire nel gas naturale e nel Gpl. Un marchio inedito, Mobilize, offrirà servizi di mobilità, con o senza conducente, proporrà vetture da condividere e nuove soluzioni di finanziamento. Ampio spazio è stato dato ad Alpine, simbolo di tutte le attività sportive del gruppo, il suo nome firmerà anche la squadra di Formula 1. Ma Alpine svilupperà un’intera gamma di modelli elettrici, i primi due avranno una vocazione famigliare, una compatta di segmento B e un crossover di segmento C, sviluppati sulla piattaforma Cmf-b ev dell’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi. Un terzo avrà la missione di rimpiazzare la piccola berlina A110, sviluppato in partenariato con Lotus, con cui è già stato siglato un accordo.
l’industria bancomat della finanza quando finira’? quando non esistera’ piu’! mi spiace leggere tagli alla produzione superiori al 20% in 5 anni: significa tagli di posti di lavoro. idem per piattaforme: tagli del 50%!!! ma ci si rende conto di cosa si sta parlando? il ridimensionamento dei ridimensionamenti . e la stampa non dice nulla ma anzi enfatizza!!!